Omelia in occasione della Veglia dei giovani per la festa di San Marino

San Marino Città, 2 settembre 2019

(da registrazione)

1Gv 2,12-15
Sal 139
At 2,42-48
Mt 5,13-16

Cari ragazzi,

non so se tutti avete fatto caso al Salmo che è stato letto fra la prima e la seconda lettura, il Salmo 139. Si tratta di uno dei Salmi più vicini, più dialoganti con ciascuno di noi. Vi troviamo una cascata dei verbi che esprimono la prossimità affettuosa del Signore. Tutti abbiamo bisogno di essere amati e anche di sentircelo dire. Ho contato 21 verbi nel testo del Salmo tradotto in italiano. Come sapete, il verbo esprime l’azione compiuta dal soggetto. Il soggetto “scruta, conosce, intende, osserva, circonda, avvolge, penetra, pone la sua mano, guida, afferra, dà forma, tesse, fa meraviglie, ricama, ecc.”. Si potrebbe fare una meditazione su ogni singolo verbo. È bello sapersi conosciuti, capiti, avvolti, stimati dal Signore, che arriva a dire, in altri punti delle Scritture – e lo dice a ciascuno –: «Tu sei prezioso ai miei occhi… Ti ho disegnato sul palmo della mia mano» (Is 43,4.49,16). Lo sguardo del Signore non spia, ma ama, protegge, fa crescere, guarda il cuore. Tante volte le decisioni che si prendono vengono giudicate male dall’esterno, ma il Signore sa se nel cuore si è cercato di fare per il bene. La stima del Signore cava fuori il meglio da noi, vede il meglio di noi, crede in noi. Durante la Visita Pastorale mi è capitato di vedere, nelle fabbriche, dei cesti contenenti i prodotti riusciti male, gli scarti. Ebbene, l’Onnipotente non fa scarti. Se qualcuno nasce con dei limiti, aiuta tutti gli altri a cavar fuori il meglio di loro stessi. «Signore, tu mi hai fatto come un prodigio». Apriamo il nuovo anno con questa notizia: sono amato. Ho bisogno di saperlo e di sentirmelo dire.
Mi faccio un’ultima domanda: «Che cosa c’è nel mio cuore?». Qualcuno potrebbe rispondere come Alessandro Manzoni: «Un guazzabuglio» (cfr. I promessi sposi, cap. X). Chi ci capisce nel cuore? Ci sono tante contraddizioni. «Il cuore è inquieto – ha scritto un altro grande pensatore e santo, Agostino di Ippona – finché non trova il suo equilibrio, il riposo, la risposta» (cfr. Le Confessioni, I,1,1). Non sono un “cardiologo”, ma penso che il cuore è malato di desideri. Ha desideri incontenibili. Il più urgente è quello di dedicarsi a qualcuno. Ognuno di noi desidera amare, essere utile, far camminare, vivere quei 21 verbi. Se entrate nel vostro cuore sentirete anche voi che avete bisogno di avvolgere, proteggere, guidare, far crescere. C’è un versetto del Salmo 139 che dice: «Se salgo in cielo là tu sei, se scendo negli inferi eccoti». Possiamo mettere nella parola «inferi» le notti oscure, le tribolazioni, le angosce, i dispiaceri, i fallimenti… Una vita da risorti è sempre possibile. Gesù è in quella oscurità per illuminare e in quell’inferno – in qualunque tipo di inferno – per redimerlo. Così sia.