DOMENICA DELLE PALME

13 aprile 2014 – Pennabilli

 

Is 50, 4-7

Sal 21

Fil 2, 6-11

Mt 26, 14 – 27, 66

L’evangelista Matteo dà del crocifisso un’immagine ieratica e maestosa, come di un grande sovrano. Perché la Passione – letta con gli occhi della fede – è la presa di potere del re d’Israele. La comunità dei credenti che contempla il Crocifisso non tarderà ad accorgersi che colui che i militari scherniscono dicendogli: “Salve re dei Giudei! ” lo acclama veramente come re. Così come quella scritta sul suo capo “Questi è Gesù il Re dei Giudei” è una vera e propria consacrazione; e dunque Caifa e Pilato, condannandolo alla croce, lo accompagnano – ironia della sorte – nella sua salita al trono. A Caifa che lo scongiura: “Per il Dio vivente dicci se tu sei il Messia, il Figlio di Dio” Gesù risponde: “Tu l’hai detto”; e a Pilato che lo interroga: “Sei tu il re dei Giudei?” risponde ugualmente: “Tu lo dici”. Essi stessi, pur senza accorgersene, confessano come stanno veramente le cose. Sono gli esecutori involontari della promessa che Dio ha fatto ad Israele per bocca dei profeti. Per questa ragione Matteo dà grande risalto al compiersi delle profezie: “percuoterò il pastore”, sta scritto di lui, ma in tal modo tutti vedranno “il Figlio dell’uomo seduto alla destra di Dio” come hanno preannunciato i profeti. Notare: sulla scena c’è agitazione, un andirivieni di personaggi inquieti, persino la moglie di Pilato… solo Gesù resta sovranamente padrone della scena.

Gesù è il re d’Israele, ma è anche molto di più. Viene valutato “trenta monete d’argento” come il Signore Dio d’Israele (cfr. Zac 11, 12). E come lui potrebbe chiamare “più di dodici legioni di angeli” e annientare gli avversari, sebbene non lo faccia. Alla sua morte “il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo, la terra si scosse, le rocce si spezzarono e i sepolcri si aprirono”: è uno sconquassamento generale della natura e della città santa, come nelle manifestazioni di Dio ad Israele. Ecco cosa deve imparare a vedere la comunità credente che fissa lo sguardo sul Crocifisso: la suprema manifestazione di Dio. Allora esclamerà con stupore incredulo: è il Signore! Capirà che non vi è altro Dio che quello che si manifesta in Gesù Cristo Crocifisso. Regnavit a ligno Deus!

Tu, Gesù, nostro re! Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo perché con la tua croce hai redento il mondo. Oggi assistiamo ad una nuova apostasia dalla fede. La società in cui viviamo abbandona il riferimento a Cristo. Un rifiuto “culturale” del pensiero, prima che della volontà. Viene estromesso. Ma non per questo è meno Re!

 

Quale la nostra risposta? Ecco, noi stiamo uniti a lui, lo proponiamo al mondo così! Fedeli e fieri della sua nudità sulla croce, stoltezza per i pagani, scandalo per i giudei ma, per chi è disposto a credere, potenza di Dio (cfr. 1 Cor 1, 18).

 

Due proposte concrete per questa Settimana Santa:

 

1. Staccare, qualche volta, il crocifisso dalla parte in cui sta confinato; spolverarlo, coprirlo di baci e tenerlo sulle ginocchia o tra le mani durante la preghiera. Libro inarrivabile che ci racconta “l’altezza, la larghezza, la profondità” dell’Amore di Dio (cfr. Ef 3, 18-19).

 

2. Facciamo risuonare dentro la mente ed il cuore l’invito di Paolo ai Filippesi: “Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù” (Fil 2, 5). Seguiamolo passo passo in questa sua Pasqua. “Che cosa hai vissuto come oggi? Con quale stato d’animo? Come posso anch’io venire con te?