Omelia nella domenica delle Palme

Omelia di S.E. Mons. Andrea Turazzi

Cattedrale di Pennabilli, 9 aprile 2017

Is 50,4-7
Sal 21
Fil 2,6-11
Mt 26,14- 27,66

Vorrei sapere se durante la lettura della Passione il vostro cuore ha avuto qualche increspatura, se si è mosso qualche cosa dentro.
Il racconto della Passione è decisivo per noi cristiani, perché ci invita a guardare il nostro cammino di fede; ad esempio ad individuare in quale personaggio ci identifichiamo. Gesù ha sofferto per il tradimento di Giuda; trenta monete, è stato il suo prezzo. Ha sofferto per il rinnegamento di Pietro, quando spergiurando ha detto «non conosco quell’uomo!» (Mt 26,72). Ha fatto soffrire Gesù la viltà di Pilato, il quale con un processo sbagliato, se ne è lavato le mani, cioè non si è assunto la responsabilità della decisione.
Anche oggi c’è tanta indifferenza davanti al Signore Gesù. Penso alla mia mediocrità, penso alle nostre esitazioni che fanno da ostacolo all’annuncio del Vangelo. Ce la sentiamo di assomigliare ad altri personaggi, i personaggi positivi di questo racconto? Gesù non ha forse bisogno di noi perché gli teniamo compagnia nella veglia nel Getsemani? Gesù non ha bisogno forse di un nuovo Simone di Cirene per aiutarlo a portare le croci dell’umanità che soffre? Gesù non ha forse bisogno di un centurione che lo riconosca come Signore dal più profondo del cuore? Allora, durante questa settimana di passione proponiamoci di avere nel cuore gli stessi sentimenti che furono di Gesù (cfr. Fil 2,5). Invito tutti a trascorrere con questo spirito le giornate della settimana santa. Giovedì Santo: la memoria dell’ultima cena, nella quale il Signore ci ha dato il comandamento nuovo e ha istituito il sacramento dell’Eucaristia.
Venerdì Santo: la memoria della Passione e morte del Signore. A Pennabilli abbiamo la tradizione popolare della processione detta “dei giudei”, ma, prima di quella manifestazione, in Cattedrale rileggeremo la Passione secondo Giovanni, scopriremo la croce, che era stata velata nei giorni precedenti, e la copriremo di baci. E poi la Veglia Pasquale: la notte nella quale, dopo l’ascolto di tante pagine della Scrittura, verrà benedetta l’acqua nel fonte battesimale e verranno sciolte le campane, perché si celebrerà, dopo giorni di astinenza, l’Eucaristia. Gesù è risorto, è vivo! Dunque, avere in noi gli stessi sentimenti che furono in Gesù. E diciamo, con nuovo slancio: «Sì, Signore, vogliamo essere cristiani – oggi non è più scontato -, vogliamo vivere nella tua grazia, senza il peccato. Per ogni volta che, per la nostra fragilità abbiamo sbagliato, ti chiediamo perdono».
Abbiamo iniziato questa liturgia facendo memoria del Signore che entra in Gerusalemme acclamato dalle folle. Allora, un umile asinello fu la cavalcatura del Messia. Che ognuno di noi si renda disponibile a portare il Signore: noi tutti umili asinelli, ma fieri di portare Gesù!

Via Crucis Sant’Igne-San Leo: venerdì 14 aprile ore 14:30 da Sant’Igne

Carissimi amici,

per la prima volta, lo scorso anno ho partecipato alla Via Crucis che dall’antico convento francescano di Sant’Igne saliva alla Cattedrale romanica di San Leo. Eravamo in tanti, o meglio, eravamo un popolo. Questa la prima impressione. La prevalenza giovanile non ha inibito la partecipazione di adulti e ragazzi. Nessuna ricercatezza, nessun fronzolo barocco, ma una liturgia essenziale e austera, prevalentemente silenziosa. La preghiera è fiorita sui testi impegnativi di don Giussani e di Charles Peguy, una preghiera audace che ti portava dritta al cuore del mistero cristiano: «Non c’è amore più grande di chi dona la sua vita». Davanti apriva inequivocabilmente il cammino una croce di legno e noi dietro, un serpentone silenzioso, uno accanto all’altro, prima attraversando il bosco, poi risalendo la Provinciale. All’arrivo mi è stato chiesto di condividere un frutto della mia preghiera: guardare i piedi di Cristo, i piedi di colui che evangelizza. Sono piedi inchiodati! A dispetto dei miei progetti e dei miei moralismi…
Nella Cattedrale il canto di polifonie classiche ha rivestito di bellezza il nostro essere Chiesa oggi su radici di sorprendente vitalità.
Dico grazie agli amici di CL che anche quest’anno, senza nulla togliere alle iniziative parrocchiali e di paese, nel primo pomeriggio del Venerdì Santo, ci invitano e aprono a tutti questo intenso momento di preghiera.

Io ci vado!

+ Andrea Turazzi
Vescovo di San Marino-Montefeltro

Incontro diocesano ministranti

Tutti i colori della festa

Sembra che le cose stiano davvero così: nessuno ormai, in diocesi, ignora quanto accadrà il prossimo 13 maggio. Sarà una festa? Certamente. Sarà anche un evento impegnativo? Senza dubbio. Quale il momento clou? L’atto di consacrazione al Cuore Immacolato di Maria di tutta la diocesi e delle realtà che la compongono: parrocchie e famiglie. La spiritualità che emana da Fatima avvolgerà la Chiesa di San Marino-Montefeltro, ravviverà la fede e si concretizzerà in una chiara testimonianza pubblica. Sarà un dono per tutti! Per chi è stato toccato dalla fede, per chi è in ricerca e per la società plurale in cui viviamo. La festa, perché sia veramente tale, deve colmare di gioia e di bellezza ogni cuore, ma esige anche preparazione. Percorriamo insieme i momenti che preparano il 13 maggio. Dal 7 maggio ogni comunità è invitata a progettare una speciale settimana mariana secondo proprie modalità. A Valdragone, presso il Santuario del Cuore Immacolato, tiene il suo convegno la Guardia d’Onore (associazione internazionale legata al Santuario). Nella serata di martedì 9 maggio, in un luogo pubblico, per facilitare la partecipazione di tutti, il dott. Vittorio Messori, celebre saggista, terrà una conferenza sugli eventi che accaddero a Fatima cent’anni fa e dei quali, l’allora Cardinale Ratzinger, scrisse: S’illuderebbe chi pensasse che la missione profetica di Fatima sia conclusa. Maria ha voluto apparire nell’unico posto in Europa che porta il nome della figlia prediletta di Maometto: Fatima. In quell’evento vi è un intreccio denso di enigmi insolubili e di misteri confortanti e allarmanti ad un tempo, che coinvolgono cielo e terra, papi e pastorelli, teologi e propagandisti, devoti e politici, cristiani e musulmani. Giovedì 11 maggio, suor M. Gloria Riva, monaca e critico d’arte, ci aiuterà a percorrere con un linguaggio multimediale un tratto dell’affascinante cammino dentro al tema mariano nella storia dell’arte. Venerdì 12 sarà per tutti una giornata penitenziale: digiuno, conversione e preghiera, parole che sono un invito del Cielo. Attraverso Maria, Dio chiede a ciascuno di tornare alla propria verità di creatura; in questo è racchiusa la certezza di essere figli dell’unico Padre e la responsabilità di essere fratello per ogni prossimo; ciò comporta superamento di egoismi e chiusure. Venerdì 12 sarà anche il giorno di convocazione di tutti i sacerdoti e i religiosi nella Casa di Valdragone. Trascorreranno insieme una giornata di studio e di preghiera insieme al Vescovo guidati da padre Gian Carlo Bruni, teologo esperto di mariologia. Finalmente, sabato 13 maggio, l’Unitalsi-Ustal organizza il pellegrinaggio a Valdragone per i prediletti della Madre del Signore: gli ammalati e i disabili. Una duplice sorpresa per il pomeriggio: si daranno appuntamento a San Marino i giovani consacrati, o in ricerca vocazionale, che dalla diocesi sono partiti o da fuori sono venuti tra noi per vivere una speciale chiamata di consacrazione. Per la cronaca si tratta di una trentina di giovani al di sotto dei 36 anni! La seconda sorpresa. Dalle 15 fino alle 20 si terrà una singolare staffetta: i Centri diocesani, le Associazioni e i Movimenti si alterneranno nella recita ininterrotta del Rosario, esperienza di intercessione e di testimonianza. Per tutto il tempo saranno disponibili molti confessori, perché ognuno possa suggellare con il Sacramento della Riconciliazione il cammino di conversione. La sera del 13 maggio, il momento centrale unitario e vertice di tutto il cammino, alle ore 20.30 celebrazione dell’Eucaristia, insegnamento per tutti tenuto da Mons. Decio Cipolloni (Vicario Generale della Prelatura di Loreto), processione aux flambeaux, solenne atto di consacrazione della diocesi. I canti saranno intonati da tutte le corali della diocesi che animeranno con un cuore solo e un’anima sola l’assemblea. La sera di domenica 14 maggio, la Corale della Basilica di San Marino offre un omaggio alla Madonna: una grande preghiera in canto. Verrà eseguito – è la prima nazionale – lo Stabat Mater di Karl Jenkins. Nei colori di questa festa non mancherà la vivacità dei nostri ragazzi e dei nostri giovani. Saranno certamente in mezzo a tutti, ma godranno di un momento speciale creato da loro; si tratta della GMG diocesana, sabato 20 maggio pomeriggio. Dai giovani prenderà poi il via un cammino sulle orme di Maria, Madre di Gesù, madre nostra e madre di tutti. (A cura della “commissione 13 maggio”)

Fede che incide nella storia

C’è una immagine che ha fatto il giro del mondo, anni fa, quando Lech Wałesa firmò quel trattato con il potere politico comunista di Varsavia che sanciva la libertà del sindacato Solidarność e che diede l’avvio a quella rivoluzione senza sangue che è stata la vittoria della fede vissuta sul regime inumano voluto da Mosca e accettato dai «compagni» di casa nostra: è quando il sindacalista cattolico usò, per siglare quell’accordo, una penna con una grandissima immagine della Madonna di Czestochowa. Del resto quella immagine accompagnò tutto il cammino di quel sindacato (e del popolo polacco) nella difesa della propria libertà e dignità. Anche se ora è difficile ritrovarla su internet, rimane l’immagine che è sempre stata sul bavero di Lech, e da qui non si può cancellare.
Quella immagine, che mi accompagna da quei giorni, mi ha fatto comprendere con più intensità e partecipazione il significato di quel gesto grandioso che il nostro Vescovo ha voluto per il centenario della apparizione di Maria SS.ma a Fatima, nel lontano 1917. E, ritengo personalmente, che questa iniziativa vada al pari della storica visita di Papa Benedetto XVI alla nostra Diocesi e alla nostra Repubblica.
In questi tempi pare oramai anacronistico parlare di devozione, perché tale parola sembra avere un risvolto intimistico e sentimentale (pur non essendo tale il suo significato originale).
Parliamo allora di culto mariano, cercando nel «coltivare» e nella «cultura» le radici di questo avvenimento che ci interroga e che si svolgerà il 13 maggio prossimo.
Mi aiuta a ripensare questo gesto una riflessione che ho appreso da Don Giussani: «In una storia in cui Dio si è incarnato, come prova del suo amore per gli uomini, l’essere impegnati nei problemi che il tempo ci pone è la prima forma di carità… Per questo un cristiano non può testimoniare l’annuncio acquietandosi nella facile affermazione della sua fede: la religiosità autentica che Gesù ha portato nella storia umana, e che la sua Chiesa continua a proporci, è profondamente incidente sulla storia». Possiamo così vivere questo atto di consacrazione al Cuore immacolato di Maria come la forma più autentica di amore all’uomo, al suo destino e a tutta l’umanità intera. Maria, la Madre di Gesù, considerata «Auxilium Christianorum» (e qui, in una terra che ha accolto con cuore aperto la presenza della famiglia di San Giovanni Bosco, tale titolo mariano ha ancora più risonanza nei nostri cuori) è all’origine della fioritura, nel nostro popolo, di opere di carità e cultura, di fede integra e compassione caritatevole. Vittoria sul male e sconfitta della riduzione del cristianesimo a ideologia (non per niente gli antichi dicevano «cunctas haereses sola interemisti in universo mundo» – tu hai sconfitto ovunque le falsificazioni eretiche della fede) ecco che da questo gesto tutti attendiamo la ripresa di una vita personale e comunitaria in cui prevalgano il bene, la verità e la misericordia. Non solo, ma guardando a Maria come colei che ha educato Gesù nella sua umanità, Le chiediamo di accompagnarci nel cammino così urgente della educazione dei nostri giovani. Tra loro troviamo tanti segni di speranza e tante esperienze di fallimento.
Sarà Maria, a cui consegniamo la nostra vita e i nostri cari, all’origine di una riscossa, di un sussulto di umanità? Non solo lo spero, ne sono certo, soprattutto vedendo i frutti che la recita del Rosario (come la ripresa della Adorazione eucaristica in molte parrocchie della nostra Diocesi e la presenza oramai decennale delle Monache dell’Adorazione eucaristica) porta nella vita delle nostre comunità.
E chissà se questa rinata esperienza della «devozione» mariana ci farà capaci anche di incontro e testimonianza con i nostri fratelli mussulmani. Questa sarà autentica accoglienza e integrazione.
(don Gabriele Mangiarotti)

Un messaggio di responsabilità e di speranza

Per tutto il secolo scorso, individui di ogni parte del mondo hanno sviluppato delle teorie per decifrare il messaggio nascosto dei tre “segreti” di Fatima, ma suor Lucia disse che l’interpretazione apparteneva non al veggente bensì alla Chiesa. La Chiesa ha il compito di interpretare i vari segni e i simboli di Nostra Signora di Fatima per offrire ai fedeli una chiara guida nella comprensione di ciò che Dio vuole rivelarci. Nell’immaginario comune si parla dei tre “segreti” di Fatima; in realtà, come accennato in un precedente articolo, esso è considerato un unico messaggio diviso in tre parti, di cui la prima riguarda la visione dell’inferno, la seconda la consacrazione della Russia al Cuore Immacolato di Maria, la terza l’invito alla penitenza e al sacrificio del Santo Padre, dei Vescovi, dei sacerdoti e dei martiri della Chiesa.
La parola chiave di questo “segreto” è il triplice grido di nostra Signora “penitenza, penitenza, penitenza”. La Madonna ha cercato di ricordare al mondo la necessità di allontanarsi dal male e di riparare ai danni provocati dai nostri peccati. Questa è la “chiave” per comprendere il resto del “segreto”.
Un altro aspetto importante è stato messo in rilievo nella relazione del 2000 che l’allora Card. Joseph Ratzinger, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, fece sulla interpretazione a livello teologico del terzo segreto. Egli scrive: Viene sottolineata l’importanza della libertà dell’uomo: il futuro non è affatto determinato in modo immutabile, e l’immagine, che i bambini videro, non è affatto un film anticipato del futuro, del quale nulla potrebbe più essere cambiato. Tutta quanta la visione avviene in realtà solo per richiamare sullo scenario la libertà e per volgerla in una direzione positiva… Il senso della visione… è… quello di mobilitare le forze del cambiamento in bene. Contrariamente alla convinzione popolare, dunque, le intense visioni offerte da Nostra Signora di Fatima non sono una previsione di quello che accadrà. Sono una previsione di quello che potrebbe succedere se non risponderemo all’appello alla penitenza e alla conversione del cuore che la Madonna ci ha rivolto. Quindi la Madonna ci presenta una visione della storia e delle vicende dell’uomo, non deterministica, soggetta ad un destino ineluttabile, ma una storia in divenire che può addirittura essere modificata con il nostro libero arbitrio.
In questo percorso un ruolo privilegiato è quello della preghiera (Rosario, primi cinque sabati del mese, riparazione etc.). Il pensiero va spontaneamente alla preghiera di Mosè che, quando sul monte alzava le mani, Israele prevaleva, mentre quando le lasciava cadere prevaleva Amalek. Ed è proprio in questo aspetto che la fede si manifesta non solo come rapporto personale e intimistico con il Signore, ma diventa esperienza che tocca la nostra realtà concreta di persone, del nostro vivere, del nostro costruire la città degli uomini affidata alla nostra responsabilità.
Infine, nonostante la descrizione apocalittica del “segreto”, soprattutto nella terza parte quando parla della morte del Santo Padre e della persecuzione dei cristiani, esso è un messaggio di speranza, perché alla fine il Cuore Immacolato di Maria trionferà. Pertanto  il “segreto” di Fatima ci dà speranza: in questo mondo lacerato dall’odio, dall’egoismo e dalla guerra, Satana non trionferà, e i suoi piani malvagi verranno ostacolati dal Cuore Immacolato di Maria. Ci potrà essere sofferenza nel prossimo futuro, del resto il cammino della Chiesa è tale fin dai suoi esordi, ma se ci aggrappiamo a Gesù e a Sua Madre con loro potremo costruire il destino dell’uomo e uscire vittoriosi. (Mons. Elio Ciccioni)

Un giorno senza Maria è un giorno meno bello

Continua la nostra intervista sulla devozione alla Madonna, in vista del prossimo 13 maggio. In questo numero abbiamo il piacere di fare due chiacchiere con don Mirco, parroco di Novafeltria e Direttore dell’Ufficio Diocesano di Pastorale Giovanile e Vocazionale.

Cos’è, per te, la devozione alla Madonna?

La parola devozione purtroppo è andata in disuso nella lingua italiana ed è difficile afferrarne il significato. Nella sua origine latina significa fare voto di se stessi a qualcuno (solitamente una divinità) per qualcosa. Per me la devozione alla Madonna è affidarsi a Lei, amarLa con tenerezza di figli, imitarLa come esempio di discepola perfetta di Gesù, mettersi al Suo servizio per servire meglio il Regno di Dio.

Ci sono modi particolari per essere devoti?

Sì, sono molti i modi per essere devoti: appartenere a un gruppo, a una associazione o a una confraternita che ha come caratteristica quella di avvicinarsi a Dio attraverso la figura di Maria. Inoltre, anche a un livello solo personale, vi è la preghiera del Rosario, il legame con un Santuario legato alla Madre di Dio, l’uso dello scapolare o della medaglia miracolosa, ecc.

È difficile esserlo?

No, non è difficile amare la Vergine Maria, basta solo accorgersi della Sua presenza nella nostra vita e iniziare a vivere questo legame che ci unisce a Lei da sempre.

Come hai conosciuto questa forma di affidamento alla Madre Celeste?

La famiglia di mio padre è legata da secoli alla Madonna di Saiano (vicino a Montebello). Una delle prime preghiere che ho imparato nella mia vita è l’Ave Maria. Fin da bambino ho conosciuto e amato il Santuario della Madonna di Loreto e da ragazzo, con i pellegrinaggi dell’Ustal-Unitalsi, ho compreso sempre più l’importanza della Beata Vergine nella vita del cristiano. Negli anni della formazione in Seminario è stata fondamentale la figura della Madonna della Fiducia. Nelle parrocchie dove ho prestato servizio mi ha aiutato molto scoprire l’amore che il popolo di Dio nutre per la Vergine Santa e quanto la Sua presenza discreta ma potente opera nelle persone e nella Chiesa. Infine, l’esempio di San Giovanni Paolo II (e di altri santi) mi ha spinto ad approfondire sempre di più il legame con la Madre del Cielo.

Come esprimi, nel concreto, questa devozione?

Nell’affidarmi ogni giorno alla sua preghiera e al suo aiuto, nel pregare il Rosario, nel meditare sul suo stile di vita, nell’incoraggiare altri ad affidarsi con piena fiducia a Lei.

Secondo te: perché essere devoti?

Affidarsi e servire Maria è un grande aiuto per chi desidera essere cristiano e rende più facile il cammino di conversione e di evangelizzazione al quale il Signore continuamente ci chiama.

Questo voto è in grado di cambiare le persone?

La consacrazione a Maria se è desiderata, preparata bene e vissuta con fedeltà e docilità ha una grande forza di cambiamento in noi, nel tessuto ecclesiale e anche nella società.

Cosa hai percepito che possa essere cambiato in te?

La cosa più importante è sicuramente la trasformazione continua di tanti no o “ni” in SÌ: alla volontà di Dio, alla Sua Parola, alla Sua chiamata, alla vita, alla realtà, al prossimo.

C’è stato un momento particolare in cui hai sentito che questa devozione ti ha aiutato in maniera decisiva?

Sì, penso a varie situazioni dolorose che ho vissuto e anche a tante occasioni del servizio pastorale svolto in questi anni. Senza l’aiuto di Maria non sarei mai riuscito a reggere in tante circostanze oppure avrei girato a vuoto. Quando arriva la croce, quella vera, quella da cui istintivamente si cerca di scappare, Lei le sta davanti come una colonna alla quale ci si può appoggiare con fiducia e che ci fa rimanere in piedi. Quando invece arriva il giorno della Risurrezione o della Pentecoste Lei modera i facili entusiasmi e le dispersioni per tenerci nell’umiltà dietro a Suo Figlio.

A chi proporresti maggiormente di affidarsi alla Madonna?

A tutti e prima possibile. Un giorno della nostra vita senza la sua materna dolcezza e tenerezza è un giorno meno bello.

Convegno Caritas

TuttixTutti

Comunicato stampa

Dal primo marzo ifeelCUD cambia veste e diventa TuttixTutti.

Il concorso nazionale rivolto alle parrocchie, giunto alla 7a edizione, premia progetti di utilità sociale coniugando solidarietà e formazione.

www.tuttixtutti.it

“Quest’anno vincono tutti”. È lo slogan che promuove il concorso per le parrocchie TuttixTutti, promosso dalla C.E.I. a livello nazionale e nato dal grande successo di ifeelCUD, che si rinnova e diventa sempre più coinvolgente per le comunità locali. Ogni parrocchia potrà parteciparvi iscrivendosi online su www.tuttixtutti.it, creando un gruppo di lavoro, ideando un progetto di solidarietà e organizzando un incontro formativo per promuovere il sostegno economico alla Chiesa cattolica.

Tre le novità principali: il contributo per tutte le parrocchie che organizzeranno un incontro formativo secondo i criteri indicati nel bando; l’aumento del numero dei premi per i progetti di solidarietà, che passano da 8 a 10 da un minimo di 1.000 euro fino a un massimo di 15.000 euro e la raccolta dei CU non obbligatoria.

La novità più importante di questa edizione, espressa anche nello slogan, consiste proprio nel contributo, compreso tra i 1.000 e 2.000 euro, messo a disposizione di tutte le parrocchie iscritte che si impegneranno a formare i propri fedeli ai valori del sostegno economico alla Chiesa. Si tratta di organizzare un incontro volto ad illustrare le modalità di sostegno economico alla Chiesa cattolica e mirato a promuoverne i valori che ne sono alla base come la trasparenza, la corresponsabilità, la comunione, la solidarietà. L’incontro dovrà attenersi alle linee guida presenti nel regolamento e dovrà essere adeguatamente documentato mediante un servizio fotografico o un video da caricare online sul sito www.tuttixtutti.it entro il 31 maggio 2017.
La nuova formula dell’iniziativa non prevede, quindi, la raccolta dei CU tra la popolazione titolare di tale modello che, già a partire dallo scorso anno, era diventata auspicabile ma non vincolante ai fini del concorso.

ifeelCud  ha registrato un successo crescente, negli ultimi anni, con un notevole aumento delle parrocchie iscritte. Questo risultato positivo ci ha indotto – afferma Matteo Calabresi, responsabile del Servizio Promozione della C.E.I. – a rinnovare il concorso che ha un nuovo nome  TuttixTutti e un nuovo regolamento anche se la finalità non cambia: si premiano sempre i progetti di utilità sociale e si punta sulla ‘formazione al sostegno economico’ nelle parrocchie.

Le parrocchie verranno premiate da un’apposita Giuria, composta dai membri del Servizio per la Promozione del Sostegno Economico alla Chiesa cattolica, che selezionerà i 10 progetti di solidarietà considerati più meritevoli secondo i criteri di valutazione pubblicati sul sito e valuterà la qualità degli incontri formativi realizzati.

Il nostro concorso nazionale ha contribuito, in sei anni di storia, – prosegue Calabresi – alla realizzazione di decine di progetti di utilità sociale che spesso poi diventano risposte concrete ai bisogni delle famiglie in difficoltà, dei giovani e degli anziani. Penso in particolare ad alcune parrocchie in contesti sociali a rischio o caratterizzati da povertà e disoccupazione anche giovanile. Anche lo scorso anno le parrocchie vincitrici hanno potuto avviare iniziative utili a tutta la comunità come nel caso del progetto presentato dalla Parrocchia Gesù Divin Salvatore di Roma, vincitore del 1° premio dell’edizione 2016, che ha già concluso una serie di corsi di formazione tecnico professionale per i giovani, di età compresa tra i 18 e i 29 anni, in un quartiere periferico della Capitale con un alto tasso di disoccupazione o, tra le altre proposte, l’avviamento dell’orto sociale con l’utilizzo della coltivazione biologica pensato dalla Parrocchia Santi Cosma e Damiano di Acireale e l’apertura di uno sportello di microcredito, ideato dalla parrocchia Santi Andrea e Santa Rita di Trieste, rivolto a persone in difficoltà che, grazie ad un aiuto tempestivo, possono trovare una via d’uscita ai propri problemi economici”.

Per partecipare a TuttixTutti con la propria parrocchia quindi, basta ideare un progetto di solidarietà, organizzare un incontro formativo e iscriversi online sul sito www.tuttixtutti.it, in accordo con il parroco, a partire dal primo marzo. Il concorso si svolge dal 1 marzo al 31 maggio 2017.

Tutti gli approfondimenti sono disponibili su www.tuttixtutti.it e sulle pagine Facebook e Twitter.

Facebook: https://www.facebook.com/CeiTuttixTutti/

Twitter: https://twitter.com/CeiTuttixTutti

Periodico Montefeltro Aprile 2017