Discorso all’Udienza con i Capitani Reggenti dell’Azione Cattolica Giovani e Movimento Studentesco nazionali

San Marino Città (Palazzo Pubblico), 28 luglio 2019

Eccellenze, Signor Segretario, Cari amici,
vorrei che questa solennità e l’austerità di questa aula non togliesse nulla all’affabilità del nostro parlarci.
Sono qui a testimoniare il buon rapporto che la Chiesa locale ha con le istituzioni, nella distinzione di ruoli: tutti a servizio delle persone della Repubblica di San Marino. Uscendo – lo dico per i non sammarinesi – potete vedere incastonata nell’angolo del Palazzo una statua che rappresenta il santo Marino, “pietra viva” su cui è stata costruita questa realtà.  San Marino, il missionario venuto sul monte Titano, non ha pensato di fondare un monastero a cielo aperto, ma ha dato vita ad una realtà assolutamente laica e basata ugualmente sul Vangelo.
Permettetemi di parafrasare un versetto evangelico: «Usque in finem diligere» (cfr. Gv 13,1), amare fino in fondo, sull’esempio di Gesù. Che significato ha «fino in fondo»? Significa amare dal profondo del cuore, dal profondo delle intenzioni, delle azioni, delle professionalità, di tutto quello che è il meglio di noi stessi. Significa dedizione per tutte le persone, dalla prima all’ultima e dalla punta dei capelli alla punta dei piedi, cioè a tutta la persona, nella propria interezza e dignità. Per questo anche i nostri interventi come Chiesa locale sono fondati su un’antropologia trascendente e con argomenti di ragione. Penso, anzitutto, al nostro impegno per la custodia della vita, dal suo nascere fino alla sua fine naturale; all’accoglienza, secondo le possibilità, delle persone in fuga o in ricerca di una migliore sistemazione; e poi – dato che mi rivolgo anche ai rappresentanti del Movimento Studenti (MSAC) – all’impegno per una cultura aperta alla spiritualità, come riconosciuto dall’Accordo tra la Santa Sede e la Repubblica di San Marino e poi dall’Intesa tra la Diocesi e la Segreteria di Stato all’Istruzione per quanto riguarda l’Insegnamento della Religione Cattolica. C’è stata una sofferenza che si è volta al meglio, perché ha permesso un riconoscimento della dignità culturale di questo insegnamento. Accanto all’IRC c’è un’ora alternativa, che non è pensata come contrapposizione e non lo deve assolutamente diventare, ma un laboratorio di accoglienza reciproca, inclusione e dialogo.
Ho avvertito come dalla tolleranza siamo arrivati alla stima reciproca; credo stiamo facendo un passo ulteriore: dalla stima all’amicizia. Penso al nostro impegno verso la cittadinanza cercando di smentire l’idea che la politica sia una cosa “sporca”. La politica è una delle forme più grandi della carità, perché è per il bene dell’altro. Da qui la necessità della partecipazione da parte di tutti, con l’invito in modo particolare ai giovani. L’Azione Cattolica non è un partito politico, ha altre finalità, altre ambizioni, ma credo che nei suoi programmi prepari le persone ad assumersi questo impegno e lo faccia con competenza e convinzione.
Saluto tutti cordialmente.