Omelia per la III Domenica di Avvento

Omelia di S.E. Mons. Andrea Turazzi

Maciano, 13 dicembre 2015

Sof 3,14-18
Fil4,4-7
Lc 3,10-18
La liturgia ci propone giorni di attesa, giorni segnati dall’invito alla gioia. È solo augurio? Contentino per il nostro cuore assetato? Sono giorni d’auguri e di canti natalizi… tanti applausi e buoni sentimenti. Grandi alberi di Natale nelle piazze… La gioia del Natale è solo atmosfera?
Siate sempre lieti nel Signore, ve lo ripeto: siate lieti. La vostra amabilità sia nota a tutti. Il Signore è vicino! (Fil 4, 4-5). Si può precettare la gioia? Non è forse un sentimento spontaneo? Oggi, in tempo di crisi, i motivi di gioia scarseggiano, ma non mancano del tutto, anche se appaiono fragili come giocattoli che si rompono subito o come profumi che svaporano in fretta. Gioisca chi può! I motivi di tristezza sembrano prevalere. La tentazione ricorrente è di lasciarsi cadere le braccia, un gesto istintivo che tradisce un pensiero nascosto, ma che si fa palese: non c’è speranza, non ne vale la pena… Basta aprire il giornale: la persistente minaccia alla pace, l’angoscia del terrorismo in agguato, i risultati piuttosto modesti, secondo alcuni, deludenti della conferenza di Parigi sul clima e, in casa nostra, la crisi di importanti istituti bancari che mette in crisi i piccoli risparmiatori.
La disperazione fu la tentazione che mise alla prova gli ebrei in cammino verso la terra promessa. Accadde quando l’acqua e il pane vennero a mancare: Il Signore è con noi, – protestavano – sì o no? Nella Parola di Dio non mancano gli avvertimenti e persino le minacce per provocare la conversione, ma più frequenti sono gli inviti alla gioia. Al di là della parola stessa, che ricorre 225 volte nell’Antico Testamento e 72 nel Nuovo, la gioia attraversa come in filigrana tutta la Scrittura. Il motivo della gioia è il Signore, la sua prossimità, la sua alleanza, il suo amore sponsale… Per questo si canta: Io gioisco pienamente nel Signore, la mia anima esulta nel mio Dio (Is 61,10). Hai messo più gioia nel mio cuore di quando abbondano vino e frumento (Sal 4,8). Esulto di gioia all’ombra delle tue ali (Sal 63,68). Nel Nuovo Testamento la gioia si manifesta incontenibile. Tutta la vicenda di Gesù è Vangelo: buona notizia! La religione cristiana è la religione della gioia e ogni persona che segue Cristo ne è messaggero. Qualche settimana fa un giovane professore di filosofia mi parlava del rapporto scienza–fede e, incalzato dalle mie domande, mi confidava il rapporto che, all’interno dell’università, ha con i colleghi non credenti: «C’è chi fa onestamente la sua ricerca, non crede e resta serio. Io – concludeva l’amico professore – al termine della mia ricerca dico: Dio esiste. E sorrido»! La gioia è il dono che il Cristianesimo fa al mondo.