Ordinazione diaconale Saverio Tani

La Diocesi di San Marino-Montefeltro ha la gioia di annunciare l’ordinazione diaconale dell’accolito Saverio Tani, che si terrà nella Cattedrale di San Leo (RN) domenica 8 ottobre alle ore 16.

Saverio ha fatto un lungo percorso di formazione spirituale, teologica e pastorale ed ora entra nella bella realtà dei diaconi permanenti in servizio pastorale alla Diocesi.

Siamo tutti invitati a pregare per Saverio e per il dono di vocazioni diaconali, sacerdotali, religiose e missionarie, insieme alla richiesta al Signore di famiglie cristiane.

Convegno delle famiglie

Domenica 15 ottobre dalle ore 9.30 presso il teatro parrocchiale di Novafeltria si terrà il 21° Convegno diocesano delle famiglie sul tema: “Sessualità nella coppia: aspetti relazionali ed educativi” con Nicoletta Russo e Davide Oreglia, sposi attivi nella pastorale familiare nazionale e autori di libri.

“Care famiglie, care coppie di sposi, fidanzati e cari amici tutti. Vogliamo invitarvi a questo momento diocesano: un’occasione di formazione e riflessione su un tema delicato e profondo e, allo stesso tempo, un tema che la società moderna rende sempre più superficiale, sottoponendolo a equivoci e fraintendimenti”: questo il caloroso invito rivolto dall’Ufficio Famiglia diocesano, che ha organizzato l’evento.
“Una bella occasione per sentirsi famiglia di famiglie”.

 

 

Giornata del Mandato

EMMAUS È QUI!
La Diocesi ha un volto e si riconosce in tanti volti!

«Ricominciare. Ricominciare sempre. Ricominciare nella speranza». È questo il messaggio che il vescovo Andrea ha lanciato nella recente festa di San Marino. È il caso, appunto, dell’apertura del nuovo anno pastorale: domenica 24 settembre alle ore 16 a Pennabilli nella Cattedrale, centro sacramentale e spirituale della Diocesi. L’intitolazione dell’incontro, da sempre, suona così: “Giornata del Mandato”. Di solito si sottintende Mandato “agli operatori pastorali”, ma sorge subito un’obiezione: non sono tutti i battezzati, senza eccezione, ad essere inviati per l’annuncio del Vangelo?
È tutta la comunità diocesana, infatti, che superando frammentazioni, fughe in avanti o ritardi, si riallinea e prende coscienza di essere Chiesa missionaria.
L’invito all’incontro è rivolto a tutti, a costo di sentirsi stipati (ma non sarà così!), gomito a gomito, nella Cattedrale bellissima, ma – ahimè – insufficiente ad abbracciare tutti. Tuttavia, vi sono nella comunità diversità di ministeri, di servizi, di carismi a cui fratelli e sorelle sono chiamati o per cui si rendono disponibili: tutte persone alle quali la comunità assicura sostegno, gratitudine e preghiera. Il Vescovo darà loro, insieme alla sua benedizione, un mandato formale, perché siano consapevoli di un riconoscimento e di una grazia particolare per il loro servizio. Questo momento diocesano, che accade normalmente la quarta domenica di settembre, può essere preceduto o seguito da un momento parrocchiale analogo di presentazione e di avvio dell’anno pastorale.
Il pomeriggio nella Cattedrale di Pennabilli avrà il carattere di “festa del rientro”; in verità non si è mai usciti… Dopo la sosta estiva delle attività, con l’autunno riprende il cammino. Sono in tanti che, pur provenienti da parrocchie diverse, attraverso questi momenti partecipativi hanno stretto amicizie e legami: la Diocesi ha un volto e si riconosce in tanti volti!
Il secondo momento vedrà la presentazione, a più voci, del “quaderno pastorale” per l’anno 2023/24, incentrato sul tema e sulla proposta di esperienze di Eucaristia vissuta, culmine e fonte della vita e della missione della Chiesa. Al centro verrà collocata l’icona biblica della cena di Emmaus, che farà da motivo ispiratore per tutto il cammino. Non si possono evadere alcuni interrogativi: «Che cosa sa dell’Eucaristia e che cosa crede la nostra comunità? Come ne trasmette la fede e come la celebra? Quale messaggio arriva al mondo circostante quando le comunità mettono al centro quel Pane?». Il quaderno pastorale, più che offrire lezioni teologiche o riformulazioni di una pastorale eucaristica, suggerisce un metodo per crescere nella vita eucaristica. «Dal sapere e dal sapore dell’Eucaristia – annota il quaderno – derivano gli atteggiamenti e le scelte pastorali che guidano il prossimo anno». Il testo allude alla ricaduta che l’Eucaristia ha nella vita, nella missione della Chiesa e nelle sue responsabilità sociali.
Non per giustapposizione o per semplice analogia, ma per un’intima relazione viene proposto un collegamento fra l’Eucaristia e il Cammino Sinodale, arrivato ormai alla tappa del discernimento, dopo un anno dedicato all’ascolto con l’esperienza della conversazione spirituale e un altro anno dedicato al lavoro seminariale nei Cantieri di Betania. «Nel Cammino Sinodale, come nella celebrazione eucaristica, il popolo radunato vive l’esperienza della grazia che viene dall’Alto, in quella partecipazione definita “actuosa” dal Concilio Vaticano II (cfr. SC 14), quindi capace di coinvolgere nella celebrazione comunitaria». Ecco perché viene proposto il racconto di Emmaus, una sorta di celebrazione eucaristica itinerante, che aiuta a vivere le dinamiche del camminare insieme. Ben si comprende il titolo che abbraccia tutto il cammino di quest’anno: “Emmaus è qui!”.
Il momento centrale del pomeriggio di Pennabilli sarà costituito dall’Adorazione Eucaristica: è tutta una Diocesi che vuole accogliere e proclamare la presenza, l’azione e l’auto-donazione di Gesù Cristo alla sua Chiesa e al mondo.

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CON LO SGUARDO VERSO L’EUCARISTIA

Dopo l’anno dedicato alla comunione (“Costruttori di comunità nei cantieri della vita”) il tema avrà uno sviluppo eucaristico. Ci saranno tempi e modi per approfondire come l’Eucaristia costruisca la comunione ecclesiale. Lo sguardo, il cuore, la speranza, sono già rivolti al Sacramento, che è sorgente della vita cristiana, pane che sostiene il cammino pastorale, «presenza, azione e auto-donazione di Cristo». L’Eucaristia rende presente e fa rivivere la Pasqua di morte e risurrezione di Gesù: introduce nell’ora di Gesù. Tutta la sua vita è stata e continua ad essere dono, dono offerto dal Padre e dono totale di sé: «Avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine» (Gv 13,1): «Dio ha tanto amato il mondo da donare suo figlio» (Gv 3,16). Partecipando all’Eucaristia si condividono il Pane e il Vino offerti sull’altare, presenza reale, vera e sostanziale di Gesù Cristo, ma sarebbe riduttivo non cogliere nel Sacramento l’intero mistero di comunione trinitaria, mistero dell’auto-donazione stessa di Dio, che vuole l’edificazione della comunità e la costruzione della fraternità universale. L’Eucaristia non è offerta solo per i presenti, ma per tutti. Da questa contemplazione discendono grazia, luci, indicazioni per la vita, per le relazioni, per il nostro essere nel mondo. Col linguaggio catechistico si dice che “fare la Comunione” (ricevere il Sacramento) va di pari passo con “l’essere in comunione” con il Signore e con i fratelli. Il partecipare all’Eucaristia unisce, purifica, ridà slancio, fa progredire nella carità, conferma nella logica del dono, prepara la vita da risorti. Davvero l’Eucaristia è “fons et culmen” (SC 10).
L’Eucaristia sta di fronte alla Chiesa come il bene più prezioso, come segno dell’Alleanza definitiva di Dio con l’umanità, come programma di vita per ciascuno e per tutti.

Scarica la lettera-invito del Vescovo Andrea

Tempo del creato

Il periodo che va dal 1° settembre, Giornata Mondiale di Preghiera per la Cura del Creato, al 4 ottobre, festa di San Francesco, è il Tempo del Creato. Si tratta di un tempo durante il quale, con tutti i fratelli e sorelle della famiglia ecumenica, si rinnova la nostra relazione con il Creatore e tutto il creato attraverso la preghiera e l’azione.

“Che scorrano la giustizia e la pace” è il tema scelto quest’anno, ispirato dalle parole del profeta Amos il quale ci dice che Dio vuole che regni la giustizia e che ciascuno deve cercare di essere giusto in ogni situazione per rendere possibile alla vita di fiorire in pienezza.

Papa Francesco nel suo messaggio per la Giornata ci invita ad osservare quanto il mondo sia ancora permeato dall’ingiustizia ambientale e climatica. Il consumismo rapace ed egoistico che stravolge il ciclo dell’acqua del pianeta, insieme all’uso di combustibili fossili e all’abbattimento delle foreste, creano le condizioni per l’innalzamento delle temperature, la siccità e la carenza idrica sempre più diffusa, a cui si aggiunge lo sfruttamento predatorio e l’inquinamento delle acque da parte dell’industria.

Difronte a questa situazione Papa Francesco invita ad unirci nell’impegno per la giustizia e la pace, “Uniamo le nostre mani e compiamo passi coraggiosi affinché la giustizia e la pace scorrano in tutta la Terra”, aiutandoci in questo indicando alcune vie concrete per risanare la nostra casa comune.

La prima indicazione è quella di contribuire cambiando i nostri cuori, una conversione ecologica per rinnovare il nostro rapporto con il Creato affinché lo riconosciamo e lo custodiamo come un dono. Una conversione, ci dice, che richiede di praticare il rispetto ecologico in quattro direzioni: verso Dio, verso i nostri simili di oggi e di domani, verso tutta la natura e verso noi stessi.

La seconda indicazione è la necessità di cambiare i nostri stili di vita, riconoscendo e pentendoci dei nostri peccati ecologici che danneggiano il mondo naturale e i nostri fratelli e sorelle. Concretamente questo significa adottare stili di vita con meno sprechi e consumi inutili, attenti alle nostre abitudini e scelte economiche così che tutti possano stare meglio. La cura del Creato richiede scelte personali positive, come l’uso moderato delle risorse, una gioiosa sobrietà, lo smaltimento e il riciclo dei rifiuti e la scelta di prodotti e servizi ecologicamente e socialmente responsabili.

Oltre all’impegno a livello personale, il Papa invita ad un impegno collettivo per trasformare le politiche economiche che governano le nostre società, soprattutto quelle che favoriscono una ricchezza scandalosa per pochi e condizioni di degrado per tanti, una situazione contraria alla pace e alla giustizia. Un’occasione propizia per un cambiamento in questo senso potrebbe essere l’incontro dei leader mondiali al vertice COP28, in programma a Dubai a fine anno, per cercare di ridare slancio agli impegni dell’Accordo di Parigi per frenare il rischio del riscaldamento globale.

“Alziamo la voce per fermare questa ingiustizia verso i poveri e verso i nostri figli, che subiranno gli impatti peggiori del cambiamento climatico. Faccio appello a tutte le persone di buona volontà affinché agiscano in base a questi orientamenti sulla società e sulla natura”.

Gian Luigi Giorgetti
Direttore della Commissione Pastorale Sociale e del Lavoro

Scarica il Sussidio per la preparazione delle celebrazioni

Omelia nella Festa di San Marino

San Marino Città (RSM), Basilica del Santo Marino, 3 settembre 2023

Sir 14,20-15.4
Sal 47
At 2,42-48
Mt 5,13-16

Eccellentissimi Capitani Reggenti,
Onorevoli Autorità politiche e militari,
fratelli e sorelle,
carissimi tutti,
con la festa dei suoi santi la Chiesa non riconosce al tempo la potenza di distruggere ciò che è stato creato dalla verità, dall’intelligenza e dalla passione per gli uomini.
Oggi noi non siamo qui a ricordare il passato. San Marino non è il passato. Nella comunione dei santi è una presenza. Come ogni uomo che è andato da questo mondo al Padre, continua la sua opera – è stato detto all’inizio di questa liturgia –, un’opera che noi dobbiamo continuare. Anzitutto, riconosciamo la straordinaria esperienza di fede di cui Marino è stato protagonista, perché le sue sorgenti non erano in lui, ma presso il mistero di Dio, nel profondo della morte e risurrezione del Signore Gesù. Abbiamo cantato poco fa con il Salmo: «Le mie sorgenti sono in te città di Dio». Con un personale e affettuoso rapporto con il Cristo, Marino è diventato l’intelligenza di sé e della vita, quell’intelligenza di cui ci ha parlato il libro del Siracide nella Prima Lettura, con un linguaggio pieno di immagini e di suggestioni. Marino è divenuto capacità di carità, di comunione, di solidarietà, proprio come descritto nell’icona della comunità primitiva degli Atti degli Apostoli, e poi è divenuto luce, formando insieme una comunità e un popolo. È questa la ricca tradizione che riceviamo ancora una volta dal santo Patrono e Fondatore. È come se san Marino ci riconsegnasse la sostanza profonda della sua esperienza di cristiano e di uomo, creatore di una Repubblica che ha sfidato i secoli, nella coraggiosa difesa della propria libertà interna ed esterna.
Con doverosa premura, e anche con piacere, annuncio che la figura di Marino, come santo Fondatore e Patrono della nostra Repubblica e come testimone del Vangelo, è oggetto di una iniziativa promossa congiuntamente dalle Commissioni nazionali per l’UNESCO di Italia, Croazia e Repubblica di San Marino. Si sta predisponendo, in queste settimane, la candidatura del manoscritto più antico della Vita Sancti Marini et Leonis nei documenti inseriti nel registro “Memoria del Mondo” dell’UNESCO, che raccoglie e promuove il patrimonio documentario mondiale. Il manoscritto, conservato nella Biblioteca universitaria nazionale di Torino, reca la più antica testimonianza esistente della vita di san Marino e di san Leone, ovvero la narrazione dell’itinerario umano e spirituale che condusse i tagliapietre di Arbe, fra la fine del III e gli inizi del IV secolo, dalla Dalmazia alle coste italiane del Mar Adriatico. Il racconto dell’insediamento sul monte Titano di Marino e la creazione di una comunità secondo gli ideali di fede, laboriosità, convivenza civile, indipendenza, libertà, sono alla base dell’esistenza stessa della Serenissima Repubblica di San Marino. Tali principi, assai avanzati per l’epoca, sono conformi a modelli sociali e politici codificati poi in epoche successive, anticipando orientamenti oggi definiti e raccolti negli atti istitutivi di importanti organismi internazionali delle Nazioni Unite.
La testimonianza di fede di san Marino diventa per noi un’occasione di verifica della nostra fedeltà a quelle radici, ma anche un rilancio della nostra missione. Missione è parola grande, impegnativa, che segna la nostra vita e rinvia al nostro compito, compito di ogni cristiano, mandato da Cristo nel mondo per annunziare, fino agli estremi confini, il suo Vangelo.

Ci uniamo, in questo momento, a papa Francesco che celebra l’Eucaristia in Mongolia, terra lontana per noi, ma terra di fratelli e di sorelle per tutti. Rinnoviamo la nostra opera di pace e di fraternità. È la luce che dobbiamo portare ed è la luce che siamo, secondo le parole del Signore Gesù: «Voi siete la luce del mondo… Voi siete sale della terra». Certo, ci si smarrisce un po’: «Io, luce e sale?». Eppure, il Vangelo ce lo conferma. Non possiamo vivere nel nostro particolare senza aprire quotidianamente le finestre della nostra intelligenza e del nostro cuore alle immani tragedie che accadono nella vita di interi popoli: possiamo vivere in una situazione privilegiata di carattere culturale, sociale, economico e politico, senza sentire il grido di sofferenza di tante persone, di tanti popoli?

Carissimi, all’inizio di un nuovo anno pastorale, dopo la pausa estiva, attrezziamoci per essere sempre più adeguati alla missione affidataci. Avevamo concluso l’Assemblea diocesana, nel giugno scorso, riconfermando il proposito di essere “costruttori di comunità nei cantieri della vita”. In quell’occasione abbiamo raccolto esperienze di vita, pensieri, propositi. Grazie a chi ha voluto condividere, grazie a chi si è messo in ascolto attento, grazie a chi è disposto a riprendere il cammino insieme: Sinodo. Sinodo nella sua fase di discernimento.
Permettetemi un ricordo particolare, un ringraziamento, una benedizione ai miei sacerdoti. Quest’anno, con loro, andremo al cuore della comunione, rimettendo al centro delle nostre comunità, con rinnovato slancio, con consapevolezza e fervore, l’Eucaristia, che è presenza (se ne fossimo veramente convinti, quanto coraggio prenderemmo!), azione (il Signore non è immobile nell’Eucaristia, non è gioiello in cassaforte) ed auto-donazione, permanente e vivificante, del Signore. Un programma di sempre, ma sempre nuovo, da affrontare con rinnovato slancio. Anzitutto: custodire l’integrità della fede; promuovere la santità della vita; custodire l’unità fraterna; vegliare sull’autenticità della devozione: questo chiediamo al Signore, con l’intercessione del nostro Patrono e Fondatore Marino. Così sia.