24 maggio – Vento impetuoso

Bartolomeo, proviene da Cana in Galilea, il paese dove Gesù andò per la festa di nozze in cui cambiò l’acqua in vino. Bartolomeo è l’amico di Filippo, del quale il Signore disse: «Ecco un vero israelita nel quale non c’è inganno». Alle parole del Maestro, Bartolomeo rispose con la professione di fede messianica: «Rabbi tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re di Israele». Notate: tre giorni dopo la chiamata di Natanaele, si celebrarono le nozze di Cana. «È difficile raccontare quello che ho provato nel momento della effusione dello Spirito Santo», dice Bartolomeo. «Hanno detto bene quelli che hanno parlato prima di me paragonando lo Spirito Santo al soffio del vento, colto nella sua potenza irresistibile, come una misteriosa forza di vita (tra l’altro è attraverso il vento che si diffonde il polline delle spore)». «Bisogna sperimentarlo – continua Bartolomeo –, questo soffio impetuoso, spesso continuo, nel deserto, per notti e giorni, dal sibilo a volte furioso e terrificante… Quella volta, nel cenacolo, udimmo questo vento fortissimo, immagine di una potenza divina. Era lo Spirito di Dio Creatore e Conservatore della vita. Il vento è come il respiro: “Se ritiri il tuo respiro, (le creature) muoiono e tornano nella polvere; mandi il tuo alito, – dice il Salmo – e vengono creati e rinnovi la faccia della terra”. Abbiamo imparato dalle Scritture che le azioni dello Spirito di Dio, sono le azioni stesse di Dio. I nostri profeti non hanno avuto bisogno, come i sacerdoti e i profeti pagani, di assumere droghe o di bere bevande inebrianti per cercare l’esperienza di Dio. La presenza dello Spirito di Dio la si sperimenta nella preghiera, nel silenzio e nell’interiorità. Se ascoltassimo quella voce!». Capitò al profeta Elia, mentre era in fuga dalla regina Gezabele, di raggiungere il deserto e, dopo il deserto, il monte Oreb e sentì come un grande frastuono. Ma Dio non era nel frastuono. Sentì la potenza di un vento gagliardo, ma Dio non era in quel vento gagliardo. Sentì come un terremoto, ma Dio non era nel terremoto. E poi ci fu un soffio leggero, impercettibile; in quel silenzio – raccontano le Scritture – Elia incontrò il Signore».
«Nel cenacolo – conclude Bartolomeo – si è sentita questa presenza sconvolgente. Anche la gente che passava accanto ne ha avuto esperienza diretta: “Venuto quel fragore, la folla si radunò e rimase sbigottita”. La voce dello Spirito si fa sentire forte e discreta nello stesso tempo!». Giovanni nell’Apocalisse scriverà: «Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese». Una parola che ripeté per ben sette volte, dopo aver interloquito con ciascuna delle sette Chiese dell’Asia Minore.

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Un impegno importante per la giornata di domani è ascoltare le buone ispirazioni dello Spirito Santo, attraverso cui Dio si fa sentire. Traduciamole subito in azioni concrete. Continuiamo il gioco del “prediletto” della Madonna nella nostra famiglia.