Comunicato stampa per le Istanze d’Arengo

 

CGGIn considerazione delle tematiche dibattute in questi giorni in Consiglio Grande e Generale e dell’esito della votazione riguardante alcune delle Istanze d’Arengo che erano state presentate lo scorso ottobre, la Diocesi di San Marino-Montefeltro desidera esprimere le seguenti valutazioni.

Rispetto all’Insegnamento di Religione Cattolica (IRC), confermato dal Consiglio Grande e Generale con la scelta di respingere le Istanze d’Arengo proposte su questo argomento, l’Ordinario diocesano esprime la propria disponibilità al dialogo ed al confronto con il Governo, come richiesto nell’Ordine del Giorno approvato, al fine di ridefinire, aggiornare e formulare di comune accordo, ed in maniera più chiara possibile, gli aspetti normativi riguardanti l’IRC, con particolare riferimento allo status degli insegnanti, ai titoli di studio ed alla programmazione della materia.

Riguardo alle Istanze d’Arengo presentate dal Coordinamento delle Associazioni, delle Aggregazioni Laicali e dei Movimenti ecclesiali (stipulare una convenzione fra lo Stato e le Associazioni a sostegno delle donne in gravidanza e perché fosse esplicitato il principio della dignità e della inviolabilità della vita umana dal concepimento alla sua fine naturale) e condivise così ampiamente dalla cittadinanza, a prescindere dall’esito riscontrato in sede consigliare, la Diocesi di San Marino-Montefeltro conferma l’apprezzamento per l’impegno manifestato dalle suddette Associazioni, Aggregazioni Laicali e Movimenti ecclesiali per contribuire alla crescita del tessuto sociale e al sostegno di coloro che vivono in particolari situazioni di difficoltà e disagio, concretizzando con le opere i principi di solidarietà e sussidiarietà, che sostanziano la Dottrina Sociale della Chiesa e i valori su cui si fonda la Repubblica di San Marino.

È necessario, invece, fare una riflessione a parte sulle due Istanze d’Arengo giudicate a suo tempo ricevibili ed ora approvate dal Consiglio Grande e Generale, riguardanti materie di culto di esclusiva pertinenza dell’Autorità Ecclesiale, in quanto attinenti al Diritto Canonico, e non già al Diritto Ecclesiastico, e legate alle attività precipue che si svolgono in luoghi considerati pubblici, ma nei quali si svolgono celebrazioni liturgiche cattoliche. Nella salvaguardia del più alto diritto alla libertà religiosa, infatti, spetta ai soli e singoli soggetti religiosi, in questo caso la Chiesa Cattolica, la regolamentazione dell’amministrazione dei Sacramenti e dei Sacramentali, come anche quella della destinazione delle offerte raccolte all’interno dei luoghi di culto durante tali celebrazioni. La Chiesa Cattolica ha il dovere di non lasciare che il momento così solenne e definitivo della vita dei suoi fedeli possa trasformarsi in altro. Nulla vieta, come già avviene, che le Associazioni che ne fanno richiesta possano raccogliere i fondi destinati alla loro attività in luoghi adatti come la camera ardente dell’ospedale di Cailungo o al di fuori dei cimiteri o comunque al di fuori della chiesa.

Infine, per maggiore chiarezza sull’Istanza d’Arengo riguardante lo spostamento del Crocifisso nella Perinsigne Basilica di San Marino, non approvata dal Consiglio Grande e Generale, si ricorda che i dettami dell’Accordo del 1992, ratificato da San Marino e Santa Sede, alla lettera f) prevedono che “L’autorità ecclesiastica, se necessario, predisporrà, d’intesa con quella civile, l’adeguamento strutturale della Basilica alle norme canoniche e liturgiche, tenendo ogni possibile conto delle esigenze derivanti la particolare destinazione dello stesso edificio di culto alle celebrazioni di rilevanza istituzionale per la Repubblica”. In considerazione del fatto che anche il crocifisso fa parte degli arredi liturgici, la sua collocazione al centro della navata è stata dovuta ad argomentazioni condivise tra l’Autorità Ecclesiale e l’Autorità Civile, che dovranno intervenire in sinergia per ogni successiva modifica e pertanto non è opportuno tornare su quanto deciso ad ogni cambio di Autorità.

Queste considerazioni, di natura pastorale e giuridica, si ritengono utili al fine di chiarire e confermare i rispettivi ambiti dello Stato e della Chiesa diocesana, della laicità benintesa come della libertà religiosa, che, nei secoli e in particolare negli ultimi anni, hanno sempre trovato profondo giovamento da una stretta collaborazione.  Tale collaborazione si è rivelata particolarmente proficua nell’assistenza ai cittadini più in difficoltà o nel trovare le soluzioni per l’accoglienza, anche a livello internazionale, di coloro che si sono trovati in situazioni di indigenza. Una collaborazione ed una presenza che la Chiesa diocesana intende confermare, senza invasioni di campo, per la realizzazione del bene comune.

Ufficio Comunicazioni Sociali
Diocesi di San Marino-Montefeltro

XX anniversario Carità senza Confini

Percorsi di Teologia 6/7

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Omelia VII domenica del Tempo Ordinario

Omelia di S.E. Mons. Andrea Turazzi

Corpolò (RN), 18 febbraio 2017

Lv 19,1-2.17-18
Sal 102
1Cor 3,16-23
Mt 5,38-48
La parola di Gesù «Ma io vi dico», ha risuonato nel nostro cuore per tutta la settimana: ci era stata consegnata domenica scorsa. E risuonerà ancora, forte e rassicurante: è una parola divina, pronunciata con autorità. Chi si è lasciato coinvolgere ha trovato persino facile quello che sembrava insormontabile. C’è chi ha vinto tentazioni. C’è chi ha perseverato a camminare su un percorso scomodo. Davvero le parole di Gesù smascherano la meschinità dei nostri adattamenti e la nostra mediocrità.
Gesù radicalizza le esigenze della volontà di Dio fissata nei comandamenti dettati a Mosè. A noi non resta che ripetere, come Pietro: sulla tua parola getterò le reti. Come dire: «Lo vuoi tu?… Lo voglio anch’io»!
Dopo le prime quattro antitesi (si chiamano così le proposizioni imperniate sul Avete inteso che fu detto… Ma io vi dico… ne seguono altre due ancor più clamorose, riguardanti il perdono e l’amore al nemico.
Alla legge della giungla: Sette volte sarà vendicato Caino ma Lamech settantasette (Gen 4,24), era subentrata la legge del taglione che esprimeva l’esigenza di reintegrare il diritto leso, senza andare oltre: Occhio per occhio, dente per dente, mano per mano, piede per piede (Es 21,25), una legge presente anche nel codice di Hammurabi, apparentemente cruenta, ma in realtà era una conquista civile, che voleva limitare la pratica della vendetta sproporzionata. Gesù contrappone alla legge del taglione il perdono ed esclude totalmente lo spirito di vendetta. Le sue parole acquistano ancor più valore dal fatto che le ha messe in pratica per primo, quando è stato portato in giudizio, spogliato, schiaffeggiato, e insultato non rispondeva l’insulto; soffrendo non minacciava, ma si affidava a Colui che giudica rettamente (1Pt 2,23).
Seguono quattro esemplificazioni tolte dalla vita del tempo di Gesù, da non prendere letteralmente, ma nel loro significato. Sono situazioni che Gesù vivrà nella sua passione…
Porgere la guancia sinistra: non implica un atteggiamento passivo, ma il desiderio di far riflettere l’avversario e arrivare ad un accordo pacifico: inibire l’aggressività che acceca.
Cedere anche il mantello: al tramonto del sole il creditore era tenuto alla restituzione del mantello preso in pegno; la tunica invece poteva essere pignorata. Gesù supera tale direttiva, per amore di pace. A chi pretende la tunica dare anche il mantello, fino al punto di rimanere disarmati, quasi nudi, davanti all’avversario.
L’esempio del percorso di un miglio di strada presuppone la prassi della requisizione per un servizio pubblico. Gesù comanda la disponibilità totale; impone generosità verso tutti, anche verso i malvagi. Questa frase fa pensare alla costrizione a cui fu sottoposto il Cireneo: portare la croce al posto di Gesù (cfr Mt 27,32).
L’ultima antitesi costituisce il vertice di tutta la serie. Per il discepolo ogni persona, persino il nemico, deve essere prossimo a prescindere da razza e religione. La frase citata da Gesù si trova in Lev 19,18, ma senza la seconda parte: e odierai il tuo nemico; frase che non si trova in nessun luogo dell’AT. Un detto proposto, al tempo di Gesù, nella Regola della Comunità degli Esseni, divenuto probabilmente una massima popolare. Più probabilmente Gesù si rivolge agli scribi e ai farisei di cui parlava all’inizio del discorso della montagna: Se la vostra giustizia non supera quella degli scribi e dei farisei… (Mt 5,20). Un testo rabbinico del secondo secolo diceva: «Ama tutti questi, ma odia i settari, gli apostati, e gli informatori». Se il testo allude ai giudeocristiani, il Gesù di Matteo starebbe addirittura insegnando a non rispondere agli avversari con la stessa moneta, ma con l’amore per i nemici.
L’idea che Gesù ha della perfezione tornerà nuovamente, più avanti, quando la proporrà al giovane ricco (Mt 19,16-22). Matteo è l’unico tra gli evangelisti a usare questa parola (è attestata qualche volta in Paolo, nella prima Lettera di Giovanni e in Giacomo). Tuttavia l’aggettivo è radicato nell’AT con diversi significati: viene detto di Israele perché popolo profetico e differente da tutte le altre nazioni (Deut 9,13), dell’uomo che ha il cuore rivolto interamente verso Dio (cfr 1Re 11,4), degli animali da immolare a Dio (cfr Es 12,5). Dal contesto si può ritenere che Gesù intenda che la perfezione consiste nell’andare oltre la lettera della Legge, ma nell’accoglierne il cuore.
Anche altri maestri dell’umanità hanno propugnato l’amore per il nemico; l’insegnamento di Gesù però assume una valenza completamente nuova, sia per il suo esempio, sia per la motivazione: l’imitazione della perfezione del Padre celeste. Letta in parallelo con l’evangelista Luca la perfezione è la misericordia stessa di Dio: Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro (Lc 6,36).

Dottrina Sociale della Chiesa

10° anniversario

Incontro pubblico

E’ noto il dibattito che tre Istanze d’Arengo stanno suscitando circa l’insegnamento di Religione Cattolica (IRC) nelle scuole della Repubblica, un dibattito che si vuole corretto e attento alle esigenze di tutti, in primis a quelle dei bambini, dei ragazzi e dei giovani, alle prese con la maturazione integrale della persona.
Sono loro, bambini, ragazzi e giovani, al centro delle nostre considerazioni. Ma la questione dell’IRC investe anche fattori istituzionali, di inclusione di altre esperienze religiose, di fedeltà all’identità culturale sammarinese e di rapporti con la Chiesa Cattolica.
Le aggregazioni di ispirazione cattolica invitano le loro persone ad una serata di colloquio con esperti sull’argomento e di ascolto di esperienze didattiche di IRC.
L’incontro è aperto a tutti i cittadini e si tiene in luogo pubblico

lunedì 20 febbraio ore 21

presso la Sala Montelupo, Castello di Domagnano (p.zza F. da Sterpeto, 12 – RSM).
Per alcuni sarà un’occasione di approfondimento giuridico e culturale della questione e per tutti esercizio di vera laicità.

Carità senza confini

Udienza col Santo Padre per gli sposi novelli

GLI SPOSI NOVELLI INCONTRANO PAPA FRANCESCO
L’invito del Vescovo Andrea alle coppie che hanno celebrato le nozze nel 2016-17

Carissimi,
che bello poter prolungare la gioia delle vostre nozze e rendere sempre più luminoso il progetto di vita che state realizzando!
Che la routine e lo stress non abbiano mai a spegnere l’amore e l’entusiasmo… Per questo vi propongo insieme agli amici della Pastorale familiare un pellegrinaggio a Roma per incontrare papa Francesco.
Abbiamo la possibilità di essere ricevuti all’Udienza Generale e di essere ammessi – come sposi novelli – al “baciamano” (così viene chiamato il saluto personale al Papa).
L’invito viene esteso a tutte le coppie che hanno celebrato le nozze nel 2016 e nel 2017 (sposi novelli!).
È previsto il viaggio in pullman con partenza martedì 13 giugno al mattino e rientro mercoledì 14 giugno alla sera (per i dettagli vedi allegato). Per l’Udienza è richiesto l’abito nuziale.
Sono lietissimo di accompagnarvi e presentarvi al Santo Padre
Il vostro vescovo

+ Andrea Turazzi

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Uscita culturale a Mantova