Messaggio per la Quaresima

«Mi risuona in cuore la confidenza di un amico: “Non ti prende, talvolta, una voglia di vita nuova, di vita più armonica, più pulita?”. Sono d’accordo. E non è solo questione di primavera che sboccia. Pur nello scenario difficile che fa da sfondo alle nostre giornate, non è ingenuità parlare di rinnovamento.
Ci sono milioni e milioni di cristiani che ci vogliono provare; ci vogliono provare soprattutto in questa Quaresima speciale e fortunata che sta iniziando nel segno della misericordia, parola che papa Francesco, con i suoi gesti e con i suoi insegnamenti, sta sdoganando dall’ambito devozionale.
Quaresima: quaranta giorni in cammino verso Pasqua. Il credente, lungi dal confidare troppo nei suoi buoni propositi, testimonia che lo spirito del rinnovamento viene da Dio; anzi, diamogli il suo vero nome: risurrezione; intendiamo la Risurrezione di Cristo, “vita nuova” entrata in circolo.
Il cammino quaresimale è da percorrere insieme, sul tracciato della liturgia: l’ingresso in penitenza con l’austero rito delle Ceneri, il 10 febbraio; le sei domeniche “lucane”, cioè caratterizzate dalla lettura del Vangelo di Luca (scriba mansuetudinis Christi – Dante Alighieri) e le iniziative di solidarietà (specialmente a favore di un centro pastorale in Congo: un progetto lanciato da Caritas e Centro Missionario), di preghiera e di riflessione fino alla Settimana Santa e alla Veglia pasquale, sabato 26 marzo; Veglia alla quale tutti devono convergere, senza eccezioni.
Le guide per il cammino sono i nostri parroci, impegnati, tra l’altro, a farci visita nelle case, per dire “pace” e per portare, se gradita, la benedizione.
Non ci sarà vera risurrezione se i propositi, le aspirazioni, gli slanci non approderanno al sacramento della Riconciliazione (Confessione). Preparare la Confessione di Pasqua è la prima opera per vivere bene l’Anno Santo, Giubileo della Misericordia. La Lettera del Vescovo, che sta per essere recapitata alle famiglie, inizia con una provocazione: “Confessarsi o convertirsi?”. È vero, ci si confessa meno, ma ci si confessa meglio: si vive il sacramento alla ricerca di un più profondo cambiamento personale e meno come pratica abitudinaria.
Preghiamo perché ci sia dato di praticare, a nostra volta, le opere di misericordia, a partire dalla più difficile: il perdono. Buon cammino a tutti».

+ Andrea Turazzi
Vescovo di San Marino-Montefeltro