Omelia nella V domenica di Quaresima

Miratoio (RN), 17 marzo 2024

“Due giorni” ACR Medie

Ger 31,31-34
Sal 50
Eb 5,7-9
Gv 12,20-33

Cari ragazzi, vi saluto con tanto affetto e saluto i vostri educatori, che hanno dedicato due giorni interi a voi. Saluto la nuova Presidente Diocesana dell’Azione Cattolica, Giulia Rinaldi.
Ho fatto il Liceo classico: per cinque anni la mia familiarità è stata con i greci, studiandone la letteratura, le vicende e gli eroi…
I greci, al tempo di Gesù, erano il top della cultura: sentire, allora, che alcuni di loro «vogliono vedere Gesù» mi ha emozionato.
I greci vogliono vedere Gesù. C’è un’anticamera molto concitata, perché quei greci non sapevano a chi rivolgersi. Si rivolgono a uno dei discepoli che è di Betsaida (a Betsaida si parlava il greco), Filippo (letteralmente “colui che ama i cavalli”), e poi ad Andrea (nome greco che significa “uomo/maschio”). Non vanno direttamente da Gesù, hanno bisogno di una mediazione. C’è sempre bisogno di qualcuno che favorisca l’incontro, che incoraggi, che aiuti ad osare come quando, davanti al portellone aperto dell’aereo, qualcuno dice al paracadutista: «Tocca a te!», e magari dà uno spintone. Anche noi, per conoscere Gesù, come i greci abbiamo bisogno di una mediazione: ad esempio la nostra comunità parrocchiale, il nostro parroco, i nostri educatori e soprattutto i nostri genitori.
Mettiamoci nei panni di Filippo e Andrea. Pensano: «Che bello, ci sono dei greci che vogliono vedere Gesù!»; è il momento del suo trionfo. Invece, Gesù li delude: racconta una mini-parabola piuttosto impegnativa: «Se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto». Gesù ha davanti i greci, popolo che ha costruito sull’altura di Atene il Partenone, una delle meraviglie dell’antichità e di oggi. A loro e a tutti svela il vero segreto della vita, amare fino al dono totale di sé. Tuttavia, sbaglieremmo se mettessimo l’accento sul morire, mentre invece è sul portare molto frutto. È la legge del Vangelo: quando entri in relazione con un amico o un’amica, se gli vuoi veramente bene, gli fai spazio, fai un passo indietro perché lui possa donarsi a sua volta. Vi consegno questa regola, è importante la ricordiate: «Il chicco di frumento che accetta di morire (nell’immediato sembra una morte) produrrà una spiga carica di chicchi di frumento: è la legge della vita».
Chissà se i greci hanno dato ascolto a Gesù, se anche loro hanno scelto di far parte del gruppo… Il Vangelo non lo dice, dice solo che Gesù spiegò la mini-parabola e disse che quel chicco di frumento era lui, che, innalzato da terra (sulla croce) sarebbe diventato il punto di gravitazione universale, perché attirerà tutti (italiani, sammarinesi, congolesi, coreani…) a lui. Gesù è attrattivo!
Ieri sera ho incontrato, a Ravenna, un gruppo di giovani che hanno partecipato alla GMG di Lisbona. Si chiedevano: «Perché noi giovani, ricevuta la Cresima, ce ne andiamo dalla comunità?». Si possono dare tante spiegazioni, ma ho fiducia che Gesù, prima o poi, faccia breccia nei cuori. Ad esempio, mio nonno, prima di morire ha incontrato Gesù, lui che fino ad ottant’anni era lontano…
È necessario, però, che restiamo uniti. Voi avete la fortuna di far parte dell’ACR!
Perché mi piace l’ACR? Mi piace perché, nell’ACR, non solo si fa l’incontro con Gesù, ma si racconta l’incontro. Da questo nasce un “sociale”, un insieme, un gruppo: sono i ragazzi che raccontano l’incontro con Gesù, come avete fatto voi in questi due giorni.