Sui rapporti fra la Chiesa e la Scuola

Al Vescovo di San Marino-Montefeltro è stato chiesto di esprimere una valutazione su quanto è accaduto nell’Istituto Comprensivo “P. Olivieri” di Pennabilli a proposito della benedizione pasquale in alcuni plessi del medesimo istituto. I rapporti fra la Chiesa e la Scuola in questi anni sono sempre stati cordiali, di dialogo e di collaborazione.

Laicità, dialogo, identità, inclusione. Tutte parole importanti perché richiamano grandi valori di convivenza, anzi di “fraternità”. Sono parole preziose perché “conquistate” e pertanto patrimonio comune. Ma centro della nostra cura e riflessione sono i bambini, i ragazzi e i giovani, verso i quali siamo debitori di speranza e di tutto ciò che costituisce un patrimonio di valori, storia, cultura e fede, che caratterizza il nostro territorio e il nostro tempo.
Non trovo contraddizione e incomunicabilità fra laicità e, ad esempio, realtà forti come il Natale e la Pasqua: Natale con i suoi segni come il presepio, l’albero, i canti e soprattutto l’appello alla solidarietà; Pasqua con il segno dell’ulivo, dell’acqua lustrale, dell’Alleluia e del messaggio di pace, perdono e rinascita.
Per quanto riguarda la presenza di questi segni nella scuola di tutti credo occorra dialogo e rispetto reciproco. Perché tenere all’oscuro, passare sotto silenzio, quello che caratterizza la vita dei nostri centri, dei nostri borghi e di tante famiglie?
La visita del parroco, nelle modalità convenute con il dirigente scolastico, per un saluto ed un augurio e, per chi è credente, il segno della benedizione, credo possano essere vissuti come un momento bello e gioioso per tutti.
L’insegnamento della Religione Cattolica nella scuola si pone senza dubbio sul piano culturale, ma perché non far vivere a chi si avvale di questo insegnamento anche un momento esperienziale? Non lo trovo così inopportuno. Il sapere non è mai pura teoria…
Per quanto riguarda le esigenze dell’inclusione credo siano in atto tante esperienze positive e rispettose verso chi è di altra cultura e di altra convinzione. Non è tempo di battaglie, ce lo ricorda spesso papa Francesco, semmai è tempo di fraternità, di apprezzamento del patrimonio gli uni degli altri e del concorso per il bene di tutti (la differenza delle ragioni e la ragione delle differenze: una buona suggestione).
Molto importante che il dibattito coinvolga, in qualche modo, le famiglie e in particolare i genitori, i primi responsabili dell’educazione dei figli, prima, molto prima dello Stato.
In questo ambito Chiesa, Stato, istituzioni scolastiche devono pensarsi al loro servizio.

Pennabilli, 22 marzo 2023

+ Andrea Turazzi
Vescovo di San Marino-Montefeltro