«Fate quello che lui vi dirà»

La Madre del Signore custodirà e parlerà al cuore di tutti

«Postino fai presto!»… Vorremmo che questo ultimo invito alla celebrazione del 13 maggio arrivasse per tempo. Pensiamo tuttavia che i lettori siano ben informati del grande evento di fede e di devozione che la Diocesi di San Marino-Montefeltro si appresta a vivere e che culminerà la sera del 13 maggio (ore 20:30) con l’atto di consacrazione della Diocesi, delle parrocchie e delle famiglie al Cuore Immacolato di Maria. Luogo dell’evento: il Santuario di Valdragone (RSM). L’invito è a mettersi tutti nel cuore della Madre: lei custodirà e parlerà ai cuori. Le sue parole sono già dette, ma sono sempre da ascoltare come nuove: «Fate tutto quello che lui vi dirà».

Sentiamo anche l’urgenza di affidarle l’umanità che sta vivendo i giorni oscuri di una “terza guerra mondiale a pezzi”. Fatima ci insegna che «fede, preghiera, sacrificio possono influire sulla storia più delle armi». Forse non tutti i lettori sanno che nella preparazione al “13 maggio” sono stati coinvolti anche i bambini ed i ragazzi. A loro è stato consegnato dai catechisti un quaderno attivo che li accompagna per tutto il mese di maggio. Pensando ai più piccoli, ci è venuto in mente il racconto del ragazzo di Harlem che, mettendo il suo dito nella crepa della grande diga, salvò nei Paesi Bassi una città dalla prepotenza del mare che premeva minaccioso.
Anche i bambini e i ragazzi sono protagonisti per la grande impresa nel cantiere della pace: lo sono con Maria, la madre di Gesù.
Ai lettori vorremmo mettere in cuore l’attenzione verso chi normalmente non pratica la fede. E – perché no? – osare l’invito: «La Madonna è madre di tutti: ha qualcosa da dirti». Generalmente, la Madonna è una figura amata. Ne fanno fede le frequenti raffigurazioni artistiche, le intramontabili melodie, le liriche sublimi e una sorta di universale istinto interiore verso di lei. Un grande teologo del Novecento, Hans Urs Von Balthasar, sottolinea: «L’immagine di Maria è inattaccabile; per gli stessi non credenti essa ha il valore di una bellezza intangibile, anche quando la si comprende non come immagine di fede, ma solo come simbolo augusto e di una portata semplicemente umana».

Un’ultima parola sul “dopo 13 maggio”: come custodire nel cuore delle nostre comunità e nelle nostre famiglie la grazia e le grazie di questa esperienza mariana? Bisogna mettere in conto i rischi della dissipazione estiva e la smobilitazione che, d’estate, caratterizza anche le nostre parrocchie. Ogni comunità ed ogni cuore fervoroso sapranno come rispondere a questa esigenza.
A Fatima, cent’anni fa, la Madonna ha dato appuntamento ai tre pastorelli ogni 13 del mese fino ad ottobre; cosa che al Santuario di Valdragone viene immancabilmente celebrata ogni 13 del mese con grande partecipazione di fedeli. Oltre a questo, proponiamo di riprendere l’esperienza già vissuta durante il recente Giubileo della Misericordia: convenire ogni primo sabato del mese da giugno a settembre in un luogo mariano della Diocesi. La proposta aiuterà le comunità a rilanciare la preghiera del Rosario e ad avere un ricordo particolare del Cuore Immacolato di Maria ad ogni primo sabato del mese.
Questa itineranza aiuterà a sentire sempre più “cara” la nostra Diocesi e a farci sperimentare quella peregrinazione nella fede che ha caratterizzato la vita di Maria.

(La Commissione “13 maggio”)

Parrocchie e famiglie accettano la sfida…

Devozione e consacrazione mariana nel contesto attuale

Si sta avvicinando il grande momento della Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria. Per capire come si vive l’evento nelle parrocchie, abbiamo rivolto alcune domande a due parroci, don Maurizio Farneti, parroco di Maciano e di Scavolino, e don Simone Tintoni, parroco di Serravalle (RSM).

Don Maurizio, quali sono i contenuti di questo avvenimento per una comunità?

Sappiamo bene che in tutte le parrocchie è molto forte il sentimento di affetto e di devozione nei confronti della Madre del Signore, perciò non è stato difficile per la gente capire l’importanza della Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria. Riscoprire il messaggio che la Madonna ha dato ai pastorelli di Fatima è sentire che quel richiamo alla conversione e alla preghiera è ancora pienamente attuale. Anche il mondo di oggi conosce guerre e ingiustizie di ogni genere e rischia di allontanarsi sempre più da Dio. Con questa Consacrazione l’intera Diocesi volge lo sguardo e la preghiera a Maria, perché sente la necessità di affidarsi a lei.

Come ci si sta preparando in parrocchia?

Ogni occasione è buona per prepararsi a questa Consacrazione. Il Rosario ogni 13 del mese è sicuramente il momento privilegiato, ma anche nelle omelie e nella preghiera dei fedeli durante le Messe, nel catechismo dei ragazzi o portando la comunione ai malati chiediamo a Maria di prenderci nel suo cuore. Una richiesta presente anche nella preghiera personale di ogni fedele.

Quale può essere, secondo te, uno dei motivi per cui si recita il Santo Rosario?

La preghiera del Rosario porta immediatamente a Maria. Noi affidiamo a lei le preoccupazioni della Chiesa e del mondo intero, le situazioni difficili che si vivono all’interno delle famiglie, soprattutto la preoccupazione per il futuro dei giovani, per la disoccupazione, per le separazioni e le malattie. È imitare i tre pastorelli di Fatima e prolungare la loro preghiera nel nostro tempo. Quello che Maria ieri ha chiesto loro, oggi lo chiede a noi.

Don Simone, come si vive in concreto la consacrazione a Maria?

Nella consapevolezza di essere amati da Dio, strumento del suo amore, attraverso una capacità rinnovata di offrire noi stessi, i sacrifici, piccoli o grandi che siano, per amore di Gesù, la conversione ed il perdono dei peccati nostri e del mondo intero.

Come si cura il culto mariano?

Io credo che lo si curi soprattutto attraverso un’assidua frequentazione della Sacra Scrittura, per diventare come Maria custodi della Parola, uomini e donne del silenzio, capaci di meditazione, grembo fecondo del Signore della vita, per generare ogni giorno il Signore attraverso le nostre parole, i nostri silenzi e i nostri gesti.

Che cosa rimarrà dell’essersi consacrati al Cuore Immacolato di Maria, dopo le solenni celebrazioni del 13 maggio?

Mi auguro un profondo e rinnovato amore per Gesù e per la sua Chiesa.
Il 13 maggio si consacreranno al Cuore Immacolato di Maria tutte le famiglie della Diocesi. Abbiamo chiesto anche a loro che cosa pensano di questa opportunità e come si stanno preparando e come vivono in famiglia quest’attesa.

 

Il 13 maggio si consacreranno al Cuore Immacolato di Maria tutte le famiglie della Diocesi. Abbiamo chiesto anche a loro che cosa pensano di questa opportunità e come si stanno preparando e come vivono in famiglia quest’attesa.

Chi è per voi Maria?

Durante il mese di maggio, a Novafeltria, è molto sentita la preghiera alla Madonna del Buon Consiglio, perché è un emblema e un simbolo della nostra Diocesi. Ciò rende la figura di Maria una figura di riferimento nel panorama della fede, per tutti!
(Famiglia Rinaldi, Novafeltria)

Vi state preparando a questo momento in famiglia? Come?

Da sempre Maria è presente nella nostra famiglia quale modello ideale per poter rispondere alle chiamate di Dio. Il sapere che la nostra Diocesi si consacra al Cuore Immacolato di Maria è davvero una gioia immensa. Poter affidarsi a Maria, perché inter
ceda verso il Padre per noi è davvero un evento molto importante. Per arrivare un po’ più preparati a questo incontro, stiamo rileggendo in famiglia la Parola di Dio approfondendo quanto Maria sia stata importante per poter dar corso alla salvezza che Dio ha voluto per tutti gli uomini. Stiamo inoltre approfondendo il messaggio di Fatima e i vari messaggi che riportano l’invito a pregare di più ed a fare quello che Gesù ci chiede. (Famiglia Gatti, Dogana)

Come si può vivere in famiglia questa consacrazione diocesana?

Le parole che Papa Francesco ha usato di recente per consacrare il mondo intero al Cuore Immacolato di Maria ci hanno fatto molto riflettere: «Maria ci porta per mano all’abbraccio del Padre della Misericordia».
Attraverso la preghiera e la penitenza la nostra famiglia si sta preparando a vivere questo momento provando ad aprire i nostri cuori e chiedendo il suo aiuto affinché ci segua nel nostro essere una famiglia davvero cattolica.
Ma soprattutto chiediamo a Lei, discepola perfetta di Cristo, che ci insegni a perdonare proprio come Gesù ha perdonato noi. Imitando le virtù di Maria potremo testimoniare l’Amore di Dio nella Chiesa e nel mondo. (Famiglia Capezzone, Borgo Maggiore)
Cosa vorreste dire alle altre famiglie della Diocesi?
L’augurio più grande che facciamo alle famiglie è che dalla consacrazione derivi un amore sincero verso Maria; che lei possa diventare “una di famiglia” a cui rivolgersi con confidenza, cioè con la fiducia dei figli. È un’occasione per tutti di riscoprire la tenerezza di Dio che ci ha dato sua Madre.
(Famiglia Caliendi, Carpegna)

Dono di grazia per l’umanità intera

Un popolo prende consapevolezza della prossimità della Madre del Signore

Ci sono notizie, avvenimenti, circostanze che assumono un rilievo particolare nella vita, la segnano come un riferimento fondamentale.
Quando il Vescovo ha indicato la sua decisione di consacrare al Cuore Immacolato di Maria la Diocesi, le parrocchie, le famiglie e ciascuno di noi, ho subito pensato ad un avvenimento dal rilievo grandissimo, come è stato per me la Visita Pastorale del Papa Benedetto alla nostra Diocesi.
Scrivo queste poche righe mentre scorrono le notizie terribili di quanto è accaduto ad Aleppo, dove un’autobomba ha ucciso più di un centinaio di persone che fuggivano dalla guerra, di cui la metà erano bambini: ma che colpe hanno questi bimbi?
È la nuova e terribile strage degli innocenti, perseguita dal fanatismo islamico.
Maria, madre degli innocenti, che hai vissuto l’orrore di quella strage da cui è stato preservato il tuo Figlio, aiuta l’umanità a ritrovare la pace, il rispetto, l’amore per la vita, per ogni uomo!
Che senso può avere oggi il gesto della consacrazione alla Madre di Dio? Il Vescovo ce ne ricorda il significato indicando la difesa della vita, la comunionalità e l’educazione. Credo che siano la frontiera della fede oggi. E credo anche – ripensando a quanto nella storia cristiana ha significato la devozione a Maria – che sia l’ultimo baluardo di una fede che non vuole scomparire dalla faccia della terra.

Mi vengono in mente alcune «immagini» di questo dono di grazia che è stata Maria per l’umanità intera.
Penso per esempio alla Madonna del Rosario, che a Lepanto ha sostenuto le truppe cristiane nella lotta contro il mondo mussulmano che stava per impadronirsi della nostra cultura e civiltà (come pure è accaduto sotto le mura di Vienna per la predicazione del beato Marco d’Aviano). Ma soprattutto ripenso a quello che ho visto e vissuto negli anni del santo papa Giovanni Paolo II, che ha indicato in Maria la strenua difensora della libertà della Polonia (e, attraverso la sua intercessione, di tutto il mondo sotto il giogo comunista).
Del resto proprio a Fatima la Madonna aveva chiesto preghiere per scongiurare i guai della guerra (e sappiamo come la presunzione dei governanti massonici ha irriso a tutte le richieste del Papa Benedetto XV) che ha causato tanti lutti e soprattutto la dissoluzione di una convivenza fondata su basi più umane perché più cristiane. Chissà che cosa sarebbe accaduto se la richiesta di consacrare la Russia al Suo Cuore Immacolato fosse stata presa in tempo! Forse non ci troveremmo in una situazione culturale, politica e religiosa così drammatica.

Credo allora che il gesto chiesto dal nostro Vescovo (e che mi auguro sia imitato da tutta la Chiesa) sia la più grande risorsa perché quel desiderio di pace, verità e giustizia, quindi di libertà, si possa realizzare nel nostro mondo.
Mi conforta l’avere ricevuto in questi giorni di Pasqua la confidenza di tanti – insospettabili – che hanno ripreso la pratica del Rosario. Con la consolante certezza che anche molti frutti, soprattutto educativi, hanno cominciato a realizzarsi.
Consacrazione a Maria quindi, la grande occasione per vivere il segreto della vita e della felicità.
(don Gabriele Mangiarotti)

Tutti i colori della festa

Sembra che le cose stiano davvero così: nessuno ormai, in diocesi, ignora quanto accadrà il prossimo 13 maggio. Sarà una festa? Certamente. Sarà anche un evento impegnativo? Senza dubbio. Quale il momento clou? L’atto di consacrazione al Cuore Immacolato di Maria di tutta la diocesi e delle realtà che la compongono: parrocchie e famiglie. La spiritualità che emana da Fatima avvolgerà la Chiesa di San Marino-Montefeltro, ravviverà la fede e si concretizzerà in una chiara testimonianza pubblica. Sarà un dono per tutti! Per chi è stato toccato dalla fede, per chi è in ricerca e per la società plurale in cui viviamo. La festa, perché sia veramente tale, deve colmare di gioia e di bellezza ogni cuore, ma esige anche preparazione. Percorriamo insieme i momenti che preparano il 13 maggio. Dal 7 maggio ogni comunità è invitata a progettare una speciale settimana mariana secondo proprie modalità. A Valdragone, presso il Santuario del Cuore Immacolato, tiene il suo convegno la Guardia d’Onore (associazione internazionale legata al Santuario). Nella serata di martedì 9 maggio, in un luogo pubblico, per facilitare la partecipazione di tutti, il dott. Vittorio Messori, celebre saggista, terrà una conferenza sugli eventi che accaddero a Fatima cent’anni fa e dei quali, l’allora Cardinale Ratzinger, scrisse: S’illuderebbe chi pensasse che la missione profetica di Fatima sia conclusa. Maria ha voluto apparire nell’unico posto in Europa che porta il nome della figlia prediletta di Maometto: Fatima. In quell’evento vi è un intreccio denso di enigmi insolubili e di misteri confortanti e allarmanti ad un tempo, che coinvolgono cielo e terra, papi e pastorelli, teologi e propagandisti, devoti e politici, cristiani e musulmani. Giovedì 11 maggio, suor M. Gloria Riva, monaca e critico d’arte, ci aiuterà a percorrere con un linguaggio multimediale un tratto dell’affascinante cammino dentro al tema mariano nella storia dell’arte. Venerdì 12 sarà per tutti una giornata penitenziale: digiuno, conversione e preghiera, parole che sono un invito del Cielo. Attraverso Maria, Dio chiede a ciascuno di tornare alla propria verità di creatura; in questo è racchiusa la certezza di essere figli dell’unico Padre e la responsabilità di essere fratello per ogni prossimo; ciò comporta superamento di egoismi e chiusure. Venerdì 12 sarà anche il giorno di convocazione di tutti i sacerdoti e i religiosi nella Casa di Valdragone. Trascorreranno insieme una giornata di studio e di preghiera insieme al Vescovo guidati da padre Gian Carlo Bruni, teologo esperto di mariologia. Finalmente, sabato 13 maggio, l’Unitalsi-Ustal organizza il pellegrinaggio a Valdragone per i prediletti della Madre del Signore: gli ammalati e i disabili. Una duplice sorpresa per il pomeriggio: si daranno appuntamento a San Marino i giovani consacrati, o in ricerca vocazionale, che dalla diocesi sono partiti o da fuori sono venuti tra noi per vivere una speciale chiamata di consacrazione. Per la cronaca si tratta di una trentina di giovani al di sotto dei 36 anni! La seconda sorpresa. Dalle 15 fino alle 20 si terrà una singolare staffetta: i Centri diocesani, le Associazioni e i Movimenti si alterneranno nella recita ininterrotta del Rosario, esperienza di intercessione e di testimonianza. Per tutto il tempo saranno disponibili molti confessori, perché ognuno possa suggellare con il Sacramento della Riconciliazione il cammino di conversione. La sera del 13 maggio, il momento centrale unitario e vertice di tutto il cammino, alle ore 20.30 celebrazione dell’Eucaristia, insegnamento per tutti tenuto da Mons. Decio Cipolloni (Vicario Generale della Prelatura di Loreto), processione aux flambeaux, solenne atto di consacrazione della diocesi. I canti saranno intonati da tutte le corali della diocesi che animeranno con un cuore solo e un’anima sola l’assemblea. La sera di domenica 14 maggio, la Corale della Basilica di San Marino offre un omaggio alla Madonna: una grande preghiera in canto. Verrà eseguito – è la prima nazionale – lo Stabat Mater di Karl Jenkins. Nei colori di questa festa non mancherà la vivacità dei nostri ragazzi e dei nostri giovani. Saranno certamente in mezzo a tutti, ma godranno di un momento speciale creato da loro; si tratta della GMG diocesana, sabato 20 maggio pomeriggio. Dai giovani prenderà poi il via un cammino sulle orme di Maria, Madre di Gesù, madre nostra e madre di tutti. (A cura della “commissione 13 maggio”)

Fede che incide nella storia

C’è una immagine che ha fatto il giro del mondo, anni fa, quando Lech Wałesa firmò quel trattato con il potere politico comunista di Varsavia che sanciva la libertà del sindacato Solidarność e che diede l’avvio a quella rivoluzione senza sangue che è stata la vittoria della fede vissuta sul regime inumano voluto da Mosca e accettato dai «compagni» di casa nostra: è quando il sindacalista cattolico usò, per siglare quell’accordo, una penna con una grandissima immagine della Madonna di Czestochowa. Del resto quella immagine accompagnò tutto il cammino di quel sindacato (e del popolo polacco) nella difesa della propria libertà e dignità. Anche se ora è difficile ritrovarla su internet, rimane l’immagine che è sempre stata sul bavero di Lech, e da qui non si può cancellare.
Quella immagine, che mi accompagna da quei giorni, mi ha fatto comprendere con più intensità e partecipazione il significato di quel gesto grandioso che il nostro Vescovo ha voluto per il centenario della apparizione di Maria SS.ma a Fatima, nel lontano 1917. E, ritengo personalmente, che questa iniziativa vada al pari della storica visita di Papa Benedetto XVI alla nostra Diocesi e alla nostra Repubblica.
In questi tempi pare oramai anacronistico parlare di devozione, perché tale parola sembra avere un risvolto intimistico e sentimentale (pur non essendo tale il suo significato originale).
Parliamo allora di culto mariano, cercando nel «coltivare» e nella «cultura» le radici di questo avvenimento che ci interroga e che si svolgerà il 13 maggio prossimo.
Mi aiuta a ripensare questo gesto una riflessione che ho appreso da Don Giussani: «In una storia in cui Dio si è incarnato, come prova del suo amore per gli uomini, l’essere impegnati nei problemi che il tempo ci pone è la prima forma di carità… Per questo un cristiano non può testimoniare l’annuncio acquietandosi nella facile affermazione della sua fede: la religiosità autentica che Gesù ha portato nella storia umana, e che la sua Chiesa continua a proporci, è profondamente incidente sulla storia». Possiamo così vivere questo atto di consacrazione al Cuore immacolato di Maria come la forma più autentica di amore all’uomo, al suo destino e a tutta l’umanità intera. Maria, la Madre di Gesù, considerata «Auxilium Christianorum» (e qui, in una terra che ha accolto con cuore aperto la presenza della famiglia di San Giovanni Bosco, tale titolo mariano ha ancora più risonanza nei nostri cuori) è all’origine della fioritura, nel nostro popolo, di opere di carità e cultura, di fede integra e compassione caritatevole. Vittoria sul male e sconfitta della riduzione del cristianesimo a ideologia (non per niente gli antichi dicevano «cunctas haereses sola interemisti in universo mundo» – tu hai sconfitto ovunque le falsificazioni eretiche della fede) ecco che da questo gesto tutti attendiamo la ripresa di una vita personale e comunitaria in cui prevalgano il bene, la verità e la misericordia. Non solo, ma guardando a Maria come colei che ha educato Gesù nella sua umanità, Le chiediamo di accompagnarci nel cammino così urgente della educazione dei nostri giovani. Tra loro troviamo tanti segni di speranza e tante esperienze di fallimento.
Sarà Maria, a cui consegniamo la nostra vita e i nostri cari, all’origine di una riscossa, di un sussulto di umanità? Non solo lo spero, ne sono certo, soprattutto vedendo i frutti che la recita del Rosario (come la ripresa della Adorazione eucaristica in molte parrocchie della nostra Diocesi e la presenza oramai decennale delle Monache dell’Adorazione eucaristica) porta nella vita delle nostre comunità.
E chissà se questa rinata esperienza della «devozione» mariana ci farà capaci anche di incontro e testimonianza con i nostri fratelli mussulmani. Questa sarà autentica accoglienza e integrazione.
(don Gabriele Mangiarotti)

Un messaggio di responsabilità e di speranza

Per tutto il secolo scorso, individui di ogni parte del mondo hanno sviluppato delle teorie per decifrare il messaggio nascosto dei tre “segreti” di Fatima, ma suor Lucia disse che l’interpretazione apparteneva non al veggente bensì alla Chiesa. La Chiesa ha il compito di interpretare i vari segni e i simboli di Nostra Signora di Fatima per offrire ai fedeli una chiara guida nella comprensione di ciò che Dio vuole rivelarci. Nell’immaginario comune si parla dei tre “segreti” di Fatima; in realtà, come accennato in un precedente articolo, esso è considerato un unico messaggio diviso in tre parti, di cui la prima riguarda la visione dell’inferno, la seconda la consacrazione della Russia al Cuore Immacolato di Maria, la terza l’invito alla penitenza e al sacrificio del Santo Padre, dei Vescovi, dei sacerdoti e dei martiri della Chiesa.
La parola chiave di questo “segreto” è il triplice grido di nostra Signora “penitenza, penitenza, penitenza”. La Madonna ha cercato di ricordare al mondo la necessità di allontanarsi dal male e di riparare ai danni provocati dai nostri peccati. Questa è la “chiave” per comprendere il resto del “segreto”.
Un altro aspetto importante è stato messo in rilievo nella relazione del 2000 che l’allora Card. Joseph Ratzinger, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, fece sulla interpretazione a livello teologico del terzo segreto. Egli scrive: Viene sottolineata l’importanza della libertà dell’uomo: il futuro non è affatto determinato in modo immutabile, e l’immagine, che i bambini videro, non è affatto un film anticipato del futuro, del quale nulla potrebbe più essere cambiato. Tutta quanta la visione avviene in realtà solo per richiamare sullo scenario la libertà e per volgerla in una direzione positiva… Il senso della visione… è… quello di mobilitare le forze del cambiamento in bene. Contrariamente alla convinzione popolare, dunque, le intense visioni offerte da Nostra Signora di Fatima non sono una previsione di quello che accadrà. Sono una previsione di quello che potrebbe succedere se non risponderemo all’appello alla penitenza e alla conversione del cuore che la Madonna ci ha rivolto. Quindi la Madonna ci presenta una visione della storia e delle vicende dell’uomo, non deterministica, soggetta ad un destino ineluttabile, ma una storia in divenire che può addirittura essere modificata con il nostro libero arbitrio.
In questo percorso un ruolo privilegiato è quello della preghiera (Rosario, primi cinque sabati del mese, riparazione etc.). Il pensiero va spontaneamente alla preghiera di Mosè che, quando sul monte alzava le mani, Israele prevaleva, mentre quando le lasciava cadere prevaleva Amalek. Ed è proprio in questo aspetto che la fede si manifesta non solo come rapporto personale e intimistico con il Signore, ma diventa esperienza che tocca la nostra realtà concreta di persone, del nostro vivere, del nostro costruire la città degli uomini affidata alla nostra responsabilità.
Infine, nonostante la descrizione apocalittica del “segreto”, soprattutto nella terza parte quando parla della morte del Santo Padre e della persecuzione dei cristiani, esso è un messaggio di speranza, perché alla fine il Cuore Immacolato di Maria trionferà. Pertanto  il “segreto” di Fatima ci dà speranza: in questo mondo lacerato dall’odio, dall’egoismo e dalla guerra, Satana non trionferà, e i suoi piani malvagi verranno ostacolati dal Cuore Immacolato di Maria. Ci potrà essere sofferenza nel prossimo futuro, del resto il cammino della Chiesa è tale fin dai suoi esordi, ma se ci aggrappiamo a Gesù e a Sua Madre con loro potremo costruire il destino dell’uomo e uscire vittoriosi. (Mons. Elio Ciccioni)

Un giorno senza Maria è un giorno meno bello

Continua la nostra intervista sulla devozione alla Madonna, in vista del prossimo 13 maggio. In questo numero abbiamo il piacere di fare due chiacchiere con don Mirco, parroco di Novafeltria e Direttore dell’Ufficio Diocesano di Pastorale Giovanile e Vocazionale.

Cos’è, per te, la devozione alla Madonna?

La parola devozione purtroppo è andata in disuso nella lingua italiana ed è difficile afferrarne il significato. Nella sua origine latina significa fare voto di se stessi a qualcuno (solitamente una divinità) per qualcosa. Per me la devozione alla Madonna è affidarsi a Lei, amarLa con tenerezza di figli, imitarLa come esempio di discepola perfetta di Gesù, mettersi al Suo servizio per servire meglio il Regno di Dio.

Ci sono modi particolari per essere devoti?

Sì, sono molti i modi per essere devoti: appartenere a un gruppo, a una associazione o a una confraternita che ha come caratteristica quella di avvicinarsi a Dio attraverso la figura di Maria. Inoltre, anche a un livello solo personale, vi è la preghiera del Rosario, il legame con un Santuario legato alla Madre di Dio, l’uso dello scapolare o della medaglia miracolosa, ecc.

È difficile esserlo?

No, non è difficile amare la Vergine Maria, basta solo accorgersi della Sua presenza nella nostra vita e iniziare a vivere questo legame che ci unisce a Lei da sempre.

Come hai conosciuto questa forma di affidamento alla Madre Celeste?

La famiglia di mio padre è legata da secoli alla Madonna di Saiano (vicino a Montebello). Una delle prime preghiere che ho imparato nella mia vita è l’Ave Maria. Fin da bambino ho conosciuto e amato il Santuario della Madonna di Loreto e da ragazzo, con i pellegrinaggi dell’Ustal-Unitalsi, ho compreso sempre più l’importanza della Beata Vergine nella vita del cristiano. Negli anni della formazione in Seminario è stata fondamentale la figura della Madonna della Fiducia. Nelle parrocchie dove ho prestato servizio mi ha aiutato molto scoprire l’amore che il popolo di Dio nutre per la Vergine Santa e quanto la Sua presenza discreta ma potente opera nelle persone e nella Chiesa. Infine, l’esempio di San Giovanni Paolo II (e di altri santi) mi ha spinto ad approfondire sempre di più il legame con la Madre del Cielo.

Come esprimi, nel concreto, questa devozione?

Nell’affidarmi ogni giorno alla sua preghiera e al suo aiuto, nel pregare il Rosario, nel meditare sul suo stile di vita, nell’incoraggiare altri ad affidarsi con piena fiducia a Lei.

Secondo te: perché essere devoti?

Affidarsi e servire Maria è un grande aiuto per chi desidera essere cristiano e rende più facile il cammino di conversione e di evangelizzazione al quale il Signore continuamente ci chiama.

Questo voto è in grado di cambiare le persone?

La consacrazione a Maria se è desiderata, preparata bene e vissuta con fedeltà e docilità ha una grande forza di cambiamento in noi, nel tessuto ecclesiale e anche nella società.

Cosa hai percepito che possa essere cambiato in te?

La cosa più importante è sicuramente la trasformazione continua di tanti no o “ni” in SÌ: alla volontà di Dio, alla Sua Parola, alla Sua chiamata, alla vita, alla realtà, al prossimo.

C’è stato un momento particolare in cui hai sentito che questa devozione ti ha aiutato in maniera decisiva?

Sì, penso a varie situazioni dolorose che ho vissuto e anche a tante occasioni del servizio pastorale svolto in questi anni. Senza l’aiuto di Maria non sarei mai riuscito a reggere in tante circostanze oppure avrei girato a vuoto. Quando arriva la croce, quella vera, quella da cui istintivamente si cerca di scappare, Lei le sta davanti come una colonna alla quale ci si può appoggiare con fiducia e che ci fa rimanere in piedi. Quando invece arriva il giorno della Risurrezione o della Pentecoste Lei modera i facili entusiasmi e le dispersioni per tenerci nell’umiltà dietro a Suo Figlio.

A chi proporresti maggiormente di affidarsi alla Madonna?

A tutti e prima possibile. Un giorno della nostra vita senza la sua materna dolcezza e tenerezza è un giorno meno bello.

Per vivere meglio il Battesimo

Appena due mesi fa, il 28 dicembre, moriva improvvisamente padre Augusto Savelli, il frate minore francescano popolare e amato dai sammarinesi. Faceva parte della commissione diocesana per il primo centenario di Fatima. Come rettore del Santuario del Cuore Immacolato era entusiasta di ospitare per il 13 maggio prossimo le celebrazioni della diocesi. Qualche settimana prima di morire ci aveva dato degli appunti che offriamo ai lettori sotto forma di intervista virtuale.

Padre Augusto, in che cosa consiste la “consacrazione al Cuore Immacolato”?

La consacrazione al Cuore Immacolato di Maria è una donazione totale e perpetua di tutto il proprio essere a Maria: corpo e anima con le loro facoltà per poter vivere meglio il proprio Battesimo in tutti i suoi doveri personali, familiari, religiosi, civili e sociali.

Che cosa comporta?

La consacrazione al Cuore Immacolato di Maria comprende quattro cose: donazione di sé a Maria, obbedienza a Maria, imitazione di Maria, apostolato mariano.
La donazione è il principale elemento della consacrazione al Cuore Immacolato di Maria. La donazione di se stessi a Maria deve essere fatta dall’interessato. Quando si tratta di persone morali: Chiesa, Nazioni, Diocesi, Parrocchie, ecc. la consacrazione dovrà essere fatta dalla competente autorità. La consacrazione comporta l’obbedienza a Maria. Sarebbe inutile donare a Maria tutto il proprio essere, il corpo e l’anima, se poi si rifiuta di seguire quanto lei ci dice, cioè «fate tutto quello che lui vi dirà» (Gv 2,5). La donazione, la consacrazione di sé al Cuore Immacolato di Maria, comportano necessariamente di dover ricopiare le sue doti, le sue virtù, come giustamente dice San Massimiliano Kolbe: «… chi più perfettamente si lascia condurre da lei nella vita interiore, partecipa maggiormente al suo spirito». Infine, la consacrazione spinge ad un apostolato mariano. «Gesù vuol servirsi di te per farmi conoscere ed amare» disse la Madonna a Lucia, ed è quello che la Madonna ripete a tutti i consacrati al suo Cuore Immacolato.

Anche la Madonna si impegna verso il suo consacrato? In che modo?

La consacrazione è un reciproco impegno tra il consacrato e Maria. Maria non si lascia mai vincere in generosità. La Madonna accetta il dono della consacrazione. È Maria che ha manifestato l’ardente desiderio di Gesù che tutto il mondo sia consacrato al suo Cuore Immacolato e lei, come buona madre, accetta il dono del suo consacrato e lo mette sotto la sua materna protezione. La Madonna collabora alla formazione spirituale di chi si consacra a lei. Maria si impegna alla formazione spirituale del suo consacrato. San Luigi Maria Grignion de Montfort scrive: «Evidentemente da quanto sono venuto dicendo si deve innanzitutto concludere che Maria ha ricevuto da Dio un grande potere sulle anime degli eletti […] formarli in Gesù Cristo e formar Gesù Cristo in loro». La Vergine lo ricolma di grazie chi si dona a lei. Maria è Mediatrice di grazia presso il suo Figlio e tesoriera di Dio. San Luigi Maria Grignion de Montfort scrive: «Dio Padre ha radunato una massa di acque che ha chiamato mare; egli ha pure riunito un insieme di tutte le grazie che ha chiamato Maria». La Madonna sarà la avvocata presso il suo Figlio per ogni suo consacrato. Maria è la Madre di Gesù, Maria è Corredentrice e sul Calvario ha offerto suo Figlio e se stessa per il bene dell’umanità. Ma quello che è più consolante è che la Madonna a Fatima promette ai suoi consacrati la salvezza eterna indipendentemente dai loro meriti passati. Li protegge e aiuta nelle difficoltà della vita. La Madonna è una madre buona e premurosa ed assiste il suo consacrato non solo nella lotta contro il male morale e nel cammino verso il Cielo, ma, se necessario, anche nelle difficoltà della vita presente. E lo assiste nel momento della morte. La morte è il momento più importante della nostra esistenza. Lì si deciderà la nostra sorte eterna. Beato chi avrà vicino a sé Maria a pregare e intercedere per lui.

Perché consacrarsi al Cuore Immacolato di Maria?

Perché è l’espressione suprema dell’amore filiale verso di lei. Un amore che non si limita a qualche pratica o alla recita di qualche preghiera, ma arriva alla donazione totale e perpetua di tutto il proprio essere. È un passo spirituale altamente qualitativo e che porta le anime nella possibilità di vivere e gustare le realtà soprannaturali.

In quale relazione sta la consacrazione al Cuore Immacolato con la consacrazione battesimale?

San Luigi Maria Grignion de Montfort scrive: «Gesù Cristo nostro salvatore, vero Dio e vero uomo, deve essere il fine di tutte le nostre devozioni: diversamente esse sarebbero false ed ingannevoli». Ogni fedele che non è unito a lui come un tralcio al tronco della vite cadrà, seccherà e non sarà utile che per essere gettato nel fuoco. Se dunque noi stabiliamo la solida devozione di Maria SS.ma è solo per offrire un mezzo facile e sicuro di trovare Gesù Cristo.

Penitenza e conversione

Fra i numerosi appelli della Madonna a Fatima, c’è quello alla penitenza, al digiuno e alla conversione, poiché, come abbiamo ricordato, la Madonna non ha messaggi propri, se non quelli del Vangelo di Suo Figlio. In questo richiamo della Vergine, non possiamo non cogliere l’appello di Gesù che iniziando la vita pubblica, nel Vangelo di Marco, comincia così il suo annuncio al mondo: Il tempo è compiuto, il regno di Dio è vicino. Convertitevi e credete al Vangelo. Oppure l’altro invito di Gesù che, parlando della presenza di satana nel mondo, avverte i suoi discepoli: Questa specie di demoni non si può cacciare in nessun altro modo, se non con la preghiera e il digiuno. Dunque preghiera, digiuno, penitenza, conversione sono le armi per sconfiggere il male e per restituire all’uomo la sua libertà e dignità di figlio di Dio e per ottenere la vita eterna. E precisamente è quanto chiede la Madonna ai tre pastorelli a Fatima. Il mondo rifiuta Dio, incamminato nella propria strada corre verso la perdizione; la Madonna ammonisce: o il ritorno a Dio o le tenebre dell’odio, della violenza del peccato e il rischio della dannazione eterna. E chiede ai tre Pastorelli la loro collaborazione, per potere invertire questo rischio, questa corsa dell’umanità verso l’autodistruzione. La richiesta di Maria a Fatima è valida anche in questo periodo storico, tanto turbato dai venti di guerra, dal terrorismo, dall’odio. Lei, la Donna Vestita di Sole, ci dà una risposta storica. Non esiste un destino immutabile; fede e preghiera, digiuno e penitenza sono potenze, che possono influire nella storia; alla fine la preghiera è più forte dei proiettili, la fede più potente delle divisioni. E solo il ritorno al Signore Gesù e al suo vangelo può cambiare il corso della storia e del destino personale di ciascuno di noi, per un fine di pace e di salvezza. E i tre pastorelli, nonostante la loro tenera età, avevano capito perfettamente il messaggio della Madonna, tanto che dopo le apparizioni la loro vita sarà sempre dominata da questa preoccupazione: pregare e fare penitenza per i peccatori. E infine per questo ritorno la Madonna ha chiesto la consacrazione del mondo al suo Cuore Immacolato.
San Giovanni Paolo II, così aveva parlato della consacrazione: Consacrare il mondo al Cuore Immacolato di Maria significa avvicinarci, mediante l’intercessione della Madre, alla stessa sorgente della vita, scaturita sul Golgota… significa ritornare sotto la croce del Figlio. Di più: vuol dire consacrare questo mondo al Cuore trafitto del Salvatore, riportarlo alla fonte stessa della sua Redenzione… Consacrarsi al Cuore di Maria vuol dire quindi arrivare a Gesù per la via più breve, al Figlio attraverso la Madre, per poter vivere con Lui una personale esperienza di amicizia e di amore. Quindi consacrarsi alla Madonna vuol dire, in sostanza, accoglierla come vera madre nella nostra vita, sull’esempio di Giovanni, perché lei per prima prende sul serio la sua maternità su di noi: ci tratta da figli, ci ama da figli, ci provvede tutto come a figli: perché una madre è parte di noi, della nostra vita, e non la si cerca solo quando se ne sente il bisogno. Ecco perché non è fuori luogo né fuori tempo celebrare l’anno centenario delle apparizioni e rimeditare il messaggio che da esse scaturisce: anche per noi c’è una speranza, possiamo ritrovare vie di pace e di fraternità, di giustizia e d’amore se c’è un vero cammino di conversione a Cristo e al suo Vangelo.
Anche noi come Chiesa diocesana il 13 maggio prossimo rinnoveremo la consacrazione al cuore Immacolato di Maria, il nostro desiderio di essere completamente suoi, di camminare come lei sulla strada che il Vangelo ci indica per essere realmente suoi figli e figli del Padre che è nei cieli e per ritrovare una speranza per questa vita e per l’eternità. (Mons. Elio Ciccioni)

In cammino verso Fatima

Le parrocchie del Vicariato Valconca e Valfoglia si ritroveranno la sera del 13 marzo p.v. alle ore 20:30 nella chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo in Macerata Feltria per la Veglia di preghiera in preparazione alla consacrazione della diocesi al Cuore Immacolato di Maria, come da tempo ha proposto il nostro vescovo Mons. Andrea Turazzi, nel Centenario delle apparizioni della Madonna ai tre pastorelli di Fatima. È il terzo appuntamento, dopo quello a San Marino (Valdragone) e quello a Novafeltria.
La chiesa dedicata all’Immacolata e a San Michele Arcangelo è stata edificata nel 1800 (1857-1875), in sostituzione della vecchia chiesa parrocchiale al Castello, e aperta per la prima volta nel 1904. Era stata resa inagibile il 14 agosto 2014 per il crollo di un tratto del cornicione interno. Ne è seguito un periodo laborioso di verifiche, perizie, progettazione e preparazione degli interventi da effettuare. I lavori hanno richiesto alcuni anni sia per la difficoltà di esecuzione che di reperimento dei fondi.
Oltre al contributo sostanziale dall’8×1000 della CEI e alle offerte generose raccolte in occasioni di celebrazioni, c’è stata la bella iniziativa chiamata “Un mattone per la chiesa”, proposta dai parrocchiani e dalla cittadinanza, che ha dato una notevole spinta a proseguire nell’opera.
La chiesa, dall’interno luminoso e spazioso, è ricca di pregevoli opere: due del 1600 (San Francesco e l’Assunta, un tempo nella chiesa di San Francesco) e due del 1800-85 di A. Conti: l’Immacolata e la Santa Famiglia; ma soprattutto la grande e bellissima Croce dipinta del 1394 di Olivuccio di Ciccarello (già Carlo da Camerino), anch’essa un tempo in San Francesco, perché a  Macerata Feltria, fino al periodo dell’unità d’Italia c’erano due conventi (San Francesco e Santa Chiara) poi confiscati  e venduti.
La Veglia si farà a Macerata, dietro suggerimento del Vescovo, sia perché la chiesa è molto capiente, sia perché è centrale rispetto alle varie località delle due vallate del Vicariato. (DGC)