20 maggio – Persona

Ascoltiamo Andrea, l’apostolo che condusse a Gesù Pietro, suo fratello, e presentò il fanciullo che aveva i cinque pani d’orzo e i due pesci per la moltiplicazione. È lui che insieme a Filippo porta gli stranieri all’incontro con Gesù. Dunque, la caratteristica di Andrea è quella dell’accompagnamento a Gesù.
«Filippo vi ha parlato dello Spirito – ci dice Andrea – che vive in ciascuno e vivifica l’anima immortale infusa dal Creatore in ogni uomo». «Io – continua l’apostolo Andrea – vivendo con Gesù per ben tre anni, ho capito che lo Spirito Santo non è semplicemente una forza o un’entità ma una persona viva, un Tu verso il quale Gesù si è rivolto, un Tu che ama, che ascolta, che suggerisce, che vuole e che si dona. L’ho capito osservando il rapporto che Gesù stabiliva con lo Spirito Santo e il rapporto che lo Spirito Santo aveva con Gesù, un rapporto personalissimo e sempre in crescendo (mi riferisco a Gesù in quanto uomo, perché come Verbo, Seconda Persona della Trinità, non ha mai abbandonato la Trinità)».
«All’inizio del ministero pubblico – ci dice Andrea – Gesù si fece battezzare da Giovanni nel fiume Giordano. Durante quel Battesimo – dicono i Vangeli concordemente – lo Spirito Santo scende visibilmente sull’umanità di Gesù. Da quel momento è chiaro che lo Spirito ha preso posto in Lui. Ho visto l’umanità di Gesù come un vaso nel quale veniva versata la fragranza e il profumo indicibile dello Spirito che, poco a poco, lo pervadeva, lo impregnava di sé. Subito dopo lo Spirito sospinse Gesù nel deserto per lottare contro Satana; lo Spirito Santo mi è parso come un allenatore che prepara il suo atleta per il combattimento. Dopo quaranta giorni di preghiera e digiuno Gesù affronta il nemico e lo vince».
Poi ancora: «Gesù si lascia condurre dallo Spirito nella sinagoga di Nazaret in giorno di sabato. Tutti conosciamo come si sono svolti i fatti: Gesù entra, si alza in piedi, prende i rotoli della Scrittura e, mosso dallo Spirito Santo, docile allo Spirito Santo, manifesta la chiarezza della sua vocazione. Lo Spirito Santo è all’origine della vocazione messianica di Gesù. Gesù apre il rotolo del Libro nel quale sta scritto: “Lo Spirito del Signore è sopra di me; mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista, per rimettere in libertà gli oppressi, predicare un anno di grazia del Signore”. L’intimità di Gesù con lo Spirito è la molla di tutta la sua vita e della sua attività messianica, realizzazione piena della sua vocazione».
Non solo. La conversazione che Gesù ha con lo Spirito Santo è sorgente di gioia. C’è un momento in cui Gesù sbotta in un inno di giubilo: «Io ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, che hai nascosto queste cose ai dotti e ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli». Gesù si riferiva a noi, ma era lo Spirito che gli dava la gioia. Indicando noi, infatti, intendeva dire che non c’erano sapienti o nobili o potenti, ma solamente dei piccoli.
«Torniamo alla metafora del vaso», suggerisce l’apostolo Andrea. «La conversazione, la fedeltà e la comunione di Gesù con lo Spirito Santo, che l’ha accompagnato in tutta la sua vita, ha fatto sì che la fragranza dello Spirito lo abbia impregnato totalmente, al punto che Gesù diventa tutto questo profumo, tutto amore, tutto dono di sé, tutto simpatia, gioia e forza». «Un giorno – dice Andrea – quel vaso si sbriciolò, si disciolse (è l’umanità di Gesù) e diventò tutto Spirito, datore di vita, liberando la forza e la fragranza che era in lui». Del resto – conclude l’apostolo Andrea –, non poteva essere che così: “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici”». L’evangelista Giovanni, che era presente alla morte in croce di Gesù, ci racconterà ogni cosa, svelandone il senso profondo.

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Nella giornata di domani propongo di lasciarci accompagnare, come Gesù, dallo Spirito Santo. Vivere la giornata con lui. Continuiamo il gioco del “prediletto” della Madonna nella nostra famiglia.