Ordinazione episcopale di Mons. Domenico Beneventi

A tutti i fedeli della Diocesi
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Carissimi,
si avvicina la data della consacrazione episcopale del nostro vescovo eletto mons. Domenico Beneventi. La Diocesi sta organizzando una bella e, speriamo, numerosa partecipazione.
L’ordinazione si terrà sabato 20 aprile alle ore 10.30 nella splendida e grande Cattedrale di Acerenza (Potenza).
Il nostro Ufficio diocesano pellegrinaggi ha previsto due opzioni: un viaggio su 2 giorni e un viaggio su 3 giorni (cfr. Allegati).
Chi vuol raggiungere Acerenza con mezzi propri è indispensabile segnali la sua partecipazione in centro Diocesi (Chiara Ferranti cell. 335 227046; pellegrinaggi@diocesi-sanmarino-montefeltro.it).
L’arcidiocesi di Acerenza, dopo la solenne liturgia, offre a tutti il buffet.
La nostra presenza riempirà di gioia il nostro giovane vescovo Domenico. Sarà sicuramente un’esperienza spirituale ed ecclesiale indimenticabile.
Sono fiero di accompagnare e rappresentare la Diocesi, anche come vescovo conconsacrante. La preghiera, il viaggio insieme, i momenti di turismo (a Matera!), l’incontro con gli amici di Acerenza uniranno ancor più i nostri animi: il dono più bello e desiderabile per il Vescovo Domenico.
Vi aspetto in tanti!

Vescovo Andrea

Brochure “pacchetto” 2 giorni

Brochure “pacchetto” 3 giorni

Scarica l’invito alla partecipazione

Report Veglia per la Giornata internazionale della donna

8 marzo, Giornata Internazionale della Donna. L’Ufficio di Pastorale Sociale e del Lavoro, in una Veglia di preghiera aperta a tutti, nella serata di giovedì 7 marzo, ha affrontato il tema: “Donna e pace: quale contributo?”. Per la Veglia, papa Francesco – condiviso attraverso un audio registrato dalla sua viva voce – ha unito il suo invito alle donne a quello del Vescovo Andrea, impartendo la sua benedizione all’iniziativa e ai partecipanti. La Veglia si è svolta nella chiesa parrocchiale di Borgo Maggiore, la chiesa disegnata dall’architetto Michelucci. «È la location più adatta – interviene mons. Turazzi – è stata pensata come una piazza al coperto con tanto di finestrelle, in alto i matronei». Il tema è dettato dalla situazione attuale: una guerra vicina e terribile. «Le prime immagini che si affacciano alla mente – afferma Fabio, membro dell’Ufficio diocesano – è quella delle madri che piangono i loro figli partiti per la guerra e quella delle spose che piangono per i loro mariti lontani. Impossibile farci l’abitudine quando al telegiornale vedi ragazze che stringono in grembo i loro bambini martoriati. La guerra è la smentita più eclatante della maternità». In effetti, la donna portatrice della vita oggi è quella che paga di più, con le sue lacrime, le sue sofferenze e i suoi “perché?”. «L’osservazione di Fabio – precisa il Vescovo – inquadra bene il tema e mostra la donna protagonista e passiva, nel senso che è la prima a subire le ferite e i sacrilegi della guerra». C’è chi fa riferimento anche alle donne violate e stuprate, alle donne impegnate in prima linea loro malgrado, ma soprattutto a donne messaggeri di pace, anzitutto col loro esserci, col loro “saper stare” in medias res. «Il mio pensiero – continua il Vescovo Andrea – va a due ragazze legate all’esperienza missionaria saveriana, presenti e coinvolte nella guerra negli anni ’90 tra Utu e Tutsi nello sconfinamento con l’allora Zaire: Paola Mugetti e Edda Colla. Hanno fatto la scelta di vivere in mezzo al popolo congolese condividendo le sofferenze e le speranze. Vicine alle famiglie, capaci di ospitare centinaia di profughi nella loro casa e nel cortile d’intorno, costantemente in dialogo tra le istituzioni e gli emissari dei signori della guerra, presenza profetica in mezzo a quella bufera, non con grandi cose, ma con quotidiano impegno di tessere rapporti, di animare la speranza, operatrici di pace». L’affermazione “quale il contributo delle donne alla causa della pace?” è stato posto in modo problematico. Ma è tutt’altro che uno slogan. È una domanda: come raccogliere la profezia di pace che scaturisce dai grembi delle donne? Una domanda aperta. Ci riguarda tutti.

Durante la serata si è provato a dare risposte, tramite testimonianze dal vivo e videoregistrate. Ha offerto un suo contributo la giornalista di Avvenire Marina Corradi, molto nota per le sue corrispondenze e per i suoi commenti sui drammatici eventi di questi giorni. Sono intervenute con un videomessaggio le monache della Rupe, le Agostiniane di Pennabilli, da vari anni impegnate nello studio della teologia della pace e nell’incontro con molti giovani per diffondere la mentalità di pace. In presenza hanno riferito le loro esperienze sul campo Alessandra Cetro, incaricata regionale “Giustizia, Pace e Non violenza” dell’Associazione Scout AGESCI e Giulia Zurlini, dell’Operazione Colomba, corpo nonviolento di pace promosso dall’Associazione Papa Giovanni XXIII. Dunque, non solo preghiera, ma anche studio e condivisione di pensieri e parole di pace. «Siamo certi – aggiunge Gian Luigi, il responsabile dell’Ufficio – che la riflessione possa muovere tanti cuori per compiere passi nuovi sulla via della pace. Noi ne siamo convinti: il genio femminile è una risorsa vincente, a partire dall’impegno culturale e diplomatico, dalla dedizione educativa a quella della comunicazione». Nella serata del 7 marzo è partita un’accorata preghiera a Colei che viene chiamata Regina della Pace.

IL VALORE UNICO DELLA VITA

28 febbraio 2024, Dichiarazione della Conferenza Episcopale dell’Emilia-Romagna circa il fine vita

Durante la Visita ad limina i Vescovi dell’Emilia Romagna si sono riuniti per valutare la necessità di intervenire con una presa di posizione in merito alle disposizioni emanate dalla Regione Emilia Romagna per quanto riguarda il suicidio medicalmente assistito. Ne è uscito un testo chiaro nei contenuti e semplice nella forma. I Vescovi sono sconcertati per la proposta di legittimare, con un decreto amministrativo, il suicidio medicalmente assistito. 

Nascere, vivere, morire: tre verbi che disegnano la traiettoria dell’esistenza. La persona li attraversa, forte della sua dignità che l’accompagna per tutta la vita: quando nasce, cresce, come quando invecchia e si ammala. Sperimenta forza e vulnerabilità, intimità e vita sociale, libertà e condizionamenti.
Gli sviluppi della medicina e del benessere consentono oggi cure nuove e un significativo prolungamento dell’esistenza. Si profila così la necessità di modalità di accompagnamento e di assistenza permanente verso le persone anziane e ammalate, anche quando non c’è più la possibilità di guarigione, continuando e incrementando l’ampio orizzonte delle “cure”, cioè di forme di prossimità relazionale e mediche.
Alla base di questa esigenza ci sono il valore della vita umana, condizione per usufruire di ogni altro valore, che costruisce la storia e si apre al mistero che la abita, e la dignità della persona, in intrinseca relazione con gli altri e con il mondo che la circonda. Il valore della vita umana si impone da sé in ogni sua fase, specialmente nella fragilità della vecchiaia e della malattia. Proprio lì la società è chiamata ad esprimersi al meglio, nel curare, nel sostenere le famiglie e chi è prossimo ai malati, nell’operare scelte di politiche sanitarie che salvaguardino le persone fragili e indifese, e attuando quanto già è normato circa le cure palliative. Impegno, questo, che qualifica come giusta e democratica la società.
Procurare la morte, in forma diretta o tramite il suicidio medicalmente assistito, contrasta radicalmente con il valore della persona, con le finalità dello Stato e con la stessa professione medica.
La proposta della Regione Emilia-Romagna di legittimare con un decreto amministrativo il suicidio medicalmente assistito, con una tempistica precisa per la sua realizzazione, presumendo di attuare la sentenza della Corte Costituzionale 242/2019, sconcerta quanti riconoscono l’assoluto valore della persona umana e della comunità civile volta a promuoverla e tutelarla.
Anche noi, Vescovi dell’Emilia-Romagna, pellegrini a Roma alle tombe degli Apostoli, non possiamo non esprimere con chiarezza la nostra preoccupazione e il nostro netto rifiuto verso questa scelta di eutanasia, ben consapevoli delle dolorose condizioni delle persone ammalate e sofferenti e di quanti sono loro legati da sincero affetto. Ma la soluzione non è l’eutanasia, quanto la premurosa vicinanza, la continuazione delle cure ordinarie e proporzionate, la palliazione e ogni altra cosa che non procuri abbandono, senso di inutilità o di peso a quanti soffrono.
Tale prossimità e le ragioni che la generano hanno radici nell’umanità condivisa, nel valore unico della vita, nella dignità della persona, e trovano sorgente, luce e forza ulteriore in Gesù di Nazareth che, proprio sulla Croce, nella fase terminale dell’ esistenza, ci ha redenti e ci ha donato sua madre, scambiando con Lei, con il discepolo amato, con chi condivideva la pena, parole e un testamento di vita unico, irrinunciabile, non dissimili a quelle confidenze che tanti cari ci hanno lasciato sul letto di morte.
Il suo dolore, crudelmente inferto, accoglie ed assume ogni sofferenza umana, innestandola nel mistero di Pasqua, mistero di Morte e di Risurrezione.

I Vescovi dell’Emilia Romagna

Terza Giornata Eucaristica Diocesana

A tutti i fedeli della Diocesi
di San Marino-Montefeltro

Carissimi,
sarà eccessivo il mio desiderio? Eppure, vorrei vedervi tutti alla Terza Giornata Eucaristica Diocesana domenica 7 aprile, alle ore 15, presso “Casa San Giuseppe” (via delle Felci, 3 – Valdragone RSM).
A convocarci sono le parole di Gesù che accompagnano i racconti dell’istituzione dell’Eucaristia, della moltiplicazione dei pani e della cena di Emmaus, nostra icona ispiratrice. Il 7 aprile saranno questi i verbi su cui pregheremo e lavoreremo: «Gesù spezzò il pane e lo diede loro». Il gesto dello spezzare e del dare ha una forte valenza ed una provvidenziale ricaduta sulle nostre responsabilità. Mi ha sempre impressionato la provocazione del Libro delle Lamentazioni: «I bambini chiedevano pane, ma non c’era chi lo spezzasse loro» (Lam 4,4). Quale pane? Quali bambini? Quale risposta?
Risponderemo allargando l’orizzonte sulla missione secondo lo stile della prossimità e sulla corresponsabilità sinodale (i due temi, programmati per due diverse Giornata Eucaristiche, per ragioni di opportunità vengono trattati insieme).
Risponderemo praticando il metodo che sta arricchendo i nostri incontri e le nostre assemblee: la “conversazione spirituale”; chi ancora non lo avesse sperimentato sarà aiutato da chi l’ha vissuto con frutto.
Introdurrà il tema mons. Michele Morandi, Vicario Generale della Diocesi di Faenza-Modigliana e guida degli incontri di spiritualità dei nostri presbiteri.
Alla Giornata Eucaristica Diocesana occorre arrivare preparati. Ho chiesto di sintetizzare le domande-guida (cfr. allegato) pubblicate sul quaderno pastorale 2023/24 “Emmaus è qui!” (pagg. 53-59). Qualche gruppo e qualche parrocchia – come previsto – sono già partiti; chiedo a tutti di trovare spazio e tempo per la preparazione prossima.
Al termine della Giornata – ore 18.30 – celebrerò l’Eucaristia nel Santuario del Cuore Immacolato di Maria per ringraziare il Signore e tutti voi per questi anni di ministero episcopale. Inoltre, festeggeremo la candidatura al sacerdozio del seminarista Paolo Santi.
Vi benedico

Vescovo Andrea

Quaresima missionaria: “Adotta un Seminario!”

Comunità e persone singole del nostro territorio di San Marino e del Montefeltro sono celebri per la loro generosità e lo spirito di condivisione: mille ruscelli che vanno ad ingrossare il fiume della carità. C’è chi è coinvolto nel soccorrere le popolazioni provate dalla guerra, c’è chi si mobilita nelle realtà in via di sviluppo. Ma c’è anche chi è sensibile alle necessità di tante famiglie vicine a noi.

Per la Quaresima in corso, l’Ufficio missionario e la Caritas della nostra Diocesi propongono di aiutare concretamente una Chiesa sorella. Si tratta di concorrere alla costruzione di un Seminario destinato alla formazione dei futuri sacerdoti per la Diocesi di Bondo (Repubblica Democratica del Congo). Mi sia consentita una provocazione: ci preoccupiamo per chi non ha i mezzi per una vita dignitosa (guai se non ci preoccupassimo di questo!), ci impegniamo per la promozione umana – ed è ben giusto e necessario – ci disponiamo all’accoglienza verso chi bussa alla nostra porta (un insegnamento dei nostri padri). Si tratta spesso di opere compiute con il coinvolgimento del cuore, con spirito di sentita partecipazione. Opere tutte che il Signore ritiene fatte a sé: «Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me» (Mt 25,40). Ma chi pensa all’anima? Chi pensa a sostenere le ragioni del credere? Chi offre con gratuità i motivi profondi della speranza? Chi accende i cuori della carità e fa sentire il perdono di Dio? È l’insostituibile missione del prete. Accade che, dalle nostre parti, ci siano Seminari grandi e attrezzati, ma non ci sono giovani che li abitano, mentre nelle Chiese sorelle nei territori in via di sviluppo vi sono tanti giovani disponibili alla missione, ma non si hanno ambienti per la loro formazione. Ecco come nasce la proposta per questa Quaresima2024: “Adotta un Seminario”!

Agli inizi del cristianesimo vi era una sentita fraternità fra le Chiese. Celebre la “colletta” che san Paolo propose alle comunità della Grecia per la comunità di Gerusalemme…

Invito tutti ad essere generosi. Suggerisco a tutti di “esserci” e concorrere alla preparazione di uomini dedicati al Vangelo ed alla spiritualità: «Non di solo pane vive l’uomo».

Vescovo Andrea

Scarica la brochure illustrativa

Per informazioni e per offrire il proprio contributo:

Centro Missionario Diocesano (CMD)

Iban: IT 89 D 08995 68460 000000056419

Via del Seminario 5 – Pennabilli (RN)
Direttore: don Rousbell Parrado
E-mail: rousbelp@yahoo.com
Cell. 338 5765224

Veglia diocesana per la Giornata Internazionale della Donna

Quest’anno la Veglia diocesana per la Festa Internazionale della Donna, in un contesto internazionale sempre più segnato dai conflitti della “terza guerra mondiale a pezzi”, vuole focalizzare l’attenzione sulla pace e sull’apporto originale delle donne alla sua costruzione.

Il desiderio di sostenere le donne nel loro impegno per la pace trova eco nelle parole di Papa Francesco nell’omelia dell’ultima Giornata mondiale della Pace: «Il mondo ha bisogno di guardare alle madri e alle donne per trovare la pace, per uscire dalle spirali della violenza e dell’odio, e tornare ad avere sguardi umani e cuori che vedono».

La Veglia diocesana, presieduta dal Vescovo Andrea, che si svolgerà giovedì 7 marzo alle ore 21 presso la chiesa parrocchiale di Borgo Maggiore, si propone di integrare preghiera e riflessione, quest’ultima soprattutto attraverso alcune testimonianze significative di donne che hanno a cuore la pace e contribuiscono alla sua realizzazione negli ambienti in cui vivono, lavorano e si impegnano.

Ufficio diocesano di Pastorale Sociale

Scarica la lettera-invito del Vescovo Andrea

Stemma episcopale del Vescovo eletto Domenico

Secondo la tradizione araldica ecclesiastica, lo stemma di un Vescovo è tradizionalmente composto da:

  • uno scudo, che può avere varie forme (sempre riconducibile a fattezze di scudo araldico) e contiene dei simbolismi tratti da idealità personali, da particolari devozioni o da tradizioni familiari, oppure da riferimenti al proprio nome, all’ambiente di vita, o ad altro;
  • una croce astile in oro, posta in palo, ovvero verticalmente dietro lo scudo;
  • un cappello prelatizio (galero), con cordoni a dodici fiocchi, pendenti, sei per ciascun lato (ordinati, dall’alto in basso, in 1.2.3), il tutto di colore verde;
  • un cartiglio inferiore recante il motto scritto abitualmente in nero.

Nello stemma del Vescovo Domenico si è scelto uno scudo di foggia gotica frequentemente usato nell’araldica ecclesiastica e una croce “trifogliata” in oro, con cinque gemme rosse a simboleggiare le Cinque Piaghe di Cristo.

Descrizione araldica (blasonatura) dello scudo

“Interzato in pergola rovesciata. Nel 1°d’argento al leone rampante di rosso, reggente nella branca destra tre gocce d’oro male ordinate; nel 2° d’azzurro alla stella (7) d’argento; nel 3° di rosso alla conchiglia di San Giacomo d’oro”

Il motto:

TIMOR NON EST IN CARITATE
(1 Gv 4,18)

Per il proprio motto episcopale, Mons. Beneventi si è ispirato alla Prima Lettera di Giovanni laddove recita: «Nell’amore non c’è timore, al contrario l’amore perfetto scaccia il timore …» («Timor non est in caritate sed perfecta caritas foras mittit timorem…»).

Interpretazione

Lo stemma del Vescovo è “agalmonico” (o “parlante”) in quanto reca al proprio interno un simbolo che richiama il nome: infatti, il nome Domenico significa “del Signore, dedicato al Signore, consacrato al Signore” e la consacrazione, nella vita di un cristiano avviene attraverso l’unzione del Crisma ed ecco perché il leone, simbolo di Cristo Re, che, in Ap 5,5, indica il Messia, «il leone della tribù di Giuda, il Germoglio di Davide che aprirà il libro e i suoi sette sigilli», regge le tre gocce del Crisma che hanno caratterizzato i tre momenti salienti della vita del Vescovo: il Battesimo, l’Ordinazione presbiterale e, infine, quella episcopale.

La stella a sette punte simboleggia Maria, la Nostra Madre Celeste, qui identificata come la Madonna dell’Olmo e Stella del Mattino, venerata nel suo paese natìo, da cui il Vescovo si lascia guidare, secondo la preghiera di San Bernardo di Chiaravalle: «Seguendo lei non puoi smarrirti, pregando lei non puoi disperare. Se lei ti sorregge non cadi, se lei ti protegge non cedi alla paura, se lei ti è propizia raggiungi la mèta».

Mons. Beneventi è un pellegrino di Santiago, da cui il simbolo della conchiglia del pellegrino che vuole anche richiamare il ruolo principale della Chiesa pellegrina sulla terra, in perenne cammino di conversione, sui passi degli ultimi (Cfr. Don Tonino Bello), discepola del suo Maestro e Signore.

I colori dello stemma sono l’argento che simboleggia la trasparenza, quindi la verità e la giustizia, doti che dovranno costituire fondamento dello zelo pastorale del Vescovo; l’azzurro, colore simbolo dell’incorruttibilità del cielo, delle idealità che salgono verso l’alto; rappresenta il distacco dai valori terreni e l’ascesa dell’anima verso Dio e il rosso, colore simbolo della carità, dell’amore e del sangue, dell’amore infinito del Padre che invia il Figlio a versare il proprio sangue per la nostra redenzione, «sacrificando se stesso, immacolata vittima di pace sull’altare della Croce» (Cfr. Prefazio della Solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo).

 

 

 

Lettera del Vescovo Andrea per la Quaresima e per l’ingresso del nuovo Vescovo Domenico

A tutti i fedeli della Diocesi
di San Marino-Montefeltro

Carissimi,
prima di tutto, l’augurio per una Quaresima intensa e ricca di frutti. Siamo in cammino verso la Veglia pasquale per rinnovare le promesse del nostro battesimo. L’abbiamo ripetuto più volte: succede di «ritrovarsi cristiani senza mai aver deciso di esserlo». La Veglia fra il 30 e il 31 marzo potrebbe essere la volta buona: rinnovare la nostra totale adesione al Signore.
Il tempo della Quaresima ha molte analogie con l’antico Ordo Poenitentium. Viene soprattutto in rilievo la dimensione ecclesiale dell’itinerario, dove si cammina insieme come popolo, c’è abbondanza di Parola di Dio, si prega gli uni per gli altri, si gode dell’intercessione della Vergine Maria e dei Santi e ci si sostiene con l’esempio e l’amicizia spirituale. Esperienza di Corpo mistico.

Vi ricordo qualcuno degli appuntamenti quaresimali che ci siamo dati come Diocesi, senza nulla togliere alla creatività della vita parrocchiale e dei nostri gruppi. Esorto a partecipare per sentire la comune appartenenza e per essere quella “gente di Pasqua” che porta un annuncio di speranza nella nostra città, nei nostri borghi e nelle nostre contrade.

Venerdì 23 febbraio alle ore 20:45 si terrà la Veglia eucaristica dei giovani nella chiesa di San Francesco (San Marino Città RSM). I giovani inaugureranno la mostra sulle opere dedicate all’Eucaristia nel nostro territorio: arte e fede.

Giovedì 7 marzo, vigilia della Giornata internazionale della Donna, l’appuntamento è per una Veglia per la pace: “Pace e donne: quale contributo?”. Non è solo uno slogan, ma un dare voce alle donne come messaggere e operatrici di pace (ore 21 presso la chiesa parrocchiale di Borgo Maggiore RSM). L’invito è rivolto a tutti.

Venerdì 15 marzo ore 20:45 Marcia missionaria da Monte Cerignone (PU) al Santuario del Beato Domenico per allargare il nostro sguardo alle Chiese sorelle e all’internazionalità del Vangelo. Quest’anno l’attenzione è rivolta alla Diocesi di Bondo (Repubblica Democratica del Congo) che ha seminaristi, ma non ha seminario. A quest’opera destiniamo il frutto della nostra carità quaresimale.

Vi comunico quanto più mi sta a cuore: l’accoglienza del nuovo pastore che il Signore ci invia: mons. Domenico Beneventi. Gli ho manifestato più volte, in questi giorni, la nostra gioiosa attesa, il nostro desiderio di conoscerlo e, fin d’ora, la nostra piena comunione. Dopo la Pasqua organizzeremo i preparativi con la partecipazione di tutti.

La domenica 7 aprile celebreremo l’assemblea diocesana, ultima tappa del Cammino Sinodale imperniato attorno ai verbi eucaristici: «Gesù spezzò il pane e lo diede…». Ci prepareremo secondo le indicazioni che ci verranno date a breve. Il pomeriggio si concluderà con l’Eucaristia che celebrerò per dire il mio grazie per questi dieci anni di ministero episcopale.
Le date da segnare con attenzione e che costituiscono lo scopo principale di questa lettera sono le seguenti:

Sabato 20 aprile ore 10, nella Cattedrale di Acerenza (PZ), Ordinazione episcopale del Vescovo eletto Domenico. Verrà organizzato il viaggio in pullman per chi desidera partecipare.

Sabato 18 maggio ore 16 ingresso del nuovo Vescovo di San Marino-Montefeltro nella Cattedrale di Pennabilli.

La grazia della successione apostolica è un dono incalcolabile per la nostra Diocesi, ma anche una grande responsabilità.
In comunione

Vescovo Andrea

La Diocesi di San Marino-Montefeltro accoglie il nuovo pastore

“Il cuore è il cuore”

Sapevo che prima o poi sarebbe accaduto. A inizio settimana, il Cardinale Tscherrig, Nunzio Apostolico, mi chiede se sarò in sede nei prossimi giorni. Non mi dice i particolari… «Non posso dirle niente di più al telefono». Intuisco. Verso fine settimana arriva la lettera con la quale il Papa accoglie la restituzione del mio mandato episcopale per il compimento dei miei 75 anni. Spalanco immediatamente cuore e braccia al Vescovo eletto: un sacerdote giovane e preparato, don Domenico Beneventi.
L’annuncio ufficiale è accaduto questa mattina alle ore 12 in contemporanea con la Sala stampa vaticana e la Cattedrale di Acerenza (PZ), antica sede arcivescovile.
All’assemblea diocesana sono intervenuti tanti fedeli, religiose e religiosi, presbiteri e diaconi. C’è un po’ di commozione. Non c’è dubbio, sento tutto l’affetto; nel contempo, la sorpresa e l’apertura verso don Domenico (nella sua parrocchia lo chiamano don Mimmo).
L’assemblea si era aperta con la lettura del Vangelo, dove il Signore dice al suo apostolo: «Mi ami tu? Allora pasci le mie pecorelle. Pasci perché ami!». L’assemblea si chiude con la preghiera e il suono delle campane a festa: la Chiesa è viva e gode per la successione apostolica, il dono più grande che il Signore Gesù le ha fatto.
Il Papa non ha soppresso né accorpato questa Diocesi: si fida di noi; vuole che accompagniamo la grande esperienza sociale, politica e comunitaria della più antica Repubblica di San Marino e del Montefeltro.
Il cuore è coinvolto verso chi parte e verso chi arriva. Anche i sentimenti fanno parte della trama della vita della Chiesa-comunione.
Invito tutti ad aspettare con gioia, a fare festa e a pregare per il Vescovo eletto Domenico

Vescovo Andrea

Scarica il Discorso del Vescovo Andrea all’assemblea diocesana

Scarica il Saluto del Vescovo eletto Domenico alla Chiesa di San Marino-Montefeltro

Il profilo biografico del Vescovo eletto Domenico