17 maggio – La manifestazione dello Spirito Santo

La Pala che stiamo contemplando, dopo il clima di attesa che ci ha lasciato intuire, finalmente ci mostra l’avvenimento: i Dodici sono in atteggiamento orante e di sereno stupore. Quando venne il giorno della Pentecoste, erano riuniti tutti insieme nello stesso luogo. All’improvviso si sentì un rumore dal cielo, come quando tira un forte vento e riempie tutta la casa dove si trovavano. Allora – scrivono gli Atti degli Apostoli – videro qualcosa di simile a lingue di fuoco che si separavano e si posavano sopra ciascuno di loro. Tutti furono riempiti di Spirito Santo e si misero a parlare in altre lingue, come lo Spirito concedeva loro di esprimersi.
Ma che sanno gli ospiti del cenacolo dello Spirito Santo? Ricordano appena quello che Gesù aveva detto cinquanta giorni prima, durante l’Ultima Cena, nei “discorsi di addio”. Come ebrei osservanti che cosa potevano sapere dello Spirito Santo?
Dobbiamo chiarire.
L’Antico Testamento taceva la realtà personale dello Spirito Santo, vi alludeva soltanto. Dunque, gli apostoli non conoscevano nulla di Lui fino a quel momento. La rivelazione piena dello Spirito Santo è avvenuta soltanto attraverso le parole di Gesù, nella Pentecoste e nella vita della comunità cristiana dei primi tempi. Dio – noi lo confessiamo con gratitudine e fede – è Padre, Figlio, Spirito Santo. Un solo Dio in tre Persone, uguali e distinte. Così ci ha insegnato la Tradizione teologica: è la nostra fede.
I nomi delle tre divine Persone sono spesso sulle nostre labbra. Li pronunciamo più volte al giorno facendo il segno della croce sulla nostra persona, toccando la fronte, il petto, la spalla sinistra, la spalla destra e congiungendo le mani: la Trinità su di noi. Viene in mente l’abbraccio che fa trasalire la sposa del Cantico dei Cantici: «Il suo braccio sinistro è intorno al mio collo, con il destro mi abbraccia». Una tradizione patristica dice che il Padre è l’amante, il Figlio l’amato, lo Spirito Santo il bacio.
Gli ospiti del cenacolo nulla potevano sapere dello Spirito Santo, ma adesso cominciano a farne esperienza. Eppure, lui c’era già e già aveva agito in loro, dall’istante del loro concepimento. Fortificava la loro crescita ed era su di loro quando imparavano la Torah in sinagoga. Fu lo Spirito Santo, ignaro ospite nel loro cuore, che ispirò il generoso «sì» a Gesù che li chiamava alla sequela.
Lo Spirito Santo, non rivelato ancora, era già presente nella storia del loro popolo, nei grandi eventi della storia e nella vita di ogni persona.
Nelle serate che seguono propongo – per rendere più facile la presenza dei bambini – di immaginare una sorta di intervista alle persone raffigurate sulla Pala; ci rivolgeremo a ciascuno degli apostoli e con loro faremo una lettura delle pagine della Bibbia che, in qualche modo, alludono allo Spirito Santo, in modo da conoscere di più la Terza Divina Persona.

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L’impegno per domani è: fare bene il segno della croce, non per abitudine, ma con il trasalimento di sapersi abbracciati dalla Santissima Trinità: Padre, Figlio, Spirito Santo.  
Continuiamo il gioco del “prediletto” della Madonna nella nostra famiglia.