Festa dei Santi Cosma e Damiano

S.E. Mons. Andrea Turazzi

Lunano, 26 settembre 2014

 

Mt 10, 28-33

Nel giorno in cui ricordiamo i nostri patroni Cosma e Damiano ritorna la parola di Gesù: «Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo… chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio». Testi e detti di Gesù che costituiscono un invito pressante di annunciare il Vangelo senza paura. Certo, la prospettiva del martirio fa paura: ci sta! Ma anche il semplice “rispetto umano” ci può ammutolire. Come la paura di apparire “retrò” e di essere canzonati da chi si ritiene moderno. Se non abbiamo queste paure, riconosciamo che si può restare muti per avvilimento: “Tanto quel che dico non conta niente! A che pro!!!” Se sapessimo il cammino che anche solo una parola può fare in un cuore! Anche Isaia, il profeta, fa l’esperienza del “blocco” davanti alla missione ricevuta di annunciare. Ad Isaia faceva problema la coscienza del suo peccato: «Ahimè, Signore, sono uomo da labbra impure» (cfr. Is 6, 5). Quando ci metteremo ad annunciare se aspettiamo ad essere puri come angeli? Non verrà il serafino a purificare le nostre labbra, ma una voce grida dal profondo del nostro cuore e l’incalza: “Che ne è del tuo Battesimo? Che te ne fai della Cresima che hai ricevuto? E dell’Eucaristia?”. Questi doni non sono sufficienti a togliere la paura per annunciare il Signore? Gesù proclama: «Io ho parlato apertamente al mondo… E nulla ho detto in segreto» (Gv 18,20).

San Giovanni Crisostomo dà una simpatica interpretazione di questo versetto. Egli vede la predicazione di Gesù come un sussurrare all’orecchio della gente dei piccoli villaggi di Palestina, perché poi a tutto il mondo arrivi il grido dei discepoli! E questi testimoni avranno la missione appunto di gridare dai tetti, cioè “in tutta sicurezza e libertà” (cfr At 28, 31). “L’amplificazione sonora” del Vangelo è adempimento della promessa di Gesù stesso: “Voi farete cose più grandi di me” (Gv 14, 12).

Giovanni Paolo II ci ha ripetuto molte volte con forza: “Non abbiate paura!”. No, non temiamo di annunciare Gesù; non rinchiudiamo nel segreto la nostra fede; sfidiamo la società che vorrebbe relegare la fede nel privato. La nostra fede è luce per il mondo… Ed una luce, pur piccola che sia, si vede da lontano.