Costretti a rimotivare il nostro cammino

29 luglio 2023

Sonni profondi, improvvisi squilli di ilarità, brusio intermittente del condizionatore, conversazioni discrete, immancabili appelli dopo le soste (rare, rapide e ristoratrici). Siamo cittadini del pullman “63 posti, 14 metri, ditta Boldrini”. Percorriamo mezza Spagna infuocata. A proposito delle “3 erre” ci viene proposta una più importante declinazione. “R” come ritmo, “R” come regola, “R” come rito. È la declinazione di un’altra parola-guida per il nostro avvicinamento a Lisbona: “In fretta”, l’atteggiamento della fanciulla di Nazaret, Maria, che si alzò e si incamminò verso Elisabetta. “In fretta” non significa frettolosamente, distrattamente, superficialmente; significa slancio, prontezza, dedizione. E le occasioni non mancano: dalla pratica della puntualità alla libertà del farsi disponibili: Enea viene davanti, tra noi più vecchietti, per tirarci su con la sua simpatia, Lorenzo inventa lì per lì un sistema per raccogliere i dati sui cellulari, Giuliana, l’inossidabile, mette in riga ragazzi e ragazze, Ilaria, la mia vicina di posto, non chiude mai occhio, sempre vigile e velocissima nel comporre il cubo di Rubik, Mercedes alle prese con suor Armanda della pastorale giovanile nazionale per gli ultimi dettagli… poi, due straordinari autisti, amici e partecipi della nostra avventura.
Attesa e salutata da tutti con una ovazione la sosta delle ore 13: siamo già in terra spagnola e al ristorante c’è chi ne approfitta per mangiarsi un’appetitosa paella.
Da Barcellona, in terra di Catalogna, a Saragozza terra di Aragona, poi ci addentriamo sempre di più, nella Castiglia, cuore della Spagna. Orizzonti e panorami diversi. Abbiamo sfiorato il Principato di Andorra, amico della Repubblica di San Marino. Sulla sinistra, intanto, appare il parco naturale della cordigliera del Monserrat con le sue guglie. Sullo sfondo una foresta di pale eoliche che fa pensare al romanzo epico di Cervantes, “Don Chisciotte della Mancia”. Sì, maciniamo molta strada, a differenza degli antichi pellegrini siamo seduti, ma non per questo meno affaticati. Oggi la preghiera del Rosario è stata per i mondi che i giovani devono affrontare: crescita, affettività, vocazione, lavoro/studio, sofferenza. Improvvisamente incrociamo un pullman avvolto dal fumo: sono pellegrini italiani, come noi, verso Lisbona. Per fortuna tutti salvi. Ci salutano…
Il viaggio così lungo – oggi le ore di pullman sono state circa quindici – ci costringe a rimotivare il pellegrinaggio. E così tanto tempo gomito a gomito ci costringe a curare di più i rapporti.
Il lettore potrebbe concludere che, in una giornata chiusa in un pullman, non succedano poi tante cose e invece tante succedono nei cuori. Tramonto luminosissimo. E poi l’accoglienza delle monache benedettine. A domani.

+ Andrea Turazzi

@pgsanmarino-montefeltro
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