Torniamo così!

Nelle conversazioni informali sulle poltrone della hall o per strada vengo a sapere che i nostri pellegrini hanno imparato la strada per raggiungere la Grotta di Massabielle. Non sono – intendiamoci – “visitatori notturni” come Nicodemo, soltanto cercano un dialogo più personale e segreto con la Madonna. Il programma, infatti, continua ad essere fittissimo, fino all’ultimo, foto di gruppo compresa… Questi momenti segreti te li devi conquistare! Sono preziosissimi. Ho ribadito più volte ai miei compagni di viaggio di stare in atteggiamento di ascolto: la Madre del Signore parla col suo silenzio. Assolutamente nulla di straordinario o di miracoloso, straordinarie semmai sono le parole di Maria riferiteci dai Vangeli, ad esempio: «Fate tutto quello che lui vi dirà». Anche noi siamo suoi figli come lo è la piccola Bernardette. Sono anche per noi le parole della “Bella Signora”.

Mercoledì 11 maggio è giornata di partecipazione alla Messa internazionale. Celebra l’Arcivescovo di Rennes, cordialissimo ed elegante (un francese!). Si entra in un’immensa chiesa sotterranea (non so quante migliaia di persone possa ospitare). Al centro e sopraelevato un altare semplice e candido. Attorno centinaia di concelebranti. All’organo, che guida il coro possente, siede eccezionalmente J. Lécot, una celebrità per gli esperti del canto liturgico. Si deve in gran parte a lui lo stile inconfondibile dei canti lourdiani a responsorio, che anche noi in parte conosciamo. Testi liturgici e canti sono nelle lingue moderne principali; in latino le parti fisse e le parole della consacrazione. Mi viene da benedire la riforma liturgica del Vaticano II: solennità e semplicità, silenzi e acclamazioni, novità e tradizione si compongono in un’armonia che favorisce la preghiera. Si percepisce il posto che ciascuno ha nella Chiesa universale.

A Lourdes, te ne rendi conto “abitandoci”, sia pure per qualche giorno, c’è un’economia fiorente. La figlia del mugnaio, Bernardette, attira dal 1848 in quel piccolo borgo milioni di persone. In termini economici significa lavoro, commercio, comunicazioni, ospitalità alberghiera e un indotto imponente. Lourdes non era molto diversa da qualunque dei nostri borghi. Provo ad immaginare: Piandimeleto, Perticara, Casteldelci… Un borgo con tanto di stazione ferroviaria internazionale e il suo aeroporto! In verità tutte queste persone vengono per la Santa Vergine. Nello spazio amplissimo del Santuario neppure un negozietto o una tabaccheria o un caffè. È stata fin dall’inizio la scelta avveduta di chi ha protetto questa oasi di spiritualità. E Bernardette? Sparita, letteralmente, in un convento al centro della Francia presso le suore di Nevers. La Madonna le ha detto: «Non ti prometto la felicità in questo mondo…».

Uno dei momenti più significativi e personalmente più attesi è senza dubbio la condivisione serale, vera e propria comunione d’anima. Tre sere su tre! Nonostante la stanchezza. Si impara pian piano a conoscere dei compagni di viaggio prima i nomi e le provenienze, poi qualcosa di più, di più profondo. Si preferisce evitare “catechismi”, vengono fuori piuttosto esperienze vissute. Per iniziare si comincia col riportare una “foto” che si è impressa nel cuore.

È ora di tornare: qualcuno vede questo rientro come la discesa dal Tabor, inevitabile e necessaria, ma con una luce che ti promette di trasfigurare il quotidiano. Qualcun altro ci confida la lettura che ha dato ad un’insolita dimenticanza – ha lasciato a casa il cellulare di lavoro -: «Ho vissuto la dimenticanza come una rivincita della Madonna: “Ti voglio tutta per me!”».

Siamo già in aereo. Ci vengono ricordate le parole di Gesù sulla croce: «Donna, ecco tuo figlio, figlio, ecco tua madre». Il nostro proposito: prendere Maria a casa nostra. Torniamo così!

+ don Andrea

Se non ti immergi non puoi capire…

Nel comune sentire Lourdes è luogo di sofferenze consegnate alla Madre. Questo balza evidente anche nelle conversazioni fra gli amici che compongono la nostra carovana. Ma si consegnano anche dolori dell’anima e ferite del cuore. Eppure, paradossalmente, a Lourdes respiri un’atmosfera di gioia. Colpisce l’internazionalità fatta di relazioni semplici, spontanee, senza barriere.

Abbiamo dedicato un bel po’ di tempo ad incontrare il presidente del “Bureau des Constatations Médicales”, dott. Alessandro De Franciscis, il primo italiano incaricato a presiedere l’équipe che verifica le presunte guarigioni. Si definisce, sorridendo, “il più inutile dei medici”: deve, infatti, constatare che non c’è la malattia. E lo fa con tutto il rigore. Qui la scienza è superata, ma non sottovalutata. Al contrario. Alla scienza la responsabilità di dichiarare che l’eventuale guarigione non ha spiegazioni. Dal 1848 sono settanta i miracoli riconosciuti come tali. Il dott. De Franciscis ci tiene a bocca aperta per oltre un’ora. Ci ricorda i criteri per la verifica: diagnosi certa, prognosi grave, assenza di segni premonitori, guarigione istantanea, completa, durevole, certezza non vi siano spiegazioni. Ci racconta varie esperienze e imparte una vera e propria catechesi sul miracolo, ridimensionando le attese miracolistiche, riportandoci ai miracoli di Gesù e raccomandando di prendere il miracolo come un segno. Così è nei Vangeli: Gesù testimonia la vicinanza ai sofferenti e la sua cura per i fratelli. A Lourdes avvengono i miracoli, e sono tantissimi: conversioni, riconciliazioni, recupero di senso, svolte per la vita…

Restiamo affascinati dalla vita di Bernardette Soubirous: una ragazzina povera, analfabeta, figlia di un mugnaio che chiude per fallimento… Bernardette, nella grotta di Massabielle (grotta-rifugio per gli animali), vede la Bella Signora. Più avanti dirà che suo compito non è far credere all’apparizione, ma raccontare quanto accaduto. Affidabilità della veggente e frutti spirituali sono i criteri che inducono il vescovo di Tarbes a riconoscere le apparizioni. Ci piace constatare come Bernardette consegni alla Chiesa la sua esperienza. Bernardette chiede alla Signora il suo nome. Lo riferirà al parroco che resta sbalordito: come fa una ragazzina analfabeta in uno sperduto villaggio tra i Pirenei ad “inventarsi” un nome così teologicamente preciso e nuovo? La proclamazione del dogma dell’Immacolata è appena di qualche anno prima. La Madonna parla a Bernardette nel suo dialetto.

Altre due esperienze fortissime hanno caratterizzato la giornata: le due processioni. Siamo appena rientrati dalla seconda, al seguito dell’immagine della Madonna di Lourdes. Una folla immensa, ed è di martedì, un giorno del tutto comune. Siamo stati in processione con i flambeaux: canti, preghiere, silenzi… Quello che mi ha commosso di più non è tanto la coreografia, ma la fede semplice della gente. C’è chi si inginocchia, chi congiunge le mani come fosse da solo, chi si asciuga una lacrima. Se non ti immergi non puoi capire… Resto ben vigile. Non voglio cedere alla suggestione. Vedo in me e negli altri la prova che siamo con i piedi per terra: sono i gesti concreti di attenzione agli altri e gli atti di amore, la fatica senza lamenti. Oggi un’amica ha verificato col suo orologio elettronico che abbiamo percorso quasi 12 chilometri. Tanta strada: dall’albergo alla Grotta, dalla casa di Bernardette al Centre Médicales, da una processione (al seguito dell’Eucaristia) alla processione serale…

Ma il percorso più significativo è quello interiore, che tanti di noi hanno cercato dopo due giorni così intensi di spiritualità. Si cerca la “sosta” per un colloquio personale: ci siamo proposti di fare spazio e silenzio per quello che la bella Signora di Lourdes vuole dirci.

+ don Andrea

 

Qui si prega per tutti!

Durante la colazione, da un tavolo all’altro, ci si chiede che cosa potrà mai succedere oggi in Russia; una data, quella del 9 maggio, che è andata giorno dopo giorno profilandosi particolarmente minacciosa. Mentre scrivo non ne so nulla. Annoto questa cosa per dire che la nostra carovana di pellegrini è tutt’altro che avulsa dalla realtà. Per la pace si è in ansia, per la pace si prega. Si prega per tutti.

Siamo arrivati a Lourdes in prima mattinata: il sole splende. Avevamo lasciato la Romagna coperta di nubi e bagnata da qualche goccia di pioggia. Sullo sfondo ci appaiono i Pirenei, maestosi e ancora coperti di neve, mentre nella campagna constatiamo la rivincita del verde. Il tempo di darci una sistematina… e veniamo accompagnati dritto alla Grotta delle apparizioni. Oltrepassiamo negozi, alberghi, bureau e chiese. La guida ci invita al silenzio e al raccoglimento: siamo in una chiesa a cielo aperto e il fiume Gave de Pau, gonfio di acqua, accarezza il nostro silenzio col suo fruscio.

Per molti è la prima volta; il che costituisce anche per i veterani motivo di emozione. Si arriva alla Grotta e si passa silenziosi sfiorando le pareti ormai lisce per il contatto di milioni di mani. Due flash: una ragazza confessa di aver sentito la necessità del contatto, anche fisico; una giovane signora non può fare a meno di scattare una foto ad una goccia che affiora dalla roccia e brilla come un rubino. «È una lacrima!», sussurra: vede in quel segno il suo dolore.

Soprassediamo sul menù francese. La mente è altrove, come del resto i desideri.
Per tutti l’immagine che torna nella comunione d’anima serale è la preghiera del Rosario davanti alla Grotta e – c’è stato detto – trasmessa su TV2000 (canale 28). Una preghiera assolutamente semplice, preceduta da dieci minuti di altissimo silenzio prima della diretta; silenzio che riveste di sacralità il momento. Come Bernardette Soubirous, con la Madonna, scorrono i grani della corona. Da casa ci seguono. Ne abbiamo la prova quando, tornando in albergo, vediamo gli sms sui cellulari.

È una confidenza condivisa: a molti succede di non pregare per sé, ma per le persone che si sono affidate: non c’è niente come il dolore condiviso a rendere più forte e autentica la preghiera. Qualcuno conferma d’essersi dimenticato di sé: strana trasformazione che accade nell’anima, quasi un’estensione della maternità di Maria. Guidano la preghiera i nostri vescovi, a loro volta emozionati e commossi come nei solenni pontificali nelle loro Cattedrali. Impariamo dal responsabile delle liturgie che a seguire il Rosario su TV2000 si contano dai 2 ai 3 milioni di telespettatori; il sabato e la domenica si oltrepassano i 4 milioni. A scoprirlo è stata la RAI che a quell’ora (le 18 pomeridiane) vede un crollo dell’audience sui propri canali. Lascio al lettore lo spazio per una riflessione su questi dati: così discreta… fa molto di più la Madonna!

La partenza

Mi occorre una bella tazza di camomilla per addormentarmi in fretta: la gioia “ansiosa” è tanta e si fatica a prender sonno. L’alzata è, più o meno, alle ore 3:30. Tutto è pronto. Ma c’è uno spazio assolutamente vuoto, che la Madonna a Lourdes vuole colmare con le sue parole, i suoi silenzi, le sue grazie.

Partiamo – ce lo siamo ripetuti all’incontro preparatorio organizzato dalla nostra guida Chiara – con la responsabilità di portare con noi tutta la Diocesi, con le sue famiglie, i suoi giovani, i suoi ammalati, le sue comunità, i suoi sacerdoti…

Questo viaggio lo sentiamo come un privilegio immeritato; tanti altri avrebbero voluto partire, qualcuno è restato a casa per gravi difficoltà sopraggiunte.

Al momento delle iscrizioni ancora infuriava il Covid, poi l’aumento dei prezzi e le ansie della guerra non tanto lontana. Andiamo e portiamo tutti. Siamo in 25, ma con tanti altri amici della Romagna. All’arrivo pensiamo che la Madonna ci chieda: «Dove sono i vostri fratelli?». Le diremo: «Siamo qui anche per loro, per affidarteli. Abbiamo ammalati per cui chiediamo guarigione ed il miracolo più grande: che sentano la carezza di Gesù! Abbiamo da chiederti più fede, più speranza, più carità per tutti».

Ogni sera vorrei raggiungere gli amici a casa con una breve nota sulla giornata trascorsa nella “Casa di Maria”, che Paola – la solerte segretaria – pubblicherà sul sito della Diocesi e sulla pagina Facebook. Sarà una comunione d’anima, seppure in forma stilizzata, ma che ci farà vivere la mentalità sinodale che andiamo imparando pian piano: si ricomincia sempre dall’ascolto e dalla comunione.

Spengo la luce. Domani, a metà mattina, saremo già a Lourdes. Aggiungo, rischio, altrimenti, di darlo per scontato: andiamo a Lourdes non solo per chiedere, ma per dire alla mamma di Gesù e mamma di tutti che le vogliamo bene!

 

8 maggio, Festa della Mamma

 

+ don Andrea