VERSO LA FASE PROFETICA

COSTRUIRE INSIEME DECISIONI
Cammino Sinodale: verso la Fase Profetica

“Finire in salita!”: così titolava la scheda di sintesi della “Fase Sapienziale” del Cammino Sinodale, la fase di discernimento che ha fatto seguito ai primi due anni di ascolto (“Fase narrativa”), inviata alla Segreteria nazionale e pubblicata sul “Montefeltro” dello scorso mese di maggio. Dopo tre anni di Cammino Sinodale, infatti, si scorge l’ultima tappa del percorso – che non finirà mai, come stile (anche se finirà, come evento, nel 2025 ndr) – la “Fase Profetica”. Il discernimento comunitario sui cinque grandi temi emersi nel biennio dedicato all’ascolto nelle Diocesi italiane (linguaggio e comunicazione, missione con lo stile della prossimità, formazione alla fede e alla vita, sinodalità e corresponsabilità, cambiamento delle strutture) ha messo in evidenza varie proposte. Ora, tra queste, occorre decidere quali far diventare “azione”: un passaggio in salita, per fugare il rischio che rimangano “paralizzate” nei gruppi sinodali o nei report impilati in qualche archivio senza tradursi in un cambiamento in chiave missionaria della comunità ecclesiale.

Ri-partiamo insieme… dietro a Gesù

L’assemblea diocesana del 15 giugno è iniziata in ginocchio davanti a Gesù Eucaristia, con la rinnovata consapevolezza derivante dal cammino pastorale di quest’anno imperniato sui quattro verbi eucaristici: prendere, benedire, spezzare, dare. Erano presenti sacerdoti, religiose e religiosi, consacrate e consacrati e laici, rappresentanti di tutta la Chiesa di San Marino-Montefeltro, chiamata a riunirsi attorno al Vescovo Domenico, con la presenza del Vescovo emerito Andrea, per vivere un momento di verifica, di ringraziamento e di restituzione dei frutti del Cammino Sinodale. Dopo un “ripasso” a più voci, curato dal Consiglio diocesano per la sinodalità, sui desideri e sulle proposte raccolte durante l’anno, si è lavorato per gruppi per discernere quali priorità si avvertono come urgenti per la pastorale diocesana: da queste priorità, che confluiranno nella cornice più ampia del Giubileo 2025, nascerà il nuovo Programma Pastorale 2024/25.

Al termine dei lavori il Vescovo Domenico ha dato le sue prime indicazioni alla Diocesi, invitando – attraverso il dipinto del pittore spagnolo Diego Velázquez – a fissare lo sguardo sul Signore Gesù che, dalla croce, china il capo e soffia il suo Spirito. «Se tutti guardiamo Gesù – commenta – cammineremo tutti verso la stessa meta; se invece guardiamo a noi ci lasciamo condurre da quel “secondo me” che è sempre pericoloso…». «I “secondo me” – prosegue – generano le guerre, le lotte, i fraintendimenti, ma soprattutto ostacolano la comunione e sgretolano la Chiesa». «Ri-partiamo insieme» è l’incoraggiamento che rivolge, ricordando che, per camminare insieme, occorre «rallentare quando c’è qualcuno da aspettare, accelerare dove c’è l’urgenza di avanzare, senza perdere di vista nessuno, dietro a Gesù». Mettendo in guardia dagli attuali processi di relativismo, individualismo, rifugio e ritiro sociale, dichiara che «la sfida cristiana al mondo è generare comunità». Si generano comunità quando «ci si racconta la vita stando insieme, perché il Cristo vivente è presente nelle vite cristiane dei fedeli». Per costruire insieme il progetto di comunità della Chiesa di San Marino-Montefeltro, mons. Domenico invita a dare rilievo a due poli: i giovani, che non sono il futuro (sarebbero già anziani!), ma l’oggi della Chiesa, con la loro capacità di offrire una lettura profetica della realtà, e le comunità parrocchiali: «Non è la carenza delle vocazioni che deve muovere la pastorale… ma occorre avere un’attenzione particolare per i nostri parroci, affinché loro possano avere sempre più tempo per dedicarsi alle Confessioni, alla celebrazione dell’Eucaristia, all’accompagnamento».

Il lavoro di preparazione del nuovo Programma Pastorale prevede, nei prossimi mesi, l’incontro con tutti gli organismi di partecipazione e con tutte le comunità parrocchiali «per verificare, capire e trascrivere le basi del progetto» e arrivare ad inaugurare l’anno pastorale il 30 novembre, con il solenne inizio dell’anno liturgico, attualizzazione del mistero di Cristo, vera e propria scuola di evangelizzazione, di spiritualità e di pastorale.

La bellezza e le fatiche dell’esperienza sinodale

Venerdì 28 giugno i referenti diocesani del Cammino Sinodale delle Chiese che sono in Italia sono stati convocati per una riunione online con la Presidenza del Comitato che accompagna il Cammino per essere informati su quanto si sta facendo a livello nazionale e su quali saranno i prossimi passi. Facendo un bilancio dei tre anni di cammino, sono state raccolte tante indicazioni e ricchezze insieme ad alcune fatiche: solo una piccola parte di comunità è stata coinvolta dal Cammino Sinodale, tanti esprimono scetticismi e riserve, altri non sono entrati minimamente, c’è chi ha vissuto illusioni e subito dopo delusioni. Tutto fa parte del cammino. Per chi si è lasciato coinvolgere due elementi incoraggiano: la bellezza dell’esperienza, con il suo mettersi in un rispettoso ascolto reciproco, anche di chi non la pensa come noi, capendo che il Vangelo è sempre molto più avanti, il riattivarsi degli organismi di partecipazione, la consapevolezza che la Chiesa non è parallela al mondo, ma sono uomini e donne che camminano con gli altri alla luce del Vangelo (cfr. LG 9, GS 1); il desiderio di realizzare un nuovo modo di essere Chiesa, «meno preoccupato della quantità e più della profondità, meno assillato dai numeri e più appassionato dei volti»: un bel sogno di Chiesa! Ora si tratta di cercare di concretizzarlo ulteriormente e di lavorare attorno a decisioni: questo il cammino della Fase Profetica, che passerà attraverso due Assemblee Sinodali Nazionali e l’Assemblea Generale CEI 2025.

Le due Assemblee Sinodali Nazionali

Qui si rischia di scivolare in un tecnicismo per “addetti ai lavori”, ma vale la pena conoscere il processo sinodale nei suoi passaggi: un’esperienza diversa e inedita rispetto a quella dei Convegni ecclesiali. In questi mesi, mentre le Diocesi erano impegnate nel discernimento, anche il Comitato nazionale ha lavorato, per Commissioni, attorno agli stessi temi. La Presidenza del Comitato, poi, ha elaborato e presentato ai Vescovi, all’Assemblea Generale del maggio scorso, un testo che riprendeva i frutti del lavoro di approfondimento e discernimento del Comitato e delle Diocesi (sono pervenute 180 sintesi diocesane della Fase Sapienziale). Durante l’estate il Comitato ha il compito di integrare quel testo con gli emendamenti segnalati dai Vescovi dopo il lavoro sinodale all’Assemblea: il documento che ne deriverà, i Lineamenta della Fase Profetica, dopo ulteriore approvazione del Consiglio Episcopale Permanente (a metà settembre), verrà consegnato alle Diocesi, che vi lavoreranno in preparazione alla prima Assemblea Sinodale Nazionale (15-17 novembre 2024). Dall’Assemblea uscirà un secondo documento, l’Instrumentum laboris, sul quale torneranno a confrontarsi le singole Diocesi, nei mesi di gennaio e febbraio, in vista della seconda Assemblea Sinodale Nazionale (31 marzo – 4 aprile 2025). In questa seconda e ultima assemblea verranno discusse e approvate le cosiddette Propositiones che saranno poi presentate per il lavoro dei Vescovi all’Assemblea Generale del maggio 2025.

Alle Assemblee sinodali ogni Diocesi parteciperà con una delegazione di almeno tre persone (compreso il Vescovo); particolarmente incoraggiata la partecipazione dei referenti diocesani, avendo seguito la Chiesa locale in tutto il percorso sinodale.

Lo Spirito Santo soffia nella storia

Icona-guida della Fase Profetica sarà il brano della Pentecoste tratto dagli Atti degli Apostoli (cfr. At 1,8.12-14; 2,1-13), che fa una zoomata sulla piccola comunità degli Undici, riunita nel Cenacolo attorno a Maria, con la presenza di altre donne e alcuni discepoli. «Gesù non sceglie una nuova squadra, come farebbe qualsiasi allenatore con una squadra perdente – fa notare mons. Erio Castellucci, presidente del Comitato nazionale –, sceglie la Chiesa così com’è, quegli Undici e quelle donne, una comunità ferita». «Il fatto che ciascuno li senta parlare nella propria lingua – continua – apre gli orizzonti, in maniera profetica, all’annuncio del Vangelo: il Vangelo può entrare in tutte le culture, nei cuori di ciascuno». Lo Spirito Santo soffia nella storia.

Se questi sono i passi da compiere a livello nazionale, a settembre, in Diocesi, cosa faremo?

È compito delle singole Diocesi avviare la Fase Profetica cominciando a percorrere alcune scelte di carattere pastorale, a partire dalle proposte raccolte in Diocesi nel tempo dell’ascolto e del discernimento, tenendo presente l’icona della Pentecoste. Questo cammino all’interno delle Diocesi non significa che ognuno ricomincia a procedere per conto suo, ma è in linea con la circolarità, fatta di continui scambi, tra il livello della Chiesa locale e quello della Chiesa universale, tra la particolarità dei percorsi delle singole Diocesi e quello che si sta costruendo come Chiese in Italia, che è la cifra caratterizzante di tutto il Cammino Sinodale. In tutto questo, il primato della soggettività delle Chiese locali (questa la scelta dei Vescovi italiani fin dall’inizio) va assolutamente sottolineato.
Piano piano, progressivamente, mettendo in rete Vescovi, Chiese locali, referenti, associazioni e movimenti si affronterà la sfida più importante: costruire insieme decisioni.

Paola Galvani
Referente diocesana del Cammino Sinodale

Instrumentum laboris Come essere Chiesa sinodale missionaria

FASE SAPIENZIALE

Sintesi diocesana a conclusione della fase sapienziale

Linee guida

Instrumentum laboris Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione

Secondo anno della fase narrativa

Sintesi diocesana a conclusione della fase narrativa

Incontro dei referenti parrocchiali

LA SINODALITÀ HA IL VOLTO DI UNA ESPERIENZA CONCRETA
In molte comunità se ne assapora il gusto

Di recente è stato pubblicato il documento che sintetizza il Cammino Sinodale di tutte le Diocesi del mondo: “Allarga lo spazio della tua tenda. Documento di lavoro per la Tappa continentale” (http://www.diocesi-sanmarino-montefeltro.it/cammino-sinodale/). L’ho letto attentamente insieme all’équipe sinodale diocesana: è stato emozionante e sorprendente.

Alzando gli occhi dal testo scritto vedi quello che vivono i cristiani sparsi nel mondo: minoranze coraggiose, comunità perseguitate, gruppi in sofferenza; allora nasce spontanea la preghiera che ci fa sentire ancora più fratelli tutti. Ritornano alla mente le parole dei padri che contemplano la Chiesa come un unico corpo: «È nostro quello che si vive nelle Indie». Il Cammino Sinodale appare come una grande esperienza di fraternità, un esercizio di quella “mistica della fraternità” di cui scrive papa Francesco nella Evangelii gaudium.

Ci rendiamo conto, realisticamente, come i cristiani impegnati nel Cammino Sinodale siano una minoranza all’interno delle comunità, ma questo non toglie la significatività dell’esperienza: qualcosa di promettente per il futuro che fa crescere come lievito e come sale che dà sapore.

Pur nella diversità, ritornano idee ed esperienze molto avvertite anche nella nostra Chiesa; affiora un comune modo di stare davanti al mondo di oggi, quasi una concretizzazione di quel programma di vita riassunto nelle prime parole della Gaudium et spes del Concilio Vaticano II: «Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo»(GS 1).

Lo sguardo delle comunità su se stesse sfocia in una presa di coscienza del valore del proprio Battesimo. Il richiamo al Battesimo fa tutti corresponsabili della missione, sostiene l’incontro e il dialogo con la società di oggi e con tutti. Si coglie, nel documento, la consapevolezza che tutti sono destinatari del Vangelo e che pertanto è vivo il desiderio delle comunità di mettersi a servizio ed in ascolto senza pregiudizi. L’ascolto è già missione e annuncio: ascolto non come tattica, ma procedimento che mette l’altro nella condizione di dare il meglio. Si parte da qui per annunciare il volto di un Dio che si prende cura di ognuno fino a donare la sua vita. Torna di frequente nel documento il privilegiare l’incontro con le persone, prima ancora della preoccupazione – pur importante – della dottrina.

Si è fatta esperienza – lo si legge in molti passaggi – che la sinodalità ha smesso di essere un concetto astratto ed ha preso il volto di una esperienza concreta. Così anche in molte delle nostre comunità se ne è assaporato il gusto e c’è il desiderio di proseguire uno stile che è già un modo di essere Chiesa. Ma ci vorrà tempo e ci vorrà molto cammino ancora per andare in profondità. La sensazione è che il Cammino Sinodale sia ancora una esperienza di nicchia. Anche nei nostri ambienti, insieme al coinvolgimento di tanti, c’è passività in molti laici (del resto poco avvezzi ad incontrarsi al di là delle liturgie e a prendere la parola) e ci sono resistenze da parte del clero che non sempre ha assunto il ruolo di animazione e di guida.

In molte pagine del documento viene riportato il dolore (spesso è usato il termine “tristezza”) per l’immagine di Chiesa che offriamo, non sempre corrispondente al suo dover essere. Fare un confronto può essere fruttuoso se porta a confidare in Dio e ad allontanare dalle nostre comunità l’autoritarismo, la presunzione di essere i migliori, l’inerzia, le stanchezze, ecc. Condividiamo la convinzione che ogni uomo, anche quello che riteniamo il più chiuso e il più lontano, è sempre in grado di ascoltare una nuova chiamata di Dio ad accogliere la ricchezza dello Spirito. Tutti sono candidati alla comunione.

Affiora una certa tensione che si respira soprattutto nelle Chiese di antica tradizione. Del resto, tensioni e contrasti ci sono sempre stati nella comunità cristiana. Vi sono contrasti che nascono dall’uomo vecchio (per dirla con san Paolo) che ostacola la vita dell’uomo nuovo: gelosie, invidie, desideri di farsi valere, chiacchiericcio, ecc. Ci sono anche contrasti che germinano semplicemente dalle diversità di formazione, di appartenenze, di obiettivi o da incomprensioni e fraintendimenti. Infine, ci sono tensioni che nascono dalla volontà di portare avanti punti di vista o scelte soprattutto nell’ambito liturgico. In alcuni passaggi si allude a tensioni fra progressisti o conservatori. Ma la Chiesa è una sola realtà con dimensione divina-mistica e dimensione umano-storica. In quanto soggetto storico è normale che convivano istanze più conservatrici e istanze più progressiste. In quanto custode del Vangelo la Chiesa si esprime con una polarità vitale: quella tra l’impegno a conservare il deposito della fede e quella di fare di esso il lievito di una vita sempre nuova.

È bello lasciarsi coinvolgere e respirare l’universalità della Chiesa. Nello sfogliare le pagine del documento non si può non pensare al coraggio di papa Francesco nell’avviare un processo mondiale di riflessione e di riforma. È come se nella casa, che è la Chiesa, siano state spalancate porte e finestre per far entrare aria nuova e fresca. Qualcuno – è giusto riferirlo – vede in questo il pericolo di una possibile confusione; non si tratta di immaginare un’altra Chiesa, ma una Chiesa diversa.

+ Andrea Turazzi

Ai referenti parrocchiali e ai “facilitatori” del Cammino Sinodale

Carissimi amici, vi ricordate?
Un mese fa, nell’incontro online del 2 dicembre, ci era stato proposto di convenire tutti insieme in centro Diocesi, a Pennabilli, per un importante pomeriggio di lancio della Seconda fase del Cammino Sinodale.
Presupponiamo che, dal 2 dicembre ad oggi, abbiate potuto riflettere e prendere contatto con i vostri parroci per arrivare all’incontro con idee e propositi per la ripartenza (sul sito diocesano è possibile consultare e scaricare i materiali utili, nel caso fossero stati smarriti).
Come anticipato nella precedente comunicazione, l’incontro sarà domenica 15 gennaio alle ore 15 presso il Seminario di Pennabilli, via del Seminario, 5 (è possibile parcheggiare anche davanti all’Episcopio).
Sicuramente nel periodo natalizio gli impegni sono stati tanti. Può darsi che qualche parroco non abbia ancora trovato il tempo per organizzare la ripartenza e coinvolgervi; ogni presbitero, nell’incontro di aggiornamento di dicembre con il Vescovo, è stato informato e incoraggiato a partecipare.
È emozionante pensare – l’abbiamo detto tante volte – che la Chiesa ha bisogno di ascoltare proprio noi! È una grande opportunità di rinnovamento per tutti.
Alleghiamo il programma del “pomeriggio sinodale” con i dettagli e le domande-guida su cui siamo chiamati ad esprimerci con la massima libertà e fraternità.
Uniti nella vicendevole stima

+ Andrea Turazzi, vescovo

Scarica il Programma del “pomeriggio sinodale”

Scarica il Verbale del “pomeriggio sinodale”

Ai referenti parrocchiali e ai “facilitatori” del Cammino Sinodale

Carissime e carissimi,

ho ancora nel cuore l’assemblea che abbiamo celebrato nel maggio scorso: mi sembrava fossimo come gli apostoli e i primi discepoli nel giorno della Pentecoste, quando, dopo l’effusione dello Spirito, si sono lanciati sulla piazza per annunciare Gesù Risorto.

Rinnovo a ciascuno di voi il grazie più sentito per l’impegno che avete messo nel far vivere l’esperienza sinodale a tanti amici e per il contributo che avete fatto arrivare per la sintesi diocesana. Nella statistica delle Chiese della Romagna risulta che siamo percentualmente la Diocesi che ha avuto più partecipanti al Cammino Sinodale! …

Pennabilli, 21 novembre 2022

Scarica la lettera del Vescovo Andrea

Ai referenti parrocchiali e ai “facilitatori” del Cammino Sinodale

Cari amici,

l’incontro del 2 dicembre scorso nella modalità online ha risvegliato l’interesse e l’entusiasmo per la ripresa del Cammino Sinodale.

Con questo messaggio ci proponiamo di aggiornare chi non ha potuto partecipare e – se fosse possibile – coinvolgere nuovi amici in questa avventura che abbraccia tutta la Chiesa…

Pennabilli, 8 dicembre 2022

Scarica la lettera del Vescovo Andrea

Guida operativa per parrocchie e gruppi per il II anno della fase narrativa

Cari amici,

come Équipe sinodale diocesana, insieme al nostro Vescovo Andrea, abbiamo definito il percorso per questo secondo anno di Cammino Sinodale.

Come ci siamo detti in occasione della Giornata del Mandato (25 settembre 2022), siamo chiamati come Chiesa universale e diocesana a continuare l’ascolto di tutto il popolo di Dio per costruire insieme nuovi percorsi di evangelizzazione, capaci di rispondere alle chiamate del mondo di oggi. Costruire è proprio il termine attorno al quale lavoreremo, come ci suggerisce anche il Programma Pastorale Diocesano dal titolo “Costruttori di comunità nei cantieri della vita”, in sintonia e continuità con il Sinodo.

Tre sono i Cantieri Sinodali che sono stati individuati come prioritari, a livello nazionale, frutto delle sintesi diocesane…

Scarica la guida operativa

Allegato 1

Allegato 2

Allegato 3

Allegato 4

Documento di lavoro per la tappa continentale del Sinodo

PRIMO ANNO DELLA FASE NARRATIVA

Sintesi nazionale della fase diocesana del Sinodo

Documento diocesano di sintesi del primo anno della fase narrativa

Messaggio del Vescovo a tutti i fedeli

Carissimi,

rivolgo a ciascuno di voi un affettuoso augurio per un anno più sereno. Rinnovo la promessa di ricordarvi ogni giorno nella preghiera, mettendo al primo posto chi è più provato.

Vi scrivo a proposito di un grande avvenimento che la Chiesa si appresta a vivere per il suo rinnovamento: il Cammino Sinodale. Vorrei che nessuno fosse o si sentisse estraneo a questa grande esperienza…

Scarica il Messaggio del Vescovo

Apertura diocesana del Cammino Sinodale

Per il lavoro nei Gruppi Sinodali

Testimonianze dai Gruppi Sinodali

Primi passi verso un nuovo modo di camminare

Chiunque in questi mesi ha frequentato qualsiasi parrocchia della…

I primi frutti del Sinodo

Consultazione sinodale con gli Uffici Pastorali Siamo partiti,…

La Chiesa che vorrei...

«Ti faccio una domanda personale: che rapporto hai con la Chiesa?». «Veramente…

L'ascolto è il primo passo

A cena con i vecchi compagni di Liceo per fare sinodo “Ok,…

Lettere dalla CEI

Sinodo dei Vescovi