È bello essere cristiani perché è bello essere di Cristo!

Messaggio del Vescovo Andrea per l’inizio della Quaresima

Rivolgo a tutti l’augurio per questo tempo speciale che è la Quaresima. Vorrei rivolgermi anzitutto agli amici di altra cultura e di altra convinzione per informarli, doverosamente e fraternamente, di quanto si preparano a vivere i cristiani. Sono certo di incontrare la loro cortesia.
Pensiamo a qualcosa di bello. Ad esempio, alla primavera: la natura, in questi giorni, si risveglia; le giornate si allungano, il sole comincia a scaldare, la terra si ricopre di verde, spuntano i primi fiori, c’è profumo nell’aria. Pensiamo al giorno delle nozze, quando ormai lo sposo è impaziente di iniziare una nuova avventura con la persona che ama. Pensiamo a qualcosa che sorprende, che riempie di gioia, valorizza tutto il positivo che è in noi e ci fa dire: «Ci sto!». Sono tutte esperienze di vita nuova: i cristiani dicono “di risurrezione”.
Così compreso il tempo della Quaresima è qualcosa di molto bello.
I cristiani chiamano Quaresima – dal latino quadragesima – i quaranta giorni che vanno dal Mercoledì delle Ceneri alla Pasqua; un periodo indispensabile per accogliere l’annuncio gioioso della risurrezione di Cristo, un avvenimento che non riguarda lui soltanto. La risurrezione, infatti, è potenza divina che investe il cosmo, riguarda tutti e tutti da vicino, coinvolti nella stessa esperienza di morte e risurrezione, di cambiamento e di novità. I cristiani sono proiettati verso la Veglia di Pasqua e l’attendono con ardore. In quella notte, la notte di sabato 31 marzo, dal fonte battesimale scaturisce la luce che rende nuovi. Col Battesimo viene sigillata indelebilmente l’appartenenza al Risorto. È un’appartenenza profonda, che radica l’essere in Cristo. È bello essere cristiani perché è bello essere di Cristo!
Fra gli impegni della Quaresima la Diocesi ne segnala tre in particolare.
La solidarietà fraterna: «Non è forse questo [il digiuno]: che tu divida il tuo pane con chi ha fame, che tu conduca a casa tua gli infelici privi di riparo, che quando vedi uno nudo tu lo copra e che tu non ti nasconda a colui che è carne della tua carne?» (Is 58,6-7).
In particolare la Diocesi si mobilita per contribuire alla realizzazione di alcune opere necessarie alla missione in Mozambico (parrocchia Santa Cruz, Nampula), dove opera un missionario di Novafeltria, padre Franco Antonini.
Conoscere meglio le Sacre Scritture: viene proposto un più forte impegno di formazione; in pratica, dedicare tempo e risorse per meditare la Parola di Dio. In alcune parrocchie, come nei nostri monasteri, spuntano vere e proprie “scuole della Parola”. La Pastorale giovanile riserva ai ragazzi un week end per imparare a “pregare la Parola” e chissà quante altre iniziative sono in opera.
La preghiera: in questi giorni viene recapitata alle famiglie la mia lettera pasquale che ha come tema la preghiera. Sto con il Cardinale Martini che dedicò i suoi primi programmi pastorali a questi temi: “La dimensione contemplativa della vita” e “In principio la Parola”. La preghiera cristiana è ben altro che la recita di formule portafortuna. La preghiera è un rapporto da figlio a padre, da amico ad amico, da sposa a sposo. La preghiera è ardente desiderio, attesa di un “oltre”, ricerca di un volto.
Pregare è anche prendere una decisione pratica: ritagliare il tempo necessario, puntare la sveglia, spegnere la tv, sostare in chiesa, perché tutta la giornata ne risulta irradiata e diventi preghiera.

+ Andrea Turazzi
Vescovo di San Marino-Montefeltro