Saluto del Vescovo Andrea al Sindaco di Pennabilli

2 Marzo 2014

Signor Sindaco,

“eccomi!”. Sono lieto della cortesia che ha voluto usarmi nel venire personalmente a porgermi il saluto e il benvenuto in questa terra alla quale, da oggi, mi legherà il mio “destino”, meglio dire la mia missione.

Apprezzo il suo gesto, e la ringrazio di cuore. Le parole da lei rivoltemi anche a nome degli altri sindaci del Montefeltro e dei Capitani di Castello di San Marino, suscitano in me molte riflessioni e mi fanno sentire ancor più la gioia e la responsabilità di questo momento.

Gioia per essere stato chiamato a svolgere il ministero episcopale in queste terre; una chiamata – le confido – del tutto inattesa e che ancora mi fa trepidare. Avrò modo di approfondire da vicino bellezza e storia, vita e problemi, indole e virtù di questa gente. Da qui, da Pennabilli, il mio sguardo pieno di meraviglia abbraccia le vallate del Montefeltro (la valle del Marecchia, del Foglia e del Conca); le comunità montane di Novafeltria e Carpegna. Apprezzo i progetti di sviluppo locale attraverso la valorizzazione delle risorse che sono tante, tra le quali primeggiano quelle storiche-culturali. Avrò modo di approfondire – e lo farò con piacere perché questa ormai è la mia terra – la storia di questo territorio da sempre crocevia di culture, la conoscenza delle sue città fino alla Rocca di San Leo.

Avrò l’opportunità poi di incontrarmi con le autorità e la popolazione della Serenissima Repubblica di San Marino a cui ho già indirizzato un affettuoso messaggio.

Gioia per tutto questo, e responsabilità. In particolare, le sue parole – signor Sindaco – mi richiamano alla mia responsabilità, quando domandano cordialità di rapporti e concretezza di collaborazione. Assicuro, le dirò ancora, che il suo desiderio incontra il mio, ed è nella linea degli obiettivi e delle mete di una comunità ecclesiale. Si lavoreremo insieme  soprattutto perché ai giovani non sia rubata la speranza.

Mi auguro intercorrano tra noi rapporti personali cari e significativi, rapporti fra tutti sorretti dalla stima per ogni persona, per le sue necessità e i suoi diritti, individuali, familiari, sociali. Ma, al di là di questi rapporti non posso non augurare che la comunità ecclesiale nella quale mi accingo a portare il mio umile servizio, salva sempre la sua identità, sappia dimostrare la sua presenza e sappia dare un contributo reale e leale alla promozione del bene comune e alla soluzione dei problemi che richiedono l’apporto di tutti e di ogni cittadino, specie in ordine a quelle esigenze della dimensione spirituale e religiosa che interessano specificatamente la missione della Chiesa. Nel pluralismo. Un pluralismo che suppone rispetto, difesa e sostegno della libertà, nelle istituzioni e delle istituzioni, e consente convergenza e solidarietà, arricchimento e crescita, ed è il primo bene di tutti.

Per gli altri grandi problemi di ordine nazionale e internazionale, nei quali si collocano e si condizionano i problemi locali, comunali e provinciali, la nostra comunità ecclesiale non può non essere in consonanza con l’atteggiamento e l’insegnamento di tutta la Chiesa, degli ultimi Papi, particolarmente di papa Benedetto XVI che ci ha onorato della sua visita, di papa Francesco e del Concilio Vaticano II quando scrive che: “le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini di oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro  che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo, e nulla vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore”(GS1).

Grazie signor Sindaco a lei e a tutta l’Amministrazione.