Annuncio in Cattedrale del nuovo Vescovo

Cari Confratelli, cari fedeli,

su indicazione della Nunziatura Apostolica e in accordo con l’Arcivescovo Mons. Luigi Negri, al fine di seguire la medesima prassi, ho convocato il Presbiterio Diocesano per annunciare che il S. Padre, ha nominato un nuovo Vescovo per questa nostra Chiesa Particolare di San Marino-Montefeltro. Dopo un’attesa protrattasi nel tempo, e anche qualche pettegolezzo circa la nomina del nuovo Vescovo o la sussistenza della Diocesi, oggi tutte queste voci sono messe a tacere e solo una deve prevalere sulle altre, il nostro Grazie.

Grazie Dio, alla Beata Vergine, ai santi Patroni, al S. Padre e al novello Pastore, così come ho scritto nel primo comunicato di saluto a nome della Diocesi al nuovo Vescovo. Oggi pertanto è un giorno di esultanza per questa Chiesa Particolare che saluta e prega per il suo 66° Vescovo che proviene dalla Arcidiocesi di Ferrara-Comacchio e il cui nome è Mons. ANDREA TURAZZI, Parroco della Parrocchia della Sacra Famiglia in Ferrara, quindi è un Sacerdote che dovrà essere ordinato Vescovo.

Prenderemo contatti con lui il prima possibile per avere ragguagli sulla data dell’ordinazione episcopale e sui tempi del suo ingresso in Diocesi.

Intanto accompagniamo il Vescovo eletto con la nostra preghiera, lo affidiamo in particolare all’intercessione di S.Andrea Apostolo di cui porta il nome e di cui oggi celebriamo la festa, preghiamo per l’Arcidiocesi di Ferrara-Comacchio per il suo vescovo Mons. Luigi Negri, per il S. Padre Francesco e il suo ministero e per tutta la Chiesa.

Messaggio del Vescovo Andrea alla Diocesi

Ai sacerdoti, ai diaconi, ai religiosi, alle religiose e ai fedeli laici di San Marino-Montefeltro

Ferrara, 30 novembre 2013

Carissimi,
accolgo nella fede la chiamata di papa Francesco a svolgere il ministero episcopale tra voi, nella diocesi di San Marino-Montefeltro.
Vi saluto con grande affetto: sacerdoti, diaconi, religiosi e religiose, laici.
Fatemi posto nel vostro cuore. Nel mio già ci siete.
La vostra benevolenza ora mi è indispensabile. Vengo a servire con le forze che ho, senza nascondere i limiti.

Mi preparo ad abitare la terra del Montefeltro e a conoscere la sua gente schietta e laboriosa.
Sono onorato dei rapporti che avrò, d’ora in poi, con la Serenissima Repubblica di San Marino. Offrirò collaborazione per la ricerca del bene comune, nella distinzione dei ruoli e delle responsabilità.

Il mio pensiero va ai predecessori che mi sono padri e maestri: Mons. Paolo Rabitti e Mons. Luigi Negri. Tanto hanno dato alle nostre Chiese.
E come non ricordare la visita di papa Benedetto XVI alla nostra diocesi? L’eco di quella giornata è andato oltre i confini. Continueremo a raccogliere i frutti da quella seminagione e le indicazione per il nostro cammino, nella scia luminosissima del Concilio Vaticano II°.
Rinnoveremo così la grande tradizione di San Marino e del Montefeltro; tradizione che ha espresso grandi figure e uno straordinario patrimonio di cultura, di bellezza e santità.
La Chiesa di Ferrara-Comacchio e la diocesi di San Marino-Montefeltro, secondo un’antica tradizione, sono legate dalla memoria di san Leo. Alcuni storici indicano il 1014 come anno della traslazione delle reliquie del Santo a Voghenza (Ferrara).
Nel volto dei santi risplende la gioia del Vangelo.

Affidiamoci reciprocamente alla Madre di Dio.

Mons. Andrea Turazzi
Vescovo eletto

Primo saluto al Vescovo Andrea

Eccellenza Reverendissima,

la Chiesa Particolare di San Marino-Montefeltro, ha appreso con gioia e con gratitudine la nomina di Vs. Eccellenza a Vescovo di questa nostra antica Diocesi.

Gratitudine innanzitutto al Signore che non lascia mancare i pastori alla Sua Chiesa, che la guidino sulla Via della verità e della fede, alla Beata Vergine delle Grazie, con la cui materna intercessione si è sempre incrociata la vita di questa Diocesi e di questo popolo, ai Santi Patroni Leo e Marino, fondatori e modelli di questa Chiesa Particolare, gratitudine al S. Padre Francesco che con questa nomina, ha confermato i rapporti di fedeltà e affetto che hanno sempre unito questa Chiesa alla Sede di Pietro e da ultimo, ma non per ultimo, gratitudine a Lei che con il suo sì, ha garantito il servizio della successione apostolica a questa Chiesa particolare.

Ci da grande gioia il sapere che avendo accettato di essere nostro Pastore, Ella nel suo cuore ci ha già amati, noi ricambiamo questo affetto e promettiamo di essere accoglienti del Suo Magistero di successore degli Apostoli. Le facciamo già uno spazio nel nostro cuore e La presentiamo nella preghiera a Cristo Buon Pastore, perché Ella possa guidare questo Gregge verso i pascoli della vita eterna.

In questo mio primo saluto, mi faccio interprete dei sentimenti di tutti i Sacerdoti, dei Seminaristi, dei diaconi permanenti, dei Religiosi, delle Religiose e di tutto il popolo cristiano. E mentre attendiamo di stabilire un primo incontro per una conoscenza reciproca, le facciamo le nostre felicitazioni e invochiamo l’intercessione dell’Apostolo Andrea di cui porta il nome e di cui oggi celebriamo la festa e Le chiediamo di benedirci con le primizie della Sua benedizione di novello Pastore.

Con filiale affetto e deferenza.

Mons. Elio Ciccioni

Amministratore Diocesano

Agli eccellentissimi Signori Capitani Reggenti

Ferrara, 30 novembre 2013

Agli eccellentissimi
Signori Capitani Reggenti
e al Consiglio Grande Generale
della Serenissima Repubblica di S. Marino

Rivolgo alle Signorie vostre e alla Comunità Sanmarinese il più sentito e cordiale saluto.
Mi onora essere stato chiamato al servizio episcopale nella Chiesa di San Marino-Montefeltro.

S. Marino è la “Città posta sul monte”, universalmente riconosciuta come baluardo di libertà, laboratorio originale di democrazia e di ricerca del bene comune.

Vengo con la “gioia del Vangelo”, nella convinzione e col desiderio di condividere il dono della fede comune, a servizio di tutti con animo amico.

In attesa di incontrarvi, porgo a tutti il mio deferente saluto e invoco abbondanti benedizioni del Signore

Mons. Andrea Turazzi
Vescovo eletto

Omelia di Mons. Elio Ciccioni alla FESTA DEL RINGRAZIAMENTO

Scavolino 17 Novembre 2013

Stiamo vivendo un tempo di crisi e non soltanto economica, ma anche sociale, morale e quindi di valori, ma questo non giustifica le voci di coloro che Papa Giovanni chiamava “profeti di sventura”, e che a partire dalla difficile situazione attuale, predicono la catastrofe, il sovvertimento del cosmo la fine del mondo imminente. Sappiamo che tutto ciò che esiste è stato creato e va verso una fine, una conclusione, ma quanto ai tempi e ai momenti, come ricorda il Vangelo non sta a noi individuarli.
Ci stiamo avvicinando alla fine dell’anno liturgico, durante il quale la Chiesa celebra e medita l’opera della salvezza operata da Cristo e della quale siamo resi partecipi attraverso la liturgia, e anche le letture che abbiamo ascoltato ci orientano alla meditazione non solo della nostra fine, ma soprattutto del fine della nostra vita. Infatti il racconto evangelico non è una cronaca minuziosa di ciò che accadrà alla fine del mondo, ma una lettura storica, con un linguaggio apocalittico del periodo in cui l’evangelista vive, per applicarlo al ritorno del Signore. Infatti la distruzione del tempio di Gerusalemme è del 70 dopo Cristo, ed è anche quello il periodo di grandi calamità quali la guerra dei Germani contro Roma, la distruzione di Ercolano e Pompei ad opera del Vesuvio, la lotta intestina per il potere in Roma. Dalla lettura di questi eventi S. Luca prende spunto per ricordare che certamente il mondo avrà una fine che non va attesa in una paura paralizzante, ma come coscienza della ricapitolazione in Cristo di tutte le cose, della definitiva sconfitta del male, e dell’incontro gioioso con lo sposo.
Il giorno del Signore si manifesta come il momento privilegiato in cui la giustizia trionfa nella storia, e la speranza e la fiducia sono il distintivo del cristiano. Levate il capo, perché arriva la vostra liberazione : il Signore è vicino. E noi abbiamo bisogno di lui.
Senza Dio l’uomo non riesce a creare una società buona e giusta. E senza anelito alla giustizia, nell’umanità non ci può essere autentica adorazione di Dio.
Oggi poi la comunità di Scavolino celebra la festa del ringraziamento, festa che la Chiesa ha celebrato domenica scorsa. Faremo alcune riflessioni alla luce di questa celebrazione.
Una delle principali caratteristiche della vita cristiana è la consapevolezza che a cominciare dalla nostra vita tutto è dono di Dio, e quindi se tutto è dono, dobbiamo sapere ringraziare colui che è la fonte dei Doni. Dio stesso. La Eucaristia che celebriamo e che è costitutiva della vita cristiana, (il Concilio Ecumenico Vat II la definisce “culmenn et fons” della vita cristiana), é ringraziamento. Eucaristia significa rendimento di grazie. E l’apostolo Paolo scriveva Timoteo: “voglio “prima di tutto , che i cristiani facciano preghiere, suppliche, intercessioni e ringraziamenti per tutti gli uomini elevando al cielo mani pure.”
Per la Giornata Nazionale del Ringraziamento la CEI ha inviato un messaggio sul tema : “La terra: un dono per l’intera famiglia umana”.
Qualche breve parola su questa Giornata e su questo messaggio. Prima però, desidero salutare tutti i presenti, e le Autorità Civili e militari di ogni ordine e grado, i Responsabili delle Associazioni di categoria, dei Coltivatori, diretti, degli Agricoltori, nei cui confronti la Chiesa e la stessa Società civile esprimono la loro gratitudine, dopo averla espressa nei confronti di Dio, Creatore e Signore del cielo e della terra, a cui Dio ha affidato il compito di nutrire l’umanità, che a sua volta deve coltivare la terra rispettandone la natura e la destinazione al bene universale di tutte le genti, di tutti i luoghi, di tutti i tempi.
Sul tema è bene non dimenticare quanto disse il Concilio Vaticano II (e poi il Magistero Pontificio): “«Dio ha destinato la terra con tutto quello che in essa è contenuto all’uso di tutti gli uomini e popoli, sicché i beni creati devono pervenire a tutti con equo criterio, avendo per guida la giustizia e per compagna la carità» (Gaudium et spes, n. 69). Tale principio si basa sul fatto che «la prima origine di tutto ciò che è bene è l’atto stesso di Dio che ha creato la terra e l’uomo, ed all’uomo ha dato la terra perché la domini – nel senso di governarla – col suo lavoro e ne goda i frutti (cfr. Gen 1,28-29). Dio ha dato la terra a tutto il genere umano, perché essa sostenti tutti i suoi membri, senza escludere né privilegiare nessuno. È qui la radice dell’universale destinazione dei beni della terra. Questa, in ragione della sua stessa fecondità e capacità di soddisfare i bisogni dell’uomo, è il primo dono di Dio per il sostentamento della vita umana» (Giovanni Paolo II, Enciclica Centesimus annus, n. 31)” (Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, n. 171).
Alla luce di questo Magistero vogliamo sostare per un momento di riflessione sulla festa del Ringraziamento, che la Chiesa ha celebrato domenica scorsa e noi celebriamo oggi, lasciandoci illuminare dalla Parola di Dio. Nella sua Parola – e più precisamente nella prima pagina della Genesi -, per mezzo dello scrittore sacro, Dio ci offre una (anche se non l’unica) chiave preziosa per comprendere il valore della terra: “Dio disse: «La terra produca germogli, erbe che producono seme e alberi da frutto, che fanno sulla terra frutto con il seme, ciascuno secondo la propria specie»”. (Gen 1,11). Con queste brevi parole Dio vuole dirci che la terra e i suoi prodotti sono primariamente una Parola di Dio diventata concretezza, diventata creazione, realtà che le nostre mani possono toccare. La terra e i suoi prodotti, dunque, vanno “ascoltati” perché sono altrettante parole che Dio rivolge a noi.
Spesso però le parole della terra e dei suoi frutti gridano al cospetto di Dio, come il sangue di Abele (Gen 4,10). Molte, infatti, sono le sofferenze che si nascondo dietro ai frutti della terra e il lavoro degli agricoltori, come ci ricorda anche il messaggio della Commissione Episcopale:
– stima inadeguata per chi sceglie di fare l’imprenditore agricolo,
– burocrazia spesso lenta e impacciata nell’attuazione dei miglioramenti fondiari,
– credito non concesso da parte degli Istituti bancari,
– leggi non sempre all’altezza degli scopi che si prefiggono
– ed infine, ma non ultimo, lo sfruttamento che non tiene conto del rispetto e
della dignità delle persone.
Certamente non sono solo i lavoratori della terra a soffrire, ma anche molti altri soffrono per una grave crisi del tessuto produttivo del nostro territorio, quando improvvisamente è venuto a mancare il lavoro anche di quei pochi comparti industriali che ci sono nelle nostre zone.
Le parole della terra, però, dicono anche che ci sono ancora uomini, ormai pochi per la verità, audaci e generosi che hanno scelto di restare nei campi. e meritano di essere accompagnati con grande stima. . Per tutti le zolle della terra sono intrise del sudore e della fatica dell’uomo. Ma questo uomo non è solo. Il salmista, un uomo cha amava la terra come voi la amate, ringrazia Dio perché la potenza dell’Altissimo è passata attraverso le sue mani. Chi lavora la terra non è solo. C’è Dio con lui. Per questo motivo il salmista così prega: Tu Dio “così prepari la terra: ne irrighi i solchi, ne spiani le zolle, la bagni con le piogge e benedici i suoi germogli (Salmo 65). Da qui il dovere di essere, come ci ha ricordato papa Francesco “custodi della creazione, del disegno di Dio iscritto nella natura, custodi dell’altro, dell’ambiente” (Omelia di inizio del ministero petrino, 19 marzo 2013).
Il secondo capitolo del messaggio dei Vescovi dal titolo “Responsabilità e solidarietà” dice: “L’attenzione alle necessità alimentari dei popoli parte da un’attenta valorizzazione delle potenzialità della nostra terra. Ci si deve muovere in un contesto di responsabilità sociale dell’impresa e in un ritrovato ruolo di un’agricoltura che può tutelare l’ambiente e puntare alla caratterizzazione di prodotti che sono espressione del territorio; cioè, delle sue peculiarità naturali inserite in una tradizione e in una cultura che ne fanno qualcosa di più di una merce, ovvero, una manifestazione di senso connessa alla cultura della vita”.
A questo canto si uniscono anche le nostre voci di riconoscenza verso Dio. La terra e i suoi frutti, infatti, ci donano il messaggio che Dio non si è stancato di noi. Accanto a questo messaggio ci donano anche altre Parole, ricche di sapienza e di speranza; parole che non possiamo lasciar cadere affinché il nostro grazie a Dio sia pieno. Di fatto la terra e i suoi frutti ci dicono diverse verità che appartengono alla nostra fede e servono per la nostra vita spirituale. Tra queste ne ricordiamo almeno due: – che la pazienza che accondiscende ai tempi della Provvidenza, ripaga sempre; – che l’accoglienza del seme è garanzia di generosità perché la terra accoglie un seme e restituisce una spiga.
Queste Parole che a noi giungono dalla terra e dai suoi frutti sono per noi consenso di quanto la Parola di Dio ci dice per mezzo di Paolo: il nostro corpo mortale, come il seme, verrà accolto nel grembo della terra, paziente e generosa, che nel giorno ultimo restituirà, per volontà e intervento di Dio, una spiga, cioè un corpo risorto, glorioso, incorruttibile e obbediente alle leggi dello Spirito (cfr 1Cor 15,42-44).
Grazie Signore per quella fede che sa accogliere i frutti della terra e sa ascoltarne le parole. Grazie terra, grazie uomini e donne che la custodite e alla quale vi dedicate con passione e sacrificio.

Messaggio di Mons. Elio Ciccioni per la chiusura dell’Anno della Fede

Concludere questo anno, non significa che tutto è finito, ma significa essere coscienti che il vero impegno comincia adesso, nella pratica e nella testimonianza della fede che abbiamo meditato

Cari Fratelli della Chiesa particolare di San Marino-Montefeltro,
siamo stati oggi convocati in questa nostra Cattedrale, per chiudere solennemente l’anno della fede, indetto dal S. Padre Benedetto XVI un anno fa, e in cui eravamo invitati a riscoprire la bellezza e la gioia della nostra fede in Cristo Gesù nostro Salvatore, morto e risorto per noi e la nostra appartenenza a Lui nella Chiesa Cattolica e a riappropriarci di questa fede, per annunciarla a tutto il mondo. Pensavamo che in questa occasione potesse esserci il nuovo Vescovo, ma invece bisognerà attendere ancora un po’ di tempo. Siamo comunque riconoscenti che a presiedere questa concelebrazione eucaristica conclusiva con i Sacerdoti, sia il Vescovo emerito Luigi, che aveva aperto questo tempo un anno fa, e al quale diciamo il nostro sincero grazie, non solo per essere oggi con noi, ma anche per il suo ministero svolto in mezzo a noi per 7 anni, durante i quali ha lasciato un’impronta di grande profilo culturale pastorale e spirituale nella nostra Diocesi.
Ora concludere questo anno, non significa che tutto è finito, ma significa essere coscienti che il vero impegno comincia adesso, nella pratica e nella testimonianza della fede che abbiamo meditato, riscoperto e accolto, nella comunione con i nostri fratelli che ogni giorno nelle varie parti del mondo versano il loro sangue per la testimonianza a Cristo. Noi, non sappiamo se saremo chiamati a questo, ciò che ora siamo chiamati a fare, è una presenza cristiana, forte e coraggiosa negli ambiti di vita in cui viviamo. E’ la grazia che invochiamo celebrando questa Eucaristia.
Durante questa celebrazione poi Il Vescovo darà una benedizione che sarà il segno di mandato a tutti i catechisti, gli educatori, gli animatori, di gruppi, movimenti, associazioni, inviandoli a nome della Chiesa ad annunciare il Vangelo come loro servizio specifico nella comunità cristiana.
Durante l’offertorio, raccoglieremo le nostre offerte da destinare ai fratelli della Siria, per sovvenire alle loro sofferenze e alle loro gravi necessità, perché come dice l’Apostolo Paolo, se condividiamo il pane del cielo, come non condivideremo il pane materiale?
A conclusione della S. Messa, reciteremo la preghiera alla Madonna composta dal Santo Padre e che si trova a conclusione dell’enciclica “Lumen Fidei”.
Infine verrà distribuita a ricordo di quest’anno della fede una coroncina da recitare ogni giorno, perché come ci ha ricordato Papa Francesco, la preghiera è una medicina che fa molto bene alla nostra vita. Buona celebrazione.

Mons. Elio Ciccioni Amministratore generale
Diocesi di San Marino-Montefeltro

MESSA IN SUFFRAGIO DI MONS. ELIGIO GOSTI

VENERDI’ 29 NOVEMBRE

BASILICA DEL SANTO DI SAN MARINO

Celebrata da Sua Eminenza il Cardinal Elio Sgreccia, che fu amico del defunto sacerdote feretrano fin dai primi anni di studi in seminario.

Gli amici, i presbiteri e quanti lo hanno conosciuto sono invitati alla celebrazione

Veglia per la vita nascente

Venerdì 13 Dicembre 2013 ore 21.00

Chiesa Parrocchiale di Pietracuta

La malattia interroga l’anima

Dal curare al prendersi cura: ascolto e attenzione ai bisogni del malato
Prof. Germano Policante

28 novembre 2013

L’incontro è aperto a tutta la cittadinanza
si svolgerà alle ore 20:30 presso la Sala “Il Monte” V piano Scala E, Ospedale di Stato

La Caritas diocesana di San Marino – Montefeltro, con il patrocinio della Segreteria di Stato alla Sanità e Sicurezza Sociale, ha organizzato una serie di incontri per gli operatori sanitari che operano nell’Ospedale e sul territorio dal titolo: “La malattia interroga l’anima”. Questa proposta nasce dalla considerazione che il progressivo miglioramento dei metodi e delle tecniche di cura non può non essere accompagnato dall’attenzione alla persona del paziente. La malattia oltre a chiedere una risposta adeguata dal punto di vista medico scientifico, stimola domande che vanno al di là della dimensione fisica. Il paziente, prima di essere una macchina da aggiustare, è innanzi tutto una persona che si pone e pone agli altri interrogativi sul senso di ciò che sta vivendo, che chiede di essere ascoltata e con la quale occorre creare una relazione positiva. Una persona che, generalmente, non è sola ma che è accompagnata dai propri familiari e conoscenti i quali partecipano al suo percorso terapeutico. Ad alcuni di questi aspetti sono dedicati i due primi incontri dal titolo “Dal curare al prendersi cura: ascolto e attenzione ai bisogni del malato” (giovedì 28 novembre 2013 ore 20,30 sala Il Monte presso l’Ospedale) e “La comunicazione empatica per incontrare i malati e i loro familiari” (giovedì 16 gennaio 2014 ore 20,30 presso la sala “Montelupo” di Domagnano) che saranno tenuti dal Prof. Germano Policante. Sull’uso dei farmaci e delle cure nel difficile equilibrio tra terapia adeguata e accanimento terapeutico si parlerà nel terzo incontro “L’umanità delle cure, aspetti etici” al quale parteciperà il Dr. Paolo Marchionni (giovedì 13 febbraio 2014 ore 20,30 presso la sala “Montelupo” di Domangnano).Infine a conclusione di questo ciclo di incontri parteciperà Sua Eminenza il Card. Elio Sgreccia sul tema del fine vita con una relazione dal titolo “Vivereil morire: aspetti etici del fine vita” (giovedì 20 marzo 2014 ore 20,30 presso la sala “Montelupo” di Domagnano).

Questa serie di incontri è pensata sia per gli operatori sanitari sia per i pazienti e i loro familiari e sia per tutti coloro che, volontari e non, sono in vari modi coinvolti nell’ambito sanitario per viverlo in modo umano e dignitoso.

Uomini e donne. Differenze e reciprocità

Incontro dialogo con  i coniugi: Dott. Giulia Paola Di Nicola e Dott. Attilio Danese

Per informazioni: 0549 900759 csandrea@alice.sm

Ingresso libero