Un giorno senza Maria è un giorno meno bello

Continua la nostra intervista sulla devozione alla Madonna, in vista del prossimo 13 maggio. In questo numero abbiamo il piacere di fare due chiacchiere con don Mirco, parroco di Novafeltria e Direttore dell’Ufficio Diocesano di Pastorale Giovanile e Vocazionale.

Cos’è, per te, la devozione alla Madonna?

La parola devozione purtroppo è andata in disuso nella lingua italiana ed è difficile afferrarne il significato. Nella sua origine latina significa fare voto di se stessi a qualcuno (solitamente una divinità) per qualcosa. Per me la devozione alla Madonna è affidarsi a Lei, amarLa con tenerezza di figli, imitarLa come esempio di discepola perfetta di Gesù, mettersi al Suo servizio per servire meglio il Regno di Dio.

Ci sono modi particolari per essere devoti?

Sì, sono molti i modi per essere devoti: appartenere a un gruppo, a una associazione o a una confraternita che ha come caratteristica quella di avvicinarsi a Dio attraverso la figura di Maria. Inoltre, anche a un livello solo personale, vi è la preghiera del Rosario, il legame con un Santuario legato alla Madre di Dio, l’uso dello scapolare o della medaglia miracolosa, ecc.

È difficile esserlo?

No, non è difficile amare la Vergine Maria, basta solo accorgersi della Sua presenza nella nostra vita e iniziare a vivere questo legame che ci unisce a Lei da sempre.

Come hai conosciuto questa forma di affidamento alla Madre Celeste?

La famiglia di mio padre è legata da secoli alla Madonna di Saiano (vicino a Montebello). Una delle prime preghiere che ho imparato nella mia vita è l’Ave Maria. Fin da bambino ho conosciuto e amato il Santuario della Madonna di Loreto e da ragazzo, con i pellegrinaggi dell’Ustal-Unitalsi, ho compreso sempre più l’importanza della Beata Vergine nella vita del cristiano. Negli anni della formazione in Seminario è stata fondamentale la figura della Madonna della Fiducia. Nelle parrocchie dove ho prestato servizio mi ha aiutato molto scoprire l’amore che il popolo di Dio nutre per la Vergine Santa e quanto la Sua presenza discreta ma potente opera nelle persone e nella Chiesa. Infine, l’esempio di San Giovanni Paolo II (e di altri santi) mi ha spinto ad approfondire sempre di più il legame con la Madre del Cielo.

Come esprimi, nel concreto, questa devozione?

Nell’affidarmi ogni giorno alla sua preghiera e al suo aiuto, nel pregare il Rosario, nel meditare sul suo stile di vita, nell’incoraggiare altri ad affidarsi con piena fiducia a Lei.

Secondo te: perché essere devoti?

Affidarsi e servire Maria è un grande aiuto per chi desidera essere cristiano e rende più facile il cammino di conversione e di evangelizzazione al quale il Signore continuamente ci chiama.

Questo voto è in grado di cambiare le persone?

La consacrazione a Maria se è desiderata, preparata bene e vissuta con fedeltà e docilità ha una grande forza di cambiamento in noi, nel tessuto ecclesiale e anche nella società.

Cosa hai percepito che possa essere cambiato in te?

La cosa più importante è sicuramente la trasformazione continua di tanti no o “ni” in SÌ: alla volontà di Dio, alla Sua Parola, alla Sua chiamata, alla vita, alla realtà, al prossimo.

C’è stato un momento particolare in cui hai sentito che questa devozione ti ha aiutato in maniera decisiva?

Sì, penso a varie situazioni dolorose che ho vissuto e anche a tante occasioni del servizio pastorale svolto in questi anni. Senza l’aiuto di Maria non sarei mai riuscito a reggere in tante circostanze oppure avrei girato a vuoto. Quando arriva la croce, quella vera, quella da cui istintivamente si cerca di scappare, Lei le sta davanti come una colonna alla quale ci si può appoggiare con fiducia e che ci fa rimanere in piedi. Quando invece arriva il giorno della Risurrezione o della Pentecoste Lei modera i facili entusiasmi e le dispersioni per tenerci nell’umiltà dietro a Suo Figlio.

A chi proporresti maggiormente di affidarsi alla Madonna?

A tutti e prima possibile. Un giorno della nostra vita senza la sua materna dolcezza e tenerezza è un giorno meno bello.