Insediamento dei Capitani Reggenti

Basilica di San Marino, 1 aprile 2014

 

Ez 47, 1-9.12

Sal 45

Gv 5,1-16

 

Il lato destro dal quale sgorga l’acqua che dà vita in eccedente abbondanza è il petto trafitto del Signore (cfr.  Ez 47, 1-ss; Gv 7, 37-39). Lui è il tempio vivo (cfr.  Gv 2,21), Sacramento dell’incontro con Dio (cfr.  Gv 14,9).

Viviamo questo inizio del nostro cammino civico con lo sguardo rivolto al Crocifisso.  Papa Francesco, qualche giorno fa, ci confidava di aver strappato furtivamente il piccolo crocifisso dalle mani del suo vecchio confessore ormai composto nella bara e da allora di portarlo sempre sul suo cuore. Guardiamo il Crocifisso (cfr.  Zac 12, 10; Gv 19,37). E che cosa ci dice? “Guarda se in me vedi altro che amore” (cfr. Beata Angela da Foligno).

Anche noi, come i nostri padri, come milioni di credenti sparsi nel mondo, “sale della terra” (così Gesù chiamava i suoi discepoli, cfr. Mt 5,13) e come tanti uomini di buona volontà senza pregiudizi, apprendiamo da quelle braccia spalancate e immobilizzate dai chiodi nel gesto di accoglienza, la lezione dell’amore che si dona senza riserve. “E’ un fiume – cantiamo parafrasando il salmo 45 – e noi i suoi ruscelli che rallegrano la città di Dio”. Il fiume è il suo amore, noi vorremmo essere i testimoni e i portatori. Il Vangelo ci ha parlato di Gesù che prende l’iniziativa e guarisce. Chi di noi non è desideroso di guarire dalle sue fragilità e infermità? Gesù non domanda niente, né fa rimproveri. Non per indifferenza ma perché ci prende dal punto in cui siamo. E perché ci vuol preservare nella prova raccomanda: “Non peccare più, che non ti accada di peggio”.

A nostra volta vorremmo essere – autorità e cittadini – portatori di una vita nuova, più giusta e più bella, pronti a chinarci sulle necessità dei fratelli.

Grazie ai Capitani che lasciano e ai nuovi eletti alla Suprema Magistratura: auguri. Confidiamo sappiano essere garanti e testimoni dei Valori che San Marino ci ha trasmesso e di cui siamo fieri.