La partenza

Mi occorre una bella tazza di camomilla per addormentarmi in fretta: la gioia “ansiosa” è tanta e si fatica a prender sonno. L’alzata è, più o meno, alle ore 3:30. Tutto è pronto. Ma c’è uno spazio assolutamente vuoto, che la Madonna a Lourdes vuole colmare con le sue parole, i suoi silenzi, le sue grazie.

Partiamo – ce lo siamo ripetuti all’incontro preparatorio organizzato dalla nostra guida Chiara – con la responsabilità di portare con noi tutta la Diocesi, con le sue famiglie, i suoi giovani, i suoi ammalati, le sue comunità, i suoi sacerdoti…

Questo viaggio lo sentiamo come un privilegio immeritato; tanti altri avrebbero voluto partire, qualcuno è restato a casa per gravi difficoltà sopraggiunte.

Al momento delle iscrizioni ancora infuriava il Covid, poi l’aumento dei prezzi e le ansie della guerra non tanto lontana. Andiamo e portiamo tutti. Siamo in 25, ma con tanti altri amici della Romagna. All’arrivo pensiamo che la Madonna ci chieda: «Dove sono i vostri fratelli?». Le diremo: «Siamo qui anche per loro, per affidarteli. Abbiamo ammalati per cui chiediamo guarigione ed il miracolo più grande: che sentano la carezza di Gesù! Abbiamo da chiederti più fede, più speranza, più carità per tutti».

Ogni sera vorrei raggiungere gli amici a casa con una breve nota sulla giornata trascorsa nella “Casa di Maria”, che Paola – la solerte segretaria – pubblicherà sul sito della Diocesi e sulla pagina Facebook. Sarà una comunione d’anima, seppure in forma stilizzata, ma che ci farà vivere la mentalità sinodale che andiamo imparando pian piano: si ricomincia sempre dall’ascolto e dalla comunione.

Spengo la luce. Domani, a metà mattina, saremo già a Lourdes. Aggiungo, rischio, altrimenti, di darlo per scontato: andiamo a Lourdes non solo per chiedere, ma per dire alla mamma di Gesù e mamma di tutti che le vogliamo bene!

 

8 maggio, Festa della Mamma

 

+ don Andrea