8 maggio – Maria-Giuseppe-Gesù: i rapporti

Entriamo ora nella casa della Santa Famiglia. Osserviamo anzitutto i rapporti fra le persone che vi abitano: Giuseppe, Maria, Gesù. Il più grande – Gesù – è obbediente al più piccolo – Giuseppe. Maria, la mamma, osserva e custodisce ogni avvenimento nel cuore. Giuseppe è premuroso custode di tutti. Maria e Giuseppe sono sposi a tutti gli effetti. Vivono nel rispetto reciproco, ma nella più piena unità. I loro giorni e i loro destini si intrecciano. Matteo racconta l’annunciazione a Giuseppe, Luca a Maria. Non c’è contraddizione: Dio parla alla coppia.

L’indirizzo che Maria e Giuseppe danno alla loro famiglia la rende aperta, ricca di relazioni. Partecipano ai pellegrinaggi e alle feste di paese. Salgono al tempio di Gerusalemme. Condividono le vicende di famiglia con i parenti e i conoscenti: si fidano, pensano Gesù dodicenne al sicuro tra loro. Nel rimprovero che Maria rivolge a Gesù c’è tanta considerazione per il ruolo di Giuseppe: «Tuo padre ed io ti cercavamo…» (Lc 2,48). Maria e Giuseppe – come abbiamo già visto – sanno affrontare le prove con coraggio e determinazione nell’amore e nella stima reciproca: dalla imbarazzante maternità al parto in condizioni difficili, dall’inseguimento della gendarmeria di Erode alla fuga in Egitto, dal rientro nella povertà di Nazaret al lavoro che procura sudore e calli alle mani.

Dagli accenni dei Vangeli possiamo, dunque, ricostruire anche il profilo umano di Maria. La sua impronta è ben visibile nell’umanità stessa del figlio Gesù. Quanta premura e quanta finezza educativa! Significative le sfumature che si intravvedono nei rapporti che si vivono in quella casa. Quel ragazzo dodicenne, a differenza del giovane Samuele, non resta al tempio. Deve occuparsi delle «cose del Padre suo», ma va a Nazaret, sottomesso a Giuseppe e a Maria. Per Gesù neppure un giorno di Seminario; il suo Seminario è la casa di Nazaret!

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Per rendere sempre più belle le relazioni in famiglia ci riproponiamo le tre parole che papa Francesco ci ha ricordato più volte: «Permesso, grazie, scusa».