Pellegrinaggio in Terra Santa – terzo giorno

26 settembre 2019

Tutta la giornata attorno ad un lago (i Vangeli talvolta lo chiamano mare)… Qui Gesù di Nazaret ha trascorso gran parte della vita pubblica. Lo inseguiamo: dal monte delle Beatitudini a Tabgha, luogo della moltiplicazione dei pani e del primato di Pietro; da Cafarnao, base missionaria di Gesù, a Magdala, la città della discepola, la Maddalena.
Per molti di noi è la prima volta e ci diventa più facile collocare gli episodi evangelici nel tempo e nello spazio; appaiono più comprensibili anche le parabole sullo sfondo della collina, della strada o del campo. Apprezziamo il contributo dell’archeologia che ha portato alla luce case, sinagoghe, macine da mulino, pavimenti: strati di altrettanti vissuti. Desta devozione immaginare dove, “probabilmente”, Gesù ha compiuto quel miracolo, ha pronunciato quel discorso, ha incontrato questo o quel personaggio. Fanno da sfondo alla vicenda di Gesù quell’orizzonte con i contorni delle case, le onde del lago, le colline, le sorgenti che dai tempi di Gesù non smettono di zampillare.
Daniela evoca un tema importante: quello del Gesù storico. Più nessuno, oggi, sostiene posizioni ottocentesche sull’argomento. Sono tante e tali le testimonianze che l’interrogativo sull’esistenza storica di Gesù è decisamente superato. La questione, semmai, è ad altre profondità: comprendere lo spessore dell’incarnazione. Davanti a questo mistero si ammutolisce. C’è chi ha pensato potesse bastare il messaggio di Gesù, l’ideale, e fare a meno della sua persona. Gesù della fede è dentro la storia: per questo oggi ci è venuto da accarezzare una pietra, di bere ad una sorgente, di toglierci le scarpe e bagnare i piedi nel lago… Vorremmo sapere tutto di Gesù; ogni dettaglio è uno squarcio sul mistero della sua persona. È vivo! Ci viene ricordato – è una frase che ci sta diventando cara – «tutto ciò che fu visibile del nostro Redentore è passato nei segni sacramentali» (Leone Magno). È un passaggio non subito compreso, ma si fa strada nella celebrazione eucaristica: oggi nella chiesa moderna, eretta accanto agli scavi dell’antica Magdala. L’altare è a forma di barca. Dietro l’altare un’ampia piscina riproduce il lago e la trasparenza della vetrata permette di vedere le alture del Golan, terra contesa. Una grande scritta campeggia sull’altare: «Duc in altum». Sono le parole di Gesù a Pietro: «Prendi il largo». Poco varrebbe lo scenario, poco varrebbe rileggere quella pagina di Vangelo, se Gesù non venisse, fatto pane, sulla barca della nostra vita. Meno male che c’è l’Eucaristia!