La salute è un bene comune: scienza e fede si incontrano

Nel ricordo di San Luca, patrono dei medici e di tutti gli operatori sanitari, l’Ufficio Pastorale della Sanità della Diocesi di San Marino-Montefeltro ha promosso una tavola rotonda che ha visto riuniti amministratori, personale sanitario e operatori pastorali. Tra i partecipanti don Mirco Cesarini, parroco di Novafeltria, Stefano Zanchini e Giuliana Lucarini, rispettivamente sindaco di Novafeltria e vice-sindaco di Pennabilli, l’avvocato Marco Ghiotti, amministratore dell’Istituto Superiore della sanità della Repubblica di San Marino e Gabriele Raschi, docente di teologia morale dell’Università Carlo Bo di Urbino. L’incontro è stato moderato da Gian Angelo Marra, coordinatore diocesano dell’Ufficio Pastorale della Sanità.  Una prima riflessione di S.E. il vescovo mons. Andrea Turazzi ha evidenziato la necessità che la salvaguardia della vita umana e la prevenzione di ogni forma di malattia, che rischi di coinvolgere chi ci è accanto o condivide con noi luoghi e ambienti, richiedono una comune azione di fede e scienza. Nel trattamento terapeutico occorre incontrarsi sul terreno dell’umano perché l’area di confronto tra antropologie differenti non sta nella disputa teoretica, ma nella ricerca di comportamenti condivisibili.

I relatori hanno approfondito, anche partendo dalle diverse esperienze maturate nel corso della attuale epidemia da Covid-19, la tematica del rapporto tra curare e prendersi cura del paziente perché risultino azioni complementari e imprescindibili da un corretto rapporto che deve stabilirsi tra curante e paziente. Le azioni intraprese in questi 2 anni di epidemia hanno reso necessario puntare oltre che al trattamento terapeutico anche alle necessità economiche e di preservare i rapporti umani di chi era costretto all’isolamento. Tante le iniziative che amministratori locali, operatori sanitari e sacerdoti hanno portato avanti attraverso gli uffici preposti e in collaborazione con organizzazioni di volontariato. Un aspetto “positivo” della pandemia da Covid è stato il nascere di una nuova sinergia tra curanti, amministratori e gestori della sanità.

In conclusione, sono state ricordate le parole di papa Francesco che ci ha recentemente ricordato come mettendo al centro la cura della persona non si debba dimenticare l’importanza della scienza e della ricerca. Ma “la cura senza scienza è vana, come la scienza senza cura è sterile. Le due cose vanno insieme e solo insieme fanno della medicina un’arte, un’arte che coinvolge testa e cuore, che coniuga conoscenza e compassione, professionalità e pietà, competenza ed empatia”.