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Assemblea diocesana di verifica

IL “POMERIGGIO DEL MAGNIFICAT”
Con stile sinodale

Da un pezzo sulle nostre agende è ben evidenziata la data del 27 maggio prossimo, vigilia di Pentecoste: l’Assemblea diocesana di fine anno pastorale è entrata finalmente nella nostra tradizione e nella nostra prassi ecclesiale. L’Assemblea è certamente uno spazio per la verifica, un tempo per rinsaldare rapporti, un luogo di convergenza ecclesiale. Ma è soprattutto riconoscimento grato per quanto il Signore è andato operando nella comunità e in ciascuno: dunque una celebrazione festosa e solenne. È invalso l’uso di chiamare questo appuntamento: “Il pomeriggio del Magnificat”.

Quest’anno l’Assemblea sarà caratterizzata dallo stile e dalla prassi sinodale. Infatti, un tempo significativo sarà dedicato all’ascolto in piccoli gruppi per il confronto sulle priorità emerse nel Cammino Sinodale.

L’invito è rivolto a tutti, con particolare considerazione ai giovani. Una parte di loro sta preparando la partecipazione alla Giornata Mondiale della Gioventù che questa volta si celebra a Lisbona in Portogallo con la presenza di papa Francesco. Sarebbe bello che i giovani potessero avere uno spazio, seppur breve, per partecipare a tutti il loro entusiasmo, per raccogliere l’incoraggiamento della Diocesi e “portarla” con loro.

L’invito, si diceva, è rivolto a tutti. I momenti diocesani unitari in fondo sono pochissimi e per questo particolarmente preziosi, da difendere gelosamente: la “domenica del Mandato pastorale” e il “pomeriggio del Magnificat”. Se nel giorno di apertura si lancia il Programma annuale, nel “pomeriggio del Magnificat” è necessaria la verifica. Il primo ambito di verifica sarà cogliere l’opera che Dio compie nel suo popolo, ma è necessaria anche la sosta per interrogarsi con schiettezza sui punti critici nel rapporto fra la società e la proposta cristiana. In particolare, questa volta ci si chiede: «Che cosa abbiamo imparato sul “camminare insieme” in questi due anni di Sinodo?». Verrà chiesto di condividere idee, proposte ed esperienze.

Dopo il Covid-19 torna l’invito ad una “cena frugale” in cui ognuno porta qualcosa (non solo dolci!) e il tutto viene “spezzato” e condiviso. Esperienza già effettuata in passato, riuscita e sorprendente, una sorta di “moltiplicazione”.
Dopo la “cena frugale”, spazio importante anche per rinsaldare conoscenze e amicizie, si vivrà il passaggio in chiesa per la celebrazione dell’Eucaristia della Vigilia di Pentecoste; un ritorno al cenacolo come spazio spirituale e atmosfera pasquale: comandamento nuovo, istituzione dell’Eucaristia, effusione dello Spirito Santo.

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Domanda-guida per il lavoro nei gruppi

Che cosa abbiamo imparato sul “camminare insieme” in questi due anni?
Elencare due aspetti rilevanti ed eventualmente una esperienza.

Scarica la lettera-invito del Vescovo Andrea

Visiona il videomessaggio

La notte dei Santuari

UNA LUCE NELLA NOTTE: PRESENZA E INVITO
Lettura notturna del Vangelo secondo Matteo a Valdragone (RSM)

Sul tessuto l’esperta ricamatrice, annodando filo a filo, disegna il suo ricamo. Nel cielo di notte l’occhio esperto scorge costellazioni fra le stelle… Allo stesso modo anche il territorio della Diocesi di San Marino-Montefeltro vede una sorta di costellazione che collega tra loro quei punti luce che sono i santuari. Sono otto: Santuario della Madonna di Romagnano, del Crocifisso di Talamello, della Madonna del Faggio, della Madonna della Consolazione in Borgo Maggiore (RSM), della Madonna delle Grazie a Pennabilli, del Beato Domenico Spadafora a Montecerignone, dell’Immacolata Concezione a Sant’Agata Feltria e del Cuore Immacolato di Maria a Valdragone (RSM). Ben sei sono dedicati alla Madonna, uno al Crocifisso ed uno al Beato Domenico Spadafora. Ognuno di questi luoghi porta un messaggio per il fatto che ripresenta “un evento fondatore” che continua a parlare ai pellegrini. Si tratta a volte di tenui storie tramandate da una comunità, come la vicenda della piccola pastorella di Romagnano che indica il luogo di un’apparizione della Vergine; altre volte è un luogo attorno al quale il popolo si è stretto nei momenti difficili o si tratta di luoghi scelti per il raccoglimento e la preghiera come il Santuario della Madonna del Faggio alle pendici del monte Carpegna, o santuari che racchiudono una venerata immagine come quella del Crocifisso a Talamello. L’evento fondatore si intreccia con l’esperienza di fede quotidiana che trova nel santuario momenti di intensa spiritualità, di intercessione per i propri guai, di riconciliazione per i propri problemi. Gli ex voto testimoniano i favori e le grazie ottenute.
Questi sono brevi accenni necessari per tratteggiare una “geografia” della devozione che comprende i luoghi cari al popolo di Dio, luoghi nei quali il pellegrino cerca nell’incontro con la Madonna o coi santi il consolidamento della propria fede.
Di per sé non sempre i santuari sono parrocchie, ma hanno comunque un’importante “vocazione” all’interno della comunità cristiana. La visita ad un santuario è per qualcuno occasione di riavvicinamento alla fede, per altri l’affidamento a Dio di una preoccupazione o di un dolore. C’è chi arriva al santuario da lontano e il viaggio stesso è tempo di preparazione e di grazia. Il pellegrinaggio è un’espressione di fede praticata da sempre nel cristianesimo. Del resto, non dice la Scrittura: «Beato chi decide nel suo cuore il santo viaggio»? Non si nutriva il pio israelita dello struggente desiderio di salire alla città santa o di sostare dove il Signore aveva scelto di manifestare la sua gloria?
I pellegrini che salgono con fede ai santuari ricordano alla Chiesa la sua indole peregrinante, un richiamo a camminare nel mondo come chi è di passaggio e a non attaccarsi alle cose terrene. La strada che si percorre per raggiungere il luogo santo è dunque simbolo della vita e del cammino che ogni persona fa verso Dio, un cammino reale e concreto: partenza, fatica, attesa, salite e finalmente la meta. Fuori di metafora, la partenza inizia con le grandi domande che ognuno si pone: chi sono? Qual è il senso della mia vita? Da dove vengo? Dove vado? Che cosa è importante per la mia vita? Domande enormi, ma che ogni persona in cammino si fa.
I santuari della Diocesi, come tutti i santuari italiani, hanno tra loro un vero e proprio Collegamento con lo scambio di notizie, esperienze e aiuti col desiderio di tenere viva e potenziare una vera e propria pastorale dei santuari.

Da qualche anno il Collegamento lancia una bella iniziativa: “La notte dei Santuari”. Si invitano i rettori a tenere aperti i loro santuari nella notte perché, anche visivamente, siano luce che invita, ma anche luce che indica una presenza che veglia su tutti. In Diocesi i rettori hanno fatto la scelta di indicare un santuario in particolare che resterà aperto tutta la notte fra il 1° e il 2 giugno. È stato scelto il Santuario del Cuore Immacolato di Maria in Valdragone (via delle Felci, 3 – RSM). Durante la notte il Santuario sarà aperto per l’adorazione eucaristica e ad ogni ora vi saranno suggerimenti per la preghiera. Allo scadere della mezz’ora verrà letto un capitolo del Vangelo secondo Matteo. Appuntamento allora al Santuario del Cuore Immacolato: una staffetta di preghiera per tutti.

Sussidio per il mese di maggio

Vivere la Pasqua con Maria
e con lei attendere la Pentecoste

Sbaglierebbe chi pensasse che la pratica del mese di maggio dedicato alla Madonna distolga dalla celebrazione pasquale di queste settimane. Al contrario: la pratica del mese mariano si inserisce a pieno titolo nel Tempo pasquale e aiuta a gustarne la ricchezza. Con la Madonna sperimentiamo la gioia della risurrezione e la sorpresa di una vita nuova che rinasce!
Anche noi, come i primi discepoli, torniamo al Cenacolo insieme a Maria, la mamma di Gesù che, da quel Venerdì Santo, è data anche a noi come madre. Insieme a lei ci prepariamo a ricevere l’effusione dello Spirito Santo, per uscire poi dal Cenacolo “carichi” per la missione. La Madonna ci è maestra e guida nel vivere due tempi di un unico movimento: ritorno al Cenacolo ed uscita dal Cenacolo per la missione, due tempi che si richiamano a vicenda. È stato così anche per lei, la fanciulla di Nazaret: «conservava nel suo cuore» le parole e i fatti attraverso i quali il Signore le si comunicava (cfr. Lc 2,19.51) e poi si «incamminava in fretta verso la montagna» per l’incontro premuroso con Elisabetta (cfr. Lc 1,39-40). È il suo stile: silenzio e dono di sé, ritta ai piedi della croce e attiva ad Efeso col discepolo che Gesù amava.
Auguro che sia per tutti un mese di maggio ricco di preghiera e di ascolto, certo che da parte della Madonna sarà un mese ricco di grazie.
Ci viene messo in mano questo fascicolo per accompagnarci nei 31 giorni di maggio, con catechesi eucaristiche e suggerimenti per la preghiera. Siamo tutti protesi verso la Pentecoste, l’effusione dello Spirito Santo, dono di Gesù Risorto…
Appuntamento all’Assemblea diocesana di fine anno e alla Veglia di Pentecoste sabato 27 maggio a Pennabilli, culmine del nostro cammino con Maria.

+ Andrea Turazzi

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