11 maggio – Seconda tappa della Via Mariae: la Visitazione

Abbiamo detto che la nostra vita cristiana ha delle tappe – speriamo sempre in crescita – che possiamo rintracciare nella vita della Madonna. La vita della Madonna diventa lo specchio del nostro itinerario. Ieri abbiamo parlato dell’Annunciazione; anche noi abbiamo, nella nostra esperienza cristiana, dei momenti che configuriamo come “annunciazione”; ad esempio il nostro incontro personale con Gesù, o il momento della riscoperta della nostra fede, in cui il “sì” è divenuto veramente consapevole. L’inizio ha sempre una grazia speciale. Oggi vediamo una seconda tappa nella vita cristiana; la ravvisiamo nel racconto evangelico della Visitazione di Maria ad Elisabetta. La fede, infatti, si manifesta nella dimensione della reciprocità. L’incontro fra le due madri è ricco di suggestioni: Dio fa visita al suo popolo attraverso il bimbo che Maria porta in grembo. È la Visitazione di Maria ad Elisabetta, ma è anche la Visitazione di Dio al suo popolo. Giovanni, non ancora nato, danza davanti al Messia nascituro. Il clima di quell’incontro sembra riportarci alla gioia del re Davide e di Gerusalemme quando viene accolta l’arca dell’Alleanza. Le due mamme ci ricordano come anche noi viviamo della fede degli altri. Non sarei credente se non avessi avuto una famiglia, una comunità, delle persone che mi hanno trasmesso la fede. Maria ed Elisabetta fanno a gara a cogliere l’una nell’altra l’azione di Dio. Allo stesso modo la presenza dei fratelli accanto al nostro cammino di fede ci fa attenti a non chiuderci nel rischio del soggettivismo e dell’individualismo. Il noi della fede è la casa della fede personale. Non per niente la prima parte del Catechismo della Chiesa Cattolica inizia con l’espressione: «Io credo, noi crediamo».

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Quale potrebbe essere una prospettiva per noi? Essere consapevoli della dimensione comunitaria della fede. La fede la si vive insieme. In concreto, propongo che in famiglia non solo si preghi insieme qualche volta, ma che ci si dichiari il patto dell’amore reciproco oppure si ricordi il brano di Vangelo della domenica precedente, facendone oggetto di una reciproca intesa.
Continuiamo il “gioco del prediletto della Madonna”.