Celebrazione eucaristica delle Sacre Ceneri

Cattedrale di Pennabilli, 5 marzo 2014

 

Gl 2,12-18

Sal 50

2Cor 5,20-6,2

Mt 6,1-6.16-18

 

Quaresima, un tempo favorevole.

1.  Stiamo per entrare in un momento di grazia e di grazie: la Quaresima.

Tutto il tempo è un dono di Dio ed è “tempo favorevole”.

La Chiesa sposa vorrebbe abbracciare il suo Signore, tutto, tutto in una volta, tutto intero, tutto per sempre… ma non gli è possibile perché è nel tempo, che è scandito da giorni, settimane, mesi e anni; pertanto, contempla e gusta il mistero di Gesù poco a poco. Come in una spirale ascensionale: ogni anno più in profondità, ogni Anno liturgico.

L’Anno liturgico è scuola di evangelizzazione. In esso si racconta tutta la vita di Cristo e la si vive con Lui. Noi oggi, come Gesù, entriamo nel tempo del deserto; non siamo come semplici spettatori che guardano un film, vi partecipiamo appieno. Allo stesso modo, la Messa è il racconto di un fatto vero che riaccade nel momento presente.

 

L’Anno liturgico è scuola di spiritualità, perché ciascuno, partecipando alla vita di Gesù, può compiere un cammino interiore che lo porta a coltivare gli stessi sentimenti di Gesù (cfr Fil 2,6).

L’Anno liturgico è scuola di pastorale: la Chiesa si attrezza nel migliore dei modi per rispondere al suo Signore: suggerisce itinerari, tappe e verifiche; coinvolge risorse; propone cammini educativi.

 

2. Perché la Quaresima è un “tempo favorevole”?

E’ un tempo favorevole perché ripropone con forza la centralità della Pasqua. Siamo tutti in cammino verso la Veglia pasquale: cuore dell’Anno liturgico. Con la Pasqua risuona, con la stessa forza della prima volta, il grido: «Gesù, il Crocifisso, è risorto!». Ha vinto la schiavitù della morte e del peccato. Il Risorto effonde il suo Spirito. Inaugura un tempo nuovo. É risorto, ma dà anche a noi la possibilità di godere di una vita risorta, così che possiamo guardare con coraggio la morte, sconfiggere le nostre paure e le nostre delusioni. La Pasqua sdogana la speranza, la vita nuova intravista dai profeti: «Ecco, io faccio una cosa nuova che proprio ora germoglia, non ve ne accorgete?» (Is 43, 19).

Tutta la nostra vita è pasquale, tutto il tempo lo è… e tuttavia la Chiesa, madre e maestra, prevede tempi e momenti, diversi e complementari, per educarci.

 

3. É un tempo favorevole perché l’Anno liturgico ha in sé un valore sacramentale: come un sacramento fa quello che annuncia e manifesta con segni visibili l’opera di Dio nel mondo.

Nella Quaresima facciamo esperienza concreta della “comunione dei santi”. C’è un popolo intero che si mette in cammino, che si fa cordata. Con la preghiera gli uni per gli altri e l’offerta di noi stessi, con l’intercessione dei santi, con l’intercessione di Maria, con il dono delle indulgenze, si sperimenta di far parte del Corpo mistico di Gesù.

La Chiesa ci dona abbondanza di Parola di Dio. Riceveremo in questi giorni la visita del parroco alle nostre case. Siamo incoraggiati a vivere un clima favorevole all’impegno ascetico: piccole mortificazioni, astinenza il venerdì, letture spirituali, ecc.

 

4. La Quaresima è anche tempo di grande gioia!

Dobbiamo fare ritorno alle nostre case con una gioia profonda: «Il Signore ama chi dona con gioia» (2 Cor 9, 7).

Una parola severa accompagna l’imposizione delle ceneri: «Ricordati che sei polvere e in polvere ritornerai», oppure «Convertiti e credi al Vangelo». L’una e l’altra frase fanno riferimento alla nostra responsabilità.

Ma come compiere questo cammino? Come affrontare la difficoltà?

Noi dobbiamo avere la certezza che Gesù ha già vinto. Allora, quando siamo nella prova, non sprechiamo troppo tempo a guardarla, ad analizzarla. Passiamo subito oltre.

Anche se talvolta la barca è in mezzo alla tempesta, con vento forte e contrario, come gli Apostoli, spaventati, siamo tentati di rimproverare Gesù (ci sembra che stia dormendo sulla barca e ci lasci soli); ma non dobbiamo avere paura: Lui ha già vinto. Ma è solo con gli occhi della fede che vediamo la sua vittoria. Con gli occhi della fede riusciamo a scorgere quale sia la sua grazia in mezzo al grande problema. Per gli Apostoli la grazia poteva sembrare un secchio per vuotare la barca. Ma sappiamo che, buttato fuori un secchio d’acqua, sarebbe arrivata un’altra onda. La grazia invece era Gesù lì con loro, anche se stava dormendo. Il vero rimedio era guardare Gesù.

Allora buon cammino a tutti e buona Quaresima.