Omelia nella Festa di Tutti i Santi

Pennabilli (RN), Cattedrale, 1° novembre 2021

Ap 7,2-4.9-14
Sal 23
1Gv 3,1-3
Mt 5,1-12

  1. Tutti chiamati alla santità

Domenica 26 ottobre si è celebrata la beatificazione di una giovane ragazza di Rimini: Sandra Sabattini. Qualcuno di voi probabilmente l’ha conosciuta e incontrata.
Vorrei darvi testimonianza di quello che ho vissuto partecipando alla celebrazione. Siamo in sagrestia e cominciano ad arrivare le autorità a fare omaggio al cardinale Marcello Semeraro, delegato del Papa: il prefetto, il sindaco, il questore e tanti miei confratelli: l’arcivescovo di Pesaro, il vescovo di Urbino, il vescovo di Forlì, ecc. Appena usciti dalla sagrestia ci rendiamo conto che c’è una folla immensa. Si passa nel cortile di fianco alla Cattedrale, si arriva nella piazza piena di gente e mi viene spontaneo dire al vescovo di Rimini, mons. Francesco Lambiasi (siamo molto amici): «Guarda, qui c’è una ragazzina che ci sta mettendo tutti in fila!». Così siamo entrati in Cattedrale. Ho pensato: «Questa è la rivincita dei giovani!». Rimini ha tanti santi e beati giovani del nostro tempo, oltre a Sandra: Alberto Marvelli, Carla Ronci… Siamo tutti chiamati alla santità. La santità è una necessità per il cristiano.

  1. Santità: opera della grazia

Il Vescovo di Rimini legge la richiesta formale a papa Francesco perché «Sandra sia scritta nel numero dei beati». Ad accogliere la richiesta è il cardinale Marcello Semeraro, rappresentante del Papa come prefetto della Congregazione per la Cause dei Santi. Intanto che il cardinale pronuncia in latino la formula di beatificazione, allargo lo sguardo sulla folla presente in Cattedrale e mi commuovo: «Chissà quante Sandre sono qui tra noi». L’eroismo nel quotidiano. Ma è meglio non chiamare la santità eroismo, perché potrebbe mettere soggezione a tanti di noi: è un frutto della grazia!

In questi giorni sono molto preso dal Programma pastorale: voglio viverlo io per primo, non si tratta di un’organizzazione. Penso alla relazione tra il Padre e il Figlio. L’amore del Padre è infinito, eterno dono, che addirittura “non è”, perché tutto fuori di sé. Il Figlio è suprema accoglienza dall’eternità, da sempre. È grande amare, ma è altrettanto grande lasciarsi amare. In questa relazione d’amore c’è l’effusione dello Spirito, la terza Divina Persona. È emozionante pensare che ci è stato dato lo Spirito Santo, che cioè siamo collocati dentro a questo circuito di luce, di vita, di amore. Dunque, la santità è opera della grazia.

Mi piace sfogliare il diario di Sandra. La prima battuta è: «Sono piena di niente». Ed è per essere piena di Tutto.

  1. Ritmo, regola, rito

Intanto il postulatore legge una sintesi della biografia di Sandra; è breve, perché la vita di Sandra è stata breve – Sandra è morta in un incidente stradale all’età di 22 anni –, ma si capisce che è stata intensissima e normale: studio, sport, canto, amicizie, Associazione Papa Giovanni XXIII, preghiera e silenzio davanti all’Eucaristia, fidanzato, università, servizio… La volontà di Dio sempre, subito, con gioia. Le tre erre: ritmo, regola, rito! Il programma che possiamo fare nostro.

  1. Vita piena e possibile

Ci viene regalata una biografia di Sandra. Guardo le foto. La più bella in assoluto è quella scattatagli dal fidanzato in un momento di gioia: è la foto scelta per lo stendardo (il manifesto ufficiale) e per la stola data a noi sacerdoti. Vi si coglie bellezza, sorriso, luce negli occhi, persino movimento. C’è anche la foto di Sandra al mare in costume. Ci sono le foto da bambina che gioca con un Pinocchio di legno; da ragazzina sul podio dopo una gara sportiva (corsa di velocità); da universitaria, quando trova il tempo di aiutare un’amica disabile, e tante altre… Testimonianze di una vita intensa, animata da grandi e sostenibili, perchè possibili, ideali.

  1. Un unico amore

Un’altra foto mi colpisce in modo particolare: Sandra col suo kway in piazza con un pacco di giornali sul braccio da distribuire. Si intravvede il titolo di prima pagina: “Handicappati e lavoro” (si diceva così negli anni ‘70), segno della sua dedizione agli altri, ai meno fortunati, testimonianza dell’unico precetto che racchiude insieme amore a Dio e amore al prossimo. Alla scuola di don Oreste Benzi: carità che non si ferma all’elemosina, ma che diventa ascolto, apertura al sociale, impegno. A dieci anni aveva chiesto al Signore: «Ti prego, fa’ che io possa aiutare persone più bisognose di me» (Diario 15.1.1975).

  1. Il segreto

Anche di altri santi “moderni” esistono raccolte di fotografie (celebre la raccolta di santa Teresa di Lisieux, la prima ad avere un servizio fotografico suo, anche lei disinvolta, c’è persino una foto in cui partecipa ad una recita vestita da santa Giovanna d’Arco…). Le foto di Sandra descrivono una santità possibile, attraente, espressione del nostro tempo, bella! La santità è qualcosa di desiderabile: bellezza, gioia, pienezza di vita.
Sono tornato da Rimini commosso e pieno di desideri di santità. Forse solo suggestione? Detto così sembra facile, ma bisogna andare oltre alle fotografie, oltre alle cerimonie per vedere il segreto della santità. Qual è il segreto della santità di Sandra? Le foto colgono un attimo (un fotogramma), ma che cosa c’è sotto?
Consiglio di leggere il diario di Sandra per coglierne il segreto. Ecco qualche riga.
«Potremmo dire – scrive il 20 febbraio 1983 – che siamo ciò che preghiamo (per dire che la preghiera non è essere fuori dalla realtà). Mi sento come colui al quale, stolto, vengono date delle perle. La vita è un continuo morire giorno dopo giorno, ma è anche un continuo rinascere alla vita vera. Siamo intransigenti sul dovere di amare, non cediamo, non veniamo a compromessi, ridiamo di coloro che ci parleranno di prudenza, di convenienza, di giusto equilibrio e soprattutto crediamo nella bontà dell’uomo, perché nel cuore di ciascuno ci sono tesori d’amore. La più grande disgrazia che ci possa capitare è di non essere utili a nessuno e che la nostra vita non serva a niente. Vivere è saper amare».
Queste le ultime righe del diario, scritte due giorni prima di morire: «Non è mia questa vita che sta evolvendosi ritmata da un regolare respiro che non è mio, allietata da una serena giornata che non è mia; non c’è nulla a questo mondo che sia tuo. Sandra, renditene conto. È tutto un dono su cui il donatore può intervenire quando e come vuole. Abbi cura del regalo fattoti, rendilo più bello e pieno per quando sarà ora».
Sia lodato Gesù Cristo.