Omelia nella Festa di San Francesco di Sales

San Marino Città (RSM), 25 gennaio 2021

At 22,3-16
Sal 116
Mc 16,15-18

Mi sono fatto due domande. La prima: «Possibile che Gesù Risorto – così racconta il Vangelo che abbiamo proclamato – mandi in missione in tutto il mondo persone che fino ad un attimo prima dubitavano? Infatti, il v.14 parla della difficoltà dei discepoli a credere, a credere anche alle donne che erano testimoni dirette di Gesù Risorto. Eppure, Gesù dice che li manda «con i suoi poteri».
La seconda domanda è ancora più paradossale. Il Signore chiama san Paolo (Saulo era il suo nome, un nome che richiamava l’antico re d’Israele) ad evangelizzare i pagani, a diventare – per così dire – quasi il fondatore del cristianesimo, lui che era persecutore dei cristiani: com’è possibile?
Dunque, il Signore chiama un gruppo di pescatori «plebei e illetterati» (cfr. At 4,13) e dubbiosi e coinvolge Paolo, che era addirittura un persecutore, per il suo progetto missionario.
Penso che un po’ tutti proviamo difficoltà a considerare la sproporzione fra la chiamata che il Signore ci rivolge e le nostre povertà e inadeguatezze. Lui ci assicura che la sua grazia risplende pienamente nella nostra debolezza. Paolo scriverà: «Ho chiesto al Signore di liberarmi dalle mie debolezze e mi fu risposto: “Ti basta la mia grazia. La mia potenza si manifesta nella tua debolezza”» (cfr. 2Cor 12,9). Naturalmente c’è una condizione: dare fiducia allo Spirito di Gesù. Egli metterà parole giuste sulle nostre labbra, parole che possono toccare, servire, prendersi cura dei fratelli. Sarà accanto a noi nelle nostre delicate responsabilità. Auguro che ognuno possa dire come san Paolo, «non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me».

Discorso conclusivo del Convegno per i giornalisti

Qualcuno sostiene che la Chiesa non abbia detto parole significative in questo tempo di pandemia. In realtà, abbiamo la testimonianza del grande comunicatore che è papa Francesco. Per dire parole nuove, parole vere, bisogna vivere. Per quello che io sento, le parole nuove nascono dal Vangelo vissuto. Nella rivista diocesana “Montefeltro” abbiamo cercato il più possibile di trovare parole nuove. Alcune immagini ce le ha suggerite il Papa stesso. Ad esempio: «Siamo sulla stessa barca», «peggio di questa crisi c’è solo il dramma di sprecarla»… Le parole nuove sgorgano dalla vita. Quello che ci è chiesto è la vicinanza alle persone. Occorre trovare le parole giuste, che diano fiducia. Vedo il male, la difficoltà, la disperazione. Oltre a denunciare ed evidenziare il male, è importante far vedere tutto il positivo che c’è in questo tempo. È compito di noi comunicatori portare alla luce quello che paradossalmente non fa tanta notizia: «Fa più rumore un albero che crolla di una foresta che cresce».
Grazie per essere venuti. Buona giornata a tutti!