Veglia dei giovani per Sant’Agata

Omelia IV Domenica del Tempo Ordinario

Omelia di S.E. Mons. Andrea Turazzi
Cappella vescovile, 1 febbraio 2015

Dt 18,15-20
Sal 94
1Cor 7,32-35
Mc 1,21-28

È singolare che l’evangelista Marco faccia incontrare Gesù e l’indemoniato proprio in sinagoga. La sinagoga è il luogo della riunione per il culto, per la lettura della Parola di Dio, per il canto e per la preghiera. Per me, uomo di Chiesa, sarebbe stato preferibile uno scenario diverso per questo racconto; magari il porto di Cafarnao, una bettola di Galilea o una piazza qualsiasi. Sembra invece che il diavolo, in sinagoga, ci stia a suo agio e inosservato, almeno fino all’arrivo di Gesù. Forse Marco vuol dire che la voce “dei demoni oscuri si alza non da fuori, ma dentro, nella sinagoga, nella comunità, nell’intimo dei cuori”. Trovo la cosa abbastanza inquietante.
Stiamo leggendo una pagina fortemente cristologica che qualifica l’identità di Gesù, lo spessore della sua personalità e missione. Gesù è il Messia, il Cristo, che insegna con potenza! Persino il diavolo lo riconosce. Sorprendono le sue domande: Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Domanda sciocca e viscida. Sa benissimo quel che Gesù vuole. Lo sappiamo anche noi. E il diavolo aggiunge: Sei venuto a rovinarci? Non si smentisce: come nel paradiso terrestre, insinua che Dio è nemico e rivale dell’uomo. Ci fa immaginare Dio come colui che toglie, mortifica, tarpa le ali, rinchiude nei recinti. Un giorno Gesù domanderà ai suoi: Vi è forse mancato qualcosa da quando siete con me e vi ho mandati? «Nulla», risponderanno (cfr. Lc 22,35). Per quanto mi riguarda vorrei che Gesù… mi rovinasse!
Il diavolo parla al plurale. Qualcuno interpreta che poteva aver occupato quella creatura con la complicità e la compagnia d’altri spiriti o, meglio ancora, che parlava anche in nome della sua preda. Gesù si rivolge a lui al singolare. Distingue bene l’ingiusto aggressore dalla vittima. A Gesù basta una parola: Taci! Zittisce il demonio perché l’uomo ritrovi libertà e gioia di vivere. È soltanto il primo round, ma già si capisce che il tempo messianico è giunto: Cristo vince Satana e inaugura la Signoria di Dio. Non c’è alcuna catena che Gesù non può spezzare. “Non aver paura delle tue oscurità”!

Giornata della Vita Consacrata

A tutte le componenti della vita diocesana
A tutti i fedeli della diocesi

Carissimi fratelli e sorelle,
il 2 febbraio prossimo si celebra con particolare solennità la Giornata della vita consacrata: per volontà di papa Francesco il 2015 è ad essa dedicato.
Alle ore 15, le religiose e i religiosi presenti in diocesi, rispondendo all’invito del vescovo, si raduneranno a Pennabilli, presso la sala parrocchiale per un momento di incontro, di conoscenza reciproca e di scambio fraterno.
Alle ore 15.45, le religiose e i religiosi, insieme a tutti i fedeli, partiranno in processione, con le candele accese, dalla chiesa di San Filippo verso la Cattedrale per la solenne liturgia della Presentazione al Tempio di Gesù.
 
Tutti sono calorosamente invitati a partecipare.

Al termine verrà donata ad ogni comunità religiosa una lampada come segno del legame che le religiose ed i religiosi hanno con la Chiesa locale. Essi, infatti, sono presenti in diocesi non a motivo di una supplenza, ma per essere vitalmente inseriti nella vita e nella missione della nostra Chiesa di San Marino-Montefeltro, di cui sono parte integrante. Essi si pongono non accanto, ma dentro la comunità diocesana.

Vi benedico tutti di cuore,
+ Andrea Turazzi

“I fatti e i giorni” dal 18 al 24 gennaio 2015

Settimana dal 18 al 24 gennaio 2015

Viabilità e progresso
Ritorna la proposta di un ampio raccordo dall’autostrada A14 all’Alta Val Marecchia

È un sogno. Lo voglio raccontare. Ma quando sono in tanti a sognare quel sogno diventa realtà. Se il lettore riuscirà ad arrivare in fondo a questo scritto può darsi dia ragione a chi scrive. Può darsi pure che trovi le argomentazioni ovvie, come la scoperta dell’uovo di Colombo.
Dell’argomento che ci si accinge a trattare si è occupata, in passato, anche la grande politica. Ma nulla si è concluso. E noi continuiamo a sognare.
Si sta scrivendo di un possibile tracciato stradale che colleghi il Montefeltro con l’autostrada A14, a Rimini Nord, un grande raccordo fino all’Alta Val Marecchia e oltre (Sansepolcro).
Prevengo l’obiezione: “La Val Marecchia va sempre più impoverendosi e spopolandosi, perché dotarla di una Superstrada?” Quando una zona non è collegata si impoverisce di servizi, raffredda le iniziative, blocca le sue potenzialità e viene tagliata fuori. Metti una strada se vuoi un nuovo sviluppo.
Un raccordo siffatto costituirebbe la spina dorsale sulla quale potrebbe innervarsi una nuova viabilità che promuoverebbe attività culturali, turistiche, produttive, ecc. Finalmente città e borghi, mare e montagna, Italia e San Marino, potrebbero trovarsi facilitati nell’incontro, nello scambio e nel reciproco vantaggio.
Tocca ai tecnici studiare la realizzazione, ai politici valutare scelte e possibilità e ai cittadini sognare e proporre progetti. Il fiume Marecchia, con le sue sponde ampie, sembra invitare all’intervento; un intervento che, all’occhio del profano, non pare ciclopico; seguendo il fiume la via è tracciata. Centri e borghi della Val Marecchia e delle Valli attorno verrebbero finalmente valorizzati e restituiti alla loro vocazione.
Consideriamo, per cominciare, le attività produttive. Le attuali strade tortuose che scendono verso Rimini costituiscono una permanente difficoltà per i trasporti. Quante volte con la nostra utilitaria abbiamo patito dietro autocarri costretti alla lentezza da una viabilità tutta curve e – sia consentita la critica – tutta buche, e con scarsa segnaletica orizzontale. A chi verrebbe in mente di investire e di aprire nuove attività in luoghi così poco raggiungibili?
La strada attuale con le sue curiose contorsioni raggiunge piccoli centri ed ha il vantaggio – si dice – di attraversare piazze, agganciare il piccolo commercio e favorire i negozi di paese, ma, per un grande progetto come questo, occorre andare oltre le logiche particolaristiche e gli interessi locali.
Ci sono prodotti nell’agroalimentare, ad esempio, che costituiscono il vanto di queste terre, e prodotti di nicchia che potrebbero trovare più vasto mercato. Altri prodotti, da fuori, potrebbero essere più facilmente disponibili. Il tutto con risparmio e riduzione di costi.
Un’altra considerazione si potrebbe fare per quanto riguarda il patrimonio culturale ed il turismo in genere. La “grande bellezza” qui è spesso racchiusa in un piccolo scrigno: una pieve o un borgo medioevale ancora intatto, dove puoi ammirare una maiolica, un affresco, un crocifisso giottesco. “Grande bellezza” è il paesaggio quasi incontaminato con i suoi sentieri, la sua flora e la sua ricchezza faunistica. Per valorizzare occorre mettersi nella rete, non solo quella virtuale, ma quella della strada che corre spedita e fa di tanti punti di bellezza una costellazione.
Particolarmente sentito e attuale è il problema del servizio sanitario. C’è ancora qualche carta da giocare per la valorizzazione dell’ospedale “Sacra Famiglia” di Novafeltria, l’unico per un vastissimo territorio. La legge italiana prevede attenzione per “le zone disagiate”, ma, anche nella più rosea previsione, Novafeltria non potrà disporre di attrezzature, risorse e personale specialistici. Una strada veloce consentirebbe di raggiungere ospedali più attrezzati con minore rischio. In ogni caso si potrebbe ipotizzare una diversa organizzazione.
Ci sono poi altre considerazioni: quella pastorale che interessa molta parte della collettività e quella educativa-scolastica che riguarda tutti. Il nuovo assetto organizzativo della vita religiosa prevede una diversa distribuzione del personale religioso, un diverso impianto catechistico e dei servizi religiosi in genere.
L’eventuale accorpamento delle scuole sarà più facilmente realizzabile e le scuole superiori potranno contare su un più ampio bacino d’utenza. In tempi di spending review, anche solo immaginare una grande opera come questa, sembra una follia. È necessaria la scesa in campo lungimirante e convinta dei nostri politici. Una scelta coraggiosa vedrà premiata la vocazione agricola di questo territorio: ritorno dei giovani al podere dei nonni, pieno recupero di ampie zone, scommessa sulla ricchezza della terra e degli allevamenti. E perché no? Potenziamento di aziende familiari e a più ampia partecipazione.
Agricoltura, Turismo, Cultura, un patrimonio da far fruttare, ma… su una grande via di comunicazione. Il Montefeltro se lo merita. Non è campanilismo: a guadagnarci saranno in tanti, a partire dalle regioni attorno.

Periodico Montefeltro Gennaio 2015

Omelia III Domenica del Tempo Ordinario

Omelia di S.E. Mons. Andrea Turazzi

25 gennaio 2015, Monastero Agostiniane di Pennabilli

 

Gesù si recò nella Galilea predicando il “buona notizia” di Dio.

Gesù è presentato come araldo di una notizia straordinaria, di importanza decisiva e portatrice di una gioia smisurata (notizia su Dio o da parte di Dio?). Sta per accadere qualcosa di paragonabile alla creazione: Il tempo è compiuto e il Regno di Dio è vicino. Dio sta portando a maturazione la storia (iniziata con la creazione) conducendola al suo momento decisivo. Quando accadrà?, si domandavano gli antichi. Se lo chiedevano i contemporanei di Gesù (cfr Lc 21,28) e ce lo chiediamo anche noi: Fra quanto tempo, fra quanti anni? L’evangelista sembra rispondere: Uno, nessuno, centomila! La manifestazione della Signoria di Dio (il Regno) non è una realtà remota né sganciata dal presente. Chi incontra Gesù si pone già da ora sotto il segno di quella sovranità. Ogni momento è buono per la decisione. La lancetta della bussola che ti guida nel cammino della vita è arrivata al suo zenit. Sei di fronte a Gesù, decidi! Da questo annuncio nasce l’imperativo: Convertitevi e credete al Vangelo. L’appello alla conversione qui non è da intendersi in senso morale (non è un invito a troncare una condotta malvagia). Si tratta di un cambiamento di rotta: concentrarsi su Gesù. Convertitevi, cioè, credete a questa buona notizia. E’ in questo clima di gioioso incontro con Gesù che va collocata la storia di vocazione dei primi apostoli. Quella mattina sul lago, dentro il loro quotidiano che aveva l’odore del pesce, fa irruzione Gesù. Gesù guarda Pietro, Andrea, Giacomo, Giovanni e dice a ciascuno: Seguimi! E loro vanno. D’un colpo tutto diventa relativo e secondario. Il testo evangelico non dice perché seguono Gesù. La ragione è nel pronome personale: segui me. Non hanno fatto ragionamenti. Semplicemente hanno trovato Gesù affidabile, ed hanno fatto l’affare! Adesso tocca a te.

 

Omelia II Domenica del Tempo Ordinario

Omelia S.E. Mons. Andrea Turazzi

Lunano, 18 gennaio 2015

 1Sam 3,3-10.19
Sal 39
1Cor 6,13-15.17-20
Gv 1,35-42

Ecco, io vengo, Signore… Mio Dio, questo io desidero (cfr. Sal 39,8).
Il racconto giovanneo della chiamata dei primi discepoli ci aiuta a “tanare” il modo balordo che talvolta abbiamo di gestire il rapporto con Gesù.
Cominciamo dalla domanda dei primi due discepoli: Maestro dove abiti? Non è semplice curiosità. La domanda riferisce il desiderio di poter stare a lungo con lui. Gesù li accontenta. Vogliono che Gesù parli delle Scritture? No, vogliono capire chi è lui.
Andarono. Quella giornata col Maestro fu decisiva. L’evangelista Giovanni lo evidenzia annotando due cose: era circa l’ora decima (le quattro del pomeriggio) e la gioia con cui Andrea annunciava la scoperta a suo fratello Pietro. A proposito: le quattro del pomeriggio sono scoccate nel quadrante della nostra vita? L’incontro con Gesù è tracimato in gioiosa testimonianza?
Abbiamo trovato il Messia: è il grido di chi ha scoperto un volto che dà senso all’esistenza. La fede è nata dal restare con Gesù. Venite e vedrete: eppure Gesù non ha una tana come le lepri, non ha una pietra dove posare il capo (cfr. Mt 8,20). Non promette altro che intimità: Rimanete in me e io in voi (Gv 15,4). Un giorno aggiungerà: dimoro nel seno del Padre; là vi desidero con me (cfr. Gv 17,5). Ma perché i discepoli capiscano propone una cosa concreta, una cosa da fare: venite e vedrete. E loro vanno, vedono, dimorano.
Nei racconti di chiamata in Marco, Luca e Matteo viene messo in rilievo il lasciare tutto per seguire Gesù; in Giovanni seguire è cominciare ad entrare nel mistero della persona di Gesù. Con-vivere con lui. E ciò cambia radicalmente la vita.
È detto che Andrea era uno dei due discepoli. Ma chi era l’altro? Il Vangelo non lo dice. Forse perché, dopo aver visto, non ha preso la decisione di seguire Gesù.
Due hanno seguito l’Agnello di Dio indicato dal Battista, il loro maestro. Due hanno cercato di scoprire dove dimorava Gesù. Due hanno passato la notte con lui. Ma uno solo ha testimoniato d’aver conosciuto il Messia e lui solo s’è messo realmente a seguirlo. L’altro, forse, è ciascuno di noi alle prese con la domanda “chi è Gesù?”. Gesù si mostra, ma ci lascia liberi di accoglierlo. Facciamo buon uso di questa libertà.

Iniziativa Scegli di Scegliere

L’Associazione Amici dell’Università Cattolica della diocesi di San Marino-Montefeltro organizza il 13-14 marzo 2015 un’iniziativa di orientamento per la scelta dell’università rivolto agli studenti di IV e V superiore, si pone l’obiettivo di:

  • offrire un aiuto nella scelta accademica e professionale
  • presentare l’offerta formativa dell’università cattolica
  • fornire stimoli e strumenti per iniziare un percorso di conoscenza di sè e delle opportunità formative offerte dal mondo universitario. Nell’ambito di due sessioni, verranno forniti spunti di riflessione sul significato della scelta e dei fattori in essa implicati.

A conclusione verranno consegnati i profili di orientamento.

Gli incontri saranno condotti da docenti dell’Università Cattolica specializzati in psicologia dell’orientamento

Per informazioni:

E-mail: sceglidiscegliere@gmail.com

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La malattia cura l’anima II Edizione

Anche quest’anno vengono organizzati tre incontri sul tema “La Malattia interroga l’anima” con lo scopo di approfondire le domande che la malattia pone alle persone malate, ai familiari e a chi li cura (Medici, infermieri, Operatori socio Sanitari).

La centralità della persona nella cura guiderà la riflessione e la ricerca.

Gli incontri si terranno presso la Sala “Montelupo” di Domagnano alle 20,45 con i seguenti temi:

29 Gennaio 2015: “I desideri dell’uomo e la Malattia”. Relatore Prof. Daniele Celli

12 Marzo 2015: “La Famiglia di fronte alla Malattia”. Relatore Dr. Stefano Ossani

16 Aprile 2015: “Cercare il senso della Sofferenza”. Relatore Don Giovanni Nicolini

Gli incontri sono rivolti innanzitutto agli operatori in ambito sanitario, ai volontari, in vario modo coinvolti nell’assistenza dei malati, ai pazienti ed ai loro familiari, ma sono aperti a tutti.

Promotori di questa iniziativa sono La Pastorale della Sanità e La Caritas della Diocesi di San Marino – Montefeltro, con il patrocinio della Segreteria di Stato alla Sanità e Sicurezza Sociale della Repubblica di San Marino.

 

Avere cura della fragilità