Campo adulti AC

Lettera ai Maturandi

Pubblichiamo la lettera che il Vescovo Andrea ha inviato ai ragazzi che si apprestano ad affrontare gli esami di maturità.

Cari amici,
busso alla porta del preside e chiedo di potervi incontrare. Tuttavia, gli avvenimenti, gli impegni, le scadenze di fine anno, sconsigliano di fissare un appuntamento; il preside mi suggerisce di raggiungervi con un biglietto col quale esprimervi la mia vicinanza in un momento importante della vostra vita. Sono il Vescovo di San Marino: forse non mi conoscete di persona; alcuni hanno ricevuto dalle mie mani il sacramento della Cresima. La pandemia, poi, ha diradato le occasioni di incontro. Mi siete cari e spesso presenti nella mia preghiera.
In questi giorni state preparando l’esame di maturità, mentre tanti vostri amici già cominciano a gustare l’estate. Rivivo con voi l’ansia, la fatica e il significato di questo evento che segna una tappa decisiva e simbolica della vostra vita.
Al di là degli esiti di voto – comunque importanti, perché frutto di sacrificio e impegno – c’è l’imponderabilità della dea bendata, la fortuna: azzeccare il giorno in cui si è in forma, poter esporre l’argomento che più si è approfondito, affrontare le variabili… Comunque, non ci si deve attaccare troppo all’esito scolastico in quanto tale.
Maturità (cfr. A. Venditti, Notte prima degli esami)!
La maturità – come diceva un mio prof. – è un mito: non è mai raggiunta totalmente. La formazione o è permanente o non è formazione. Non si raggiunge la maturità riempiendo il cervello, l’anima e il cuore di nozioni. Il sapere non si misura dalla quantità di conoscenze. Maturo è chi sa mantenersi aperto, curioso, disponibile alla ricerca e al dialogo: egli «sa di non sapere». Vi auguro di scoprire quanto generativa sia la relazione e il rapporto con gli altri nel presente, nel passato e nel futuro. Per Platone la verità è luce che sprigiona nell’incontro fra i sapienti, proprio come la scintilla fra pietre focaie (cfr. Platone, Lettera VII).
L’esame di maturità è solo una tappa. Si esce dall’adolescenza e dai cinque anni trascorsi con gli amici di classe, accompagnati da maestri a cui si è sinceramente affezionati. C’è un po’ di malinconia che, come in filigrana, attraversa la soddisfazione per il percorso compiuto. Questa nostalgia non può spegnere la sorpresa dell’orizzonte che va aprendosi su di voi.
Si è di fronte ad una svolta vocazionale, di ricerca del proprio posto. È tempo di scelte; qualcuno ha già preso decisioni, qualcun altro si accinge a farlo. Chi ti sta intorno ti guarda con curiosità e ti manifesta le sue attese: non sempre è piacevole.
Che cosa sono chiamato a fare? Quali sono i miei veri talenti? Che posto occupare nella società? Vivere è rispondere.
Dei miei compagni di liceo ho un ricordo ormai sbiadito, eppure simpatico; abbiamo preso strade diverse: io la teologia, Flavio la medicina, Baldo la guida di un’azienda agricola…
Mi ritorna alla mente una parola di Gesù, incisiva e forte, credo possa incuriosire anche gli amici di altra convinzione: «Duc in altum (prendi il largo)». In effetti, sia nell’ambito dello studio come in quello della vita, il passaggio dalle superiori al lavoro o all’università comporta il raggiungimento di una più significativa autonomia da gestire con saggezza. Torno ancora ai miei ricordi: in liceo ogni tre giorni c’era un’interrogazione, all’università l’esame era solo alla fine. Non è stato facile il passaggio ed il cambio di metodo: non più “ripetizione del libro”, ma elaborazione personale dei contenuti (cosa a cui probabilmente voi siete stati già avviati).
Vi auguro una bella estate, forse l’ultima così prolungata e libera. Che sia ricca di frutti, di riposo e di opportunità interessanti. La vacanza è “tempo libero”, non tempo vuoto… Semmai la vacanza è vivere liberi a tempo pieno! Imparate ad organizzarvi e a gestirvi in autonomia, la qual cosa forse può mettere in ansia i genitori, ma prima o poi bisogna spiccare il volo.
Vorrei che il Signore Gesù fosse con voi e sapeste riconoscerlo nell’incontro con gli altri, a contatto con le bellezze del creato, le aurore sull’Adriatico e i tramonti sul Montefeltro.
Esami ben più tosti vi attendono, prove inattese da superare. E poi c’è l’esame finale: «Avevo fame, mi hai dato da mangiare? Avevo sete, mi hai dato da bere? Ero forestiero, mi hai accolto? Ero ammalato…».
In bocca al lupo!

Vescovo Andrea

Omelia nella Solennità del Corpus Domini

San Marino Città (RSM), Basilica del Santo Marino, 16 giugno 2022

Gn 14,18-20
Sal 109
1Cor 11,23-26
Lc 9,11b-17

Eccellenze,
Carissimi,
in questa pagina di Vangelo i discepoli sono letteralmente spiazzati da quello che accade, e noi con loro. La gente è là ad ascoltare Gesù, senza neppure rendersi conto che il giorno ormai tramonta. I Dodici dicono a Gesù: «Congeda la folla». «Date voi stessi loro da mangiare», replica pari pari Gesù. Allora rovistano nei loro tascapani e gli offrono quel poco che hanno. Secondo il racconto di Giovanni, uno degli apostoli soggiunge: «Ma che cos’è questo per tanta gente?» (cfr. Gv 6,9). L’apostolo era Andrea. È davvero sproporzionata la risorsa rispetto alle esigenze del momento: cinque pani e due pesci! Gesù accoglie questo poco, alza gli occhi al cielo, lo benedice, lo spezza e lo restituisce ai discepoli perché lo distribuiscano alla gente.
Dopo la risurrezione, quando questi stessi apostoli saranno riuniti in comunità a Gerusalemme, diventerà loro stile di vita la condivisione dei beni. Allora constateranno con i loro occhi che la condivisione è un miracolo a nostra portata. Se siamo attenti ai bisogni, sia spirituali che materiali, dei nostri fratelli, guardando il Signore Gesù, donatore di ogni bene, la nostra carità sarà veramente utile e necessaria.
Uno dei messaggi che ci viene dalla celebrazione del Corpus Domini e da questa pagina di Vangelo in particolare è una fraternità che ci impegna. Ora siamo come quelli che si trovano a risalire per un’erta piuttosto ripida; per farcela bisogna essere in cordata. «Nessuno si salva da solo!»: molti lo stanno capendo, ma c’è anche chi rimane chiuso nel suo individualismo. Questo vale per il mondo produttivo (proprio ieri sono uscite le statistiche dell’ISTAT sulla povertà in Italia), per l’organizzazione sociale, la scuola, la Chiesa, vale per la nostra Repubblica di San Marino, per tutti noi e per le nostre famiglie. È una sfida veramente dura, ma anche bella come tutte le prove che hanno un orizzonte. E noi abbiamo un orizzonte: siamo qui per questo. Dobbiamo, allora, mantenerlo fisso questo orizzonte, anche se succede di fare fatica. Prendiamo, ad esempio, il conflitto in atto, che tutti preoccupa. Pessima cosa abituarsi all’idea che l’unico modo per risolvere le questioni sia quello della violenza, con armi e altri mezzi di questo tipo. Purtroppo, c’è una logica diabolica… È una menzogna che la guerra sia lo strumento per la risoluzione dei conflitti. Lo affermano i principi, le istituzioni del nostro Paese – San Marino –, lo afferma anche la Costituzione della vicina Italia, che «ripudia la guerra per risolvere le questioni internazionali». Questo vuol dire non rassegnarsi all’idea che i più potenti abbiano ragione, significa pensare che c’è un altro modo per resistere. I cristiani lo sanno da sempre. Eppure… quando si fa la guerra in Europa, quando si muore di fame in Africa, nel vicino Oriente, si dice – di fatto – che la morte è inevitabilmente la soluzione. Allora si decide anche di non far nascere i bambini con l’aborto. Santa Teresa di Calcutta ci ha spiegato il legame strettissimo che c’è in tutte le ideologie di morte. La mia è una esile voce, ma è resa forte, sicura, persuasiva, insieme a quella di tanti altri, che contestano queste logiche di morte, con argomenti di ragione e con argomenti di fede.
La proposta costruttiva è ancora quella che ci viene da questo Pane di Vita, Corpus Domini. L’attenzione ai più piccoli, ai più poveri, ai più deboli è una priorità. L’accoglienza e l’assicurazione di un posto per tutti attorno alla mensa, un imperativo. Il Vangelo insiste nell’osservare che la distribuzione del pane, allora, fu a favore di tutti. Non ci possono essere disuguaglianze e disunità alla tavola del Signore. Impossibile defilarsi dalle responsabilità col pretesto che non si può rimediare a tutta la miseria che c’è nel mondo. «Date loro voi stessi da mangiare»… Affida anche a me, a ciascuno di voi, attraverso la Fractio Panis sacramentale, questo impegno, questa distribuzione. Nel testo parallelo di Marco Gesù domanda: «Quanti pani avete? Andate a vedere» (Mc 6,38). Nel nostro servizio non pensiamo d’aver fatto abbastanza: che Gesù Cristo ci usi misericordia! E nel nostro impegno non pensiamo d’aver faticato invano. Il Signore sa la sincerità del nostro proposito.

Giornata dei politici

La Commissione diocesana per la Pastorale sociale e del lavoro, nel suo lavoro di sensibilizzazione e creazione di occasioni di confronto, ha scelto di proseguire la riflessione iniziata in occasione della Giornata internazionale della donna l’8 marzo. In quella serata Paola Bignardi ci aveva portato a comprendere meglio il ruolo della donna nella Chiesa, quali gli aspetti critici e quali le possibilità di crescita insieme. Ora vogliamo allargare la nostra riflessione: vogliamo che in questa Giornata dei politici la donna sia messa al centro del dibattito, vogliamo portare il nostro contributo in una discussione che non riguarda solo le donne ma la società intera.

Siamo consapevoli che, come scrisse san Giovanni Paolo II, “molto resta da fare perché l’essere donna e madre non comporti una discriminazione. È urgente ottenere dappertutto l’effettiva uguaglianza dei diritti della persona e dunque parità di salario rispetto a parità di lavoro, tutela della lavoratrice-madre, giuste progressioni nella carriera, uguaglianza fra i coniugi nel diritto di famiglia”; queste parole scritte nel 1995 sono purtroppo ancora attuali, anzi la pandemia ha reso il quadro globale ancora più complesso e fragile.

In occasione di questa Giornata di riflessione rivolta ai politici e alle persone impegnate politicamente vogliamo instaurare un dialogo che permetta di aprire degli scenari di possibilità e che sappia dare voce ad una serie di esperienze portatrici di semi di speranza. Abbiamo, per questo, invitato ad offrire la propria esperienza alcune donne che possono aiutarci a fare luce sui problemi del mondo femminile e trovare alcune interessanti chiavi di lettura.

Ascolteremo la testimonianza di imprenditrici, sindacaliste, donne impegnate in politica e lavoratrici che ci racconteranno quali sono le difficoltà che hanno riscontrato e quali possono essere dal loro punto di vista le possibili soluzioni di un problema che ci riguarda tutti: perché la società in cui viviamo e che lasceremo ai nostri figli possa essere un luogo in cui viene accolto e valorizzato il contributo di tutti, nel quale tutti possano avere le medesime opportunità di rappresentazione e partecipazione, facendo sì che non esistano più discriminazioni di genere.

Invitiamo quindi tutti, in particolare coloro che hanno la responsabilità di guidare la società civile e amministrare le nostre comunità, il 24 giugno alle ore 21 presso Casa San Giuseppe a Valdragone (RSM) per cercare insieme di capire come costruire la società che vogliamo, per un futuro più equo e dignitoso, per tutti.

Commissione Pastorale Sociale e del Lavoro

 

Esercizi Spirituali

Assai lodevolmente le nostre associazioni, i nostri movimenti e i nostri gruppi propongono giornate di spiritualità, di preghiera e di revisione di vita. A ciò si aggiungono i campi scuola… tutti momenti importanti di crescita!

Per la prima volta, in questi ultimi anni, la Diocesi di San Marino-Montefeltro promuove un corso vero e proprio di Esercizi Spirituali: si tratta di una grazia straordinaria, necessaria per una riforma della propria vita, indispensabile per chi è chiamato a fare discernimento in vista di decisioni importanti, bellissima per chi desidera un incontro ravvicinato con la Parola di Dio e l’Eucaristia, sorgenti di ogni comunione.

Qualcuno li chiama Esercizi “ignaziani”, ma questa qualifica non deve assolutamente spaventare; fa semplicemente riferimento ad un metodo iniziato da sant’Ignazio di Loyola, ampiamente sperimentato, diventato patrimonio della Chiesa. Il corso è aperto a tutti. Si svolgerà in un clima di silenzio e di raccoglimento. Sarà guidato da padre Davide Saporiti, Superiore dei Gesuiti di Bologna. Si terrà dall’8 settembre, con inizio alle ore 10, all’11 settembre (fino al pranzo compreso) presso Casa San Giuseppe (via delle Felci 3, Valdragone RSM).

La quota è di € 50 al giorno comprensiva di vitto e alloggio in camera singola (€ 45 in camera doppia). Le iscrizioni sono aperte fino al 1° settembre (Tel. 0549 906035; e-mail: info@casaspiritualitasangiuseppe.com). Questo corso è inserito nel programma nazionale della FIES (Federazione Italiana Esercizi Spirituali).

Fin d’ora accompagniamo con la preghiera quanti coglieranno questa straordinaria opportunità.

Vescovo Andrea

Giornata dei politici

La Commissione diocesana per la Pastorale sociale e del lavoro, nel suo lavoro di sensibilizzazione e creazione di occasioni di confronto, ha scelto di proseguire la riflessione iniziata in occasione della Giornata internazionale della donna l’8 marzo. In quella serata Paola Bignardi ci aveva portato a comprendere meglio il ruolo della donna nella Chiesa, quali gli aspetti critici e quali le possibilità di crescita insieme. Ora vogliamo allargare la nostra riflessione: vogliamo che in questa Giornata dei politici la donna sia messa al centro del dibattito, vogliamo portare il nostro contributo in una discussione che non riguarda solo le donne ma la società intera.

Siamo consapevoli che, come scrisse san Giovanni Paolo II, “molto resta da fare perché l’essere donna e madre non comporti una discriminazione. È urgente ottenere dappertutto l’effettiva uguaglianza dei diritti della persona e dunque parità di salario rispetto a parità di lavoro, tutela della lavoratrice-madre, giuste progressioni nella carriera, uguaglianza fra i coniugi nel diritto di famiglia”; queste parole scritte nel 1995 sono purtroppo ancora attuali, anzi la pandemia ha reso il quadro globale ancora più complesso e fragile.

In occasione di questa Giornata di riflessione rivolta ai politici e alle persone impegnate politicamente vogliamo instaurare un dialogo che permetta di aprire degli scenari di possibilità e che sappia dare voce ad una serie di esperienze portatrici di semi di speranza. Abbiamo, per questo, invitato ad offrire la propria esperienza alcune donne che possono aiutarci a fare luce sui problemi del mondo femminile e trovare alcune interessanti chiavi di lettura.

Ascolteremo la testimonianza di imprenditrici, sindacaliste, donne impegnate in politica e lavoratrici che ci racconteranno quali sono le difficoltà che hanno riscontrato e quali possono essere dal loro punto di vista le possibili soluzioni di un problema che ci riguarda tutti: perché la società in cui viviamo e che lasceremo ai nostri figli possa essere un luogo in cui viene accolto e valorizzato il contributo di tutti, nel quale tutti possano avere le medesime opportunità di rappresentazione e partecipazione, facendo sì che non esistano più discriminazioni di genere.

Invitiamo quindi tutti, in particolare coloro che hanno la responsabilità di guidare la società civile e amministrare le nostre comunità, il 24 giugno alle ore 21 presso Casa San Giuseppe a Valdragone (RSM) per cercare insieme di capire come costruire la società che vogliamo, per un futuro più equo e dignitoso, per tutti.

Commissione Pastorale Sociale e del Lavoro

 

Incontro Mondiale delle Famiglie