Convegno “Muovere verso” – Teilhard de Chardin: tra teologia, mistica e scienze

L’Istituto Superiore di Scienze Religiose “A. Marvelli”, in collaborazione con il Centro studi “Teilhard de Chardin”, è lieto di invitarVi al Convegno nazionale

“MUOVERE VERSO
TEILHARD DE CHARDIN: TRA TEOLOGIA, MISTICA E SCIENZE

che si svolgerà Venerdì 21 e Sabato 22 Aprile 2023                       

Il Convegno “Muovere verso” – Teilhard de Chardin: tra teologia, mistica e scienze, intende approfondire l’attualità e la fecondità del pensiero del gesuita francese, teologo e paleontologo, ritenuto “proibito” dal suo tempo ed oggi riconosciuto come straordinariamente profetico e lungimirante, come dimostra il suo essere stato esplicitamente citato da Papa Francesco nell’Enciclica Laudato Sì sulla cura della casa comune. Verrà proposta una ricognizione complessiva delle istanze epistemologiche, antropologiche e teologiche della speculazione teilhardiana, sottolineando in contemporanea il tenore mistico innervante l’intero suo percorso esistenziale ed intellettuale, nonché la sua sorprendente apertura al dialogo interreligioso.

Il programma prevede la seguente articolazione:

PRIMA SESSIONE – Seminario di Studio
Aula Magna ISSR “A. Marvelli”
Venerdì 21 Aprile 2023 ore 15.30-18.30
Coordinamento: Gabriele Gozzi (Vice-Direttore ISSR “A. Marvelli”)

Divenire uomini e donne
Le domande del contemporaneo sfidano l’antropogenesi teilhardiana e la fraternità universale di papa Francesco

Relazioni di:
Carmelo Dotolo
Teologo – Pontificie Università Urbaniana e Gregoriana
Fabrizio Mandreoli
Teologo – Responsabile Centro Ricerche “Insight” – ISSR della Toscana
Matteo Prodi
Teologo – Facoltà Teologica dell’Emilia Romagna – Pontificia Facoltà Teologica dell’Meridionale Sez. “S. Luigi”

SECONDA SESSIONE – Conferenza pubblica
Sala Manzoni (Rimini, via IV Novembre, 35)
Venerdì 21 Aprile 2023 ore 21.00
Coordinamento: Valter Chiani (Docente ISSR “A. Marvelli”)

«La via dell’Ovest»
Tra istanze mistiche teilhardiane e dialogo interreligioso
Un confronto a due voci

Relazioni di:
Marco Vannini
Filosofo e saggista
Paolo Trianni
Teologo – Pontificia Università Gregoriana – Università di Trento

TERZA SESSIONE – Seminario di Studio
Aula Magna ISSR “A. Marvelli”
Sabato 22 Aprile 2023 ore 9.30-12.30
Coordinamento: Paolo Trianni (Docente Pontificia Università Gregoriana)

«Il fenomeno umano»
I misteri del cosmo e della coscienza a partire da Teilhard de Chardin

Relazioni di:
Stefano Visintin, osb
Teologo e Fisico – Pontificio Ateneo S. Anselmo – Abate Abbazia di Praglia
Lubos Rojka, sj
Filosofo – Pontificia Università Gregoriana

Il Convegno è organizzato con la collaborazione del Centro culturale “Paolo VI”, della Fondazione “Igino Righetti”, del Centro universitario diocesano e del Progetto culturale della Diocesi di Rimini. Si avvale inoltre del patrocinio del Comune di Rimini e della Facoltà Teologica dell’Emilia-Romagna.

Per la partecipazione al Convegno si richiede un’iscrizione da effettuare tramite il sito www.issrmarvelli.it.

Il Convegno sarà proposto, per coloro che ne faranno richiesta, anche in modalità on-line.

Per informazioni e iscrizioni rivolgersi alla Segreteria dell’ISSR, via Covignano 265  – Rimini,
tel. 0541 . 751367 – sito web: www.issrmarvelli.it – e-mail: segreteria@issrmarvelli.it

Veglia diocesana di preghiera per le Vocazioni

Siamo pienamente nello spirito del Vangelo se chiediamo braccia e cuori per i “cantieri” delle nostre comunità, in tutti gli ambiti di vita.
“Vocazione”: parola che scuote dall’indifferenza e dall’individualismo; parola che dà forza e intraprendenza; parola che responsabilizza. Sappiamo chi è Colui che chiama!
Domenica prossima, 30 aprile, “domenica del Buon Pastore”, tutte le nostre comunità sono in preghiera e in ascolto: «Signore, in che modo posso seguirti e servirti?».
Per prepararci alla Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni siamo tutti invitati alla Veglia diocesana di
venerdì 28 aprile ore 20:45
nel Santuario del Cuore Immacolato in Valdragone (via delle Felci, 3 – RSM).
Sì, tutti invitati… specialmente i giovani!

Sui rapporti fra la Chiesa e la Scuola

Al Vescovo di San Marino-Montefeltro è stato chiesto di esprimere una valutazione su quanto è accaduto nell’Istituto Comprensivo “P. Olivieri” di Pennabilli a proposito della benedizione pasquale in alcuni plessi del medesimo istituto. I rapporti fra la Chiesa e la Scuola in questi anni sono sempre stati cordiali, di dialogo e di collaborazione.

Laicità, dialogo, identità, inclusione. Tutte parole importanti perché richiamano grandi valori di convivenza, anzi di “fraternità”. Sono parole preziose perché “conquistate” e pertanto patrimonio comune. Ma centro della nostra cura e riflessione sono i bambini, i ragazzi e i giovani, verso i quali siamo debitori di speranza e di tutto ciò che costituisce un patrimonio di valori, storia, cultura e fede, che caratterizza il nostro territorio e il nostro tempo.
Non trovo contraddizione e incomunicabilità fra laicità e, ad esempio, realtà forti come il Natale e la Pasqua: Natale con i suoi segni come il presepio, l’albero, i canti e soprattutto l’appello alla solidarietà; Pasqua con il segno dell’ulivo, dell’acqua lustrale, dell’Alleluia e del messaggio di pace, perdono e rinascita.
Per quanto riguarda la presenza di questi segni nella scuola di tutti credo occorra dialogo e rispetto reciproco. Perché tenere all’oscuro, passare sotto silenzio, quello che caratterizza la vita dei nostri centri, dei nostri borghi e di tante famiglie?
La visita del parroco, nelle modalità convenute con il dirigente scolastico, per un saluto ed un augurio e, per chi è credente, il segno della benedizione, credo possano essere vissuti come un momento bello e gioioso per tutti.
L’insegnamento della Religione Cattolica nella scuola si pone senza dubbio sul piano culturale, ma perché non far vivere a chi si avvale di questo insegnamento anche un momento esperienziale? Non lo trovo così inopportuno. Il sapere non è mai pura teoria…
Per quanto riguarda le esigenze dell’inclusione credo siano in atto tante esperienze positive e rispettose verso chi è di altra cultura e di altra convinzione. Non è tempo di battaglie, ce lo ricorda spesso papa Francesco, semmai è tempo di fraternità, di apprezzamento del patrimonio gli uni degli altri e del concorso per il bene di tutti (la differenza delle ragioni e la ragione delle differenze: una buona suggestione).
Molto importante che il dibattito coinvolga, in qualche modo, le famiglie e in particolare i genitori, i primi responsabili dell’educazione dei figli, prima, molto prima dello Stato.
In questo ambito Chiesa, Stato, istituzioni scolastiche devono pensarsi al loro servizio.

Pennabilli, 22 marzo 2023

+ Andrea Turazzi
Vescovo di San Marino-Montefeltro

Marcia-Veglia missionaria

Saper leggere e scrivere è un regalo grande. Prima di tutto ringrazio il buon Dio che mi ha dato la possibilità d’imparare a leggere e scrivere. Ringrazio per tutte le persone mi hanno aiutato. Rivolgo questo ringraziamento a tutto il mondo scolastico della nostra Diocesi e del mondo intero. Sarebbe bello sapere quanti professori e studenti ci sono nella nostra Diocesi. Sarebbe bello sapere quante scuole e studenti sono aiutati da Istituzioni, Associazioni e privati in tante parti del mondo, soprattutto nei paesi poveri…Gesù sapeva leggere (Luca 4,16), Filippo è stato inviato all’Etiope per spiegargli il brano di Isaia che stava leggendo (Atti 8,26-40) ma le parole più significative sono: “In verità vi dico: tutto quello che avete fatto a uno dei miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” (Matteo 25,40).

Quest’anno per la Quaresima Missionaria vogliamo aiutare la scuola elementare parrocchiale di Tadu in Congo, un paese ricco d’umanità, fede, speranza, amore e con una grande sete d’imparare a leggere e scrivere. La consueta marcia-veglia missionaria sarà venerdì 31 marzo con partenza alle ore 20:45 dalla piazza Vittorio Emanuele II di Novafeltria fino al Santuario del Crocifisso di Talamello. Aiutiamo questa scuola in Congo con le nostre offerte e con la forza di Gesù Risorto andiamo in tutto il mondo a proclamare che la vita è un dono meraviglioso e tutti parliamo il linguaggio dell’Amore.

Santa Pasqua anche a nome dei bambini del Congo!

Don Rousbell Parrado, Direttore del Centro Missionario Diocesano

La profezia per la pace

Omelia nella Solennità del “Venerdì Bello”

Pennabilli (RN), Santuario della Madonna delle Grazie, 17 marzo 2023

Gen 37,3-4.12-13.17-28
Sal 104
Lc 1,26-38

Carissimi, la tradizione ci ha consegnato la memoria di un avvenimento straordinario: una lacrimazione dell’immagine della Santa Vergine, evento gelosamente custodito, trasmesso fedelmente da una generazione all’altra con lo stesso fervore, la stessa meraviglia e la stessa gratitudine. Un evento di lacrime, ma tramandatoci come bellezza, chiamato, da quel venerdì del 1489 (allora era il 20 marzo), il “Venerdì Bello”!
Non stupisce che la Madre del Signore sia venerata in tanti dei nostri borghi e delle nostre chiese come la Vergine Addolorata, testimonianza delle sofferenze di queste popolazioni, ma qui è la stabat mater lacrimosa, accanto al Figlio Gesù e accanto a questo popolo.
Il Cielo è vicino alle nostre vicende?
L’umanità risorta del Signore e l’umanità della Vergine Assunta sono umanità trasfigurate e gloriose, divina quella di Gesù, divinizzata quella della Madre, la prima della creazione ad entrare nella gloria, in corpo e anima, segno e anticipo della nostra vocazione alla santità e alla divinizzazione.
Sull’immagine della Santa Vergine, qui a Pennabilli, in questa chiesa, furono viste lacrime. Le lacrime sono punto d’incontro fra corpo e anima: esprimono sentimenti, accompagnano la preghiera, indicano un dolore esteriore ed interiore, fisico e spirituale; una distinzione – quest’ultima – improbabile, perché il dolore e le lacrime dicono l’unità della persona nella sua realtà psicofisica.
Quanta tristezza ci capita di scorgere sui volti che incontriamo, specialmente – mi rivolgo ai sacerdoti – in queste settimane di visita alle famiglie. Quante lacrime vengono versate ad ogni istante – in questo istante – nel mondo; una diversa dall’altra, e insieme formano come un oceano che invoca compassione e consolazione.
Le più amare sono quelle provocate dalla malvagità umana: le lacrime di chi si vede strappare violentemente una persona cara, di chi si sente abbandonato, fallito, incompreso. Questi sono giorni di lacrime: lo testimonia la cronaca; sofferenze costantemente presenti nei nostri cuori di pastori e nella nostra quotidiana preghiera: ci mettiamo nei panni degli altri: «Piangere con chi piange…» (cfr. Rom 12,15).
E che dire delle nostre lacrime? Ci sono lacrime che ci fanno onore. Il Messale e la Tradizione spirituale ci esortano a chiedere il dono delle lacrime, come segno della partecipazione del cuore alle sofferenze degli altri e alla Passione del Signore. Nei momenti di tristezza, di senso di inadeguatezza, nella malattia, nel lutto, nella critica che punge, nella persecuzione… Come scrive papa Francesco, «ognuno cerca una parola di consolazione, cerca paternità e fraternità; sente forte il bisogno che qualcuno gli stia vicino e provi compassione per lui, che possa realmente capire il suo dolore». Ci sono occhi che spesso rimangono fissi sul tramonto e stentano a vedere l’alba di un giorno nuovo» (Veglia di preghiera “per asciugare le lacrime”, 5 maggio 2016).
Le lacrime sono ben note nelle Sacre Scritture, un tema ricorrente nella storia della salvezza: c’è un’umanità che piange, un popolo in cerca di liberazione, cuori, volti, occhi bagnati di lacrime. Basta sfogliare il libro dei Salmi, il nostro libro di preghiera. «Torrenti di lacrime gli scendono dagli occhi» (Sal 119,136). «Irroro di lacrime il mio letto» (Sal 6,7). «Signore, non essere sordo alle mie lacrime» (Sal 39,16). L’orante insiste: «Le lacrime sono mio pane giorno e notte» (Sal 42,4). «Le mie lacrime nell’otre tuo raccogli» (Sal 56,9). Il profeta Geremia tante volte allude al pianto: «Occhi che grondano lacrime» (Ge 14,17). «Il mio occhio si scioglie in lacrime» (Ge 13,17). «I miei occhi sono consumati nelle lacrime» (Lam 2,11). «Nell’andare se ne va e piange» (Sal 126,6).
Ma il salmista sa che «chi semina nelle lacrime, mieterà con gioia» (Sal 126,6): è la promessa!
«Signore, hai liberato i miei occhi dalle lacrime» (Sal 116,8): questo è motivo di gratitudine.
Sì, il Signore «asciugherà le lacrime» (Is 25,8), «tergerà ogni lacrima dai loro occhi» (Ap 7,17;21,4).
Si potrebbero considerare le lacrime di diversi personaggi biblici colti nell’atteggiamento delle lacrime; sarebbe molto bello e incoraggiante.
Giuseppe, venduto dai fratelli, piange cinque volte: sembra essere il personaggio biblico più propenso alle lacrime. Tre volte piange di gioia per rapporti riallacciati, per una fraternità ritrovata… Piange così forte che lo sente tutto il palazzo del faraone. Versa lacrime di dolore – è la quarta volta – per la morte di Giacobbe, suo padre, ma c’è una quinta lacrimazione, la più pungente: è quando i fratelli, dopo la morte del padre, vanno dal vicerè (Giuseppe è il fratello che ha fatto carriera), si prostrano davanti a lui per chiedergli pietà. Giuseppe piange perché non credono alla sua misericordia, al suo cuore (cfr. Gn 15-21). Sono le lacrime più amare.
Faccio un salto nel Nuovo Testamento, ad una persona di cui non sappiamo neppure il nome: la donna silenziosa che, nel Vangelo di Luca, bagna di lacrime i piedi di Gesù e li asciuga con i capelli (cfr. Lc 7,38): lacrime che contengono il dolore per il suo peccato e la consolazione per il perdono.
Paolo di Tarso. Mi piace considerare le lacrime dell’Apostolo. Ritroviamo in lui le nostre. Esorta con lacrime, scrive lettere tra le lacrime (2Cor 2,3.4; 9,7.8.12). Sono lacrime di delusione.
Ma è soprattutto Gesù che vediamo in lacrime: per la morte dell’amico Lazzaro (cfr. Gv 11,35-36) e alla vista di Gerusalemme ingrata (cfr. Lc 19,41). Di lui, l’autore della Lettera agli Ebrei ricorda che, nei giorni della sua vita terrena, «offrì preghiere e suppliche con forti grida e lacrime» (Ebr 5,7).
Il nostro ministero, cari fratelli sacerdoti, è un ministero di consolazione, un quotidiano asciugare lacrime, un piangere con chi piange (cfr. Rom 12,15), quasi per far nostro l’invito di Gesù a non piangere su di lui ma sui nostri figli (cfr. Lc 23,28) fino a proclamare la beatitudine: «Beati voi che ora piangete, perché riderete» (Lc 6,21). Siamo annunciatori, spesso incompresi, della Risurrezione.
Spendo ora una parola sulle lacrime di Dio, tornando alla domanda iniziale: «Il Cielo è vicino alle nostre vicende? C’è sofferenza in Dio? C’è partecipazione al dolore umano?». La teologia ha sempre affermato l’impassibilità di Dio. Dio, assoluta perfezione, non conosce il limite, la privazione, lo scadere del tempo. Dio è lo splendore del vero, senza ombra alcuna. È l’assoluto. Dio è incorruttibile bellezza e armonia.
Come possono esserci lacrime nell’Essere supremo? Come anche solo immaginare una qualche forma di sofferenza in colui che è Eterna beatitudine?
I filosofi hanno considerato la sofferenza nel suo aspetto di limite, imperfezione, mancanza. In questo senso è, quanto meno, contraddittorio mettere insieme lacrime e perfezione divina. La prospettiva cambia completamente quando la sofferenza viene collocata nell’ambito dell’amore. Allora viene riscattata dalla sua negatività: più grande è l’amore, più comprensibile è il dolore.
Certo, Dio non è un uomo! Siamo ben lontani dalle rappresentazioni del paganesimo.
Per la fede cristiana, Dio si fa uomo, piange lacrime salate come le nostre, assume il limite, ama sino alla follia.
Che Dio conosca la sofferenza dell’uomo è ben chiaro già dalla vicenda vocazionale di Mosè, al quale è stato dato di sentire le parole di Dio misericordioso: ho visto la sofferenza del mio popolo, ho sentito il suo lamento… (cfr. Es 3,7-10).
Dunque, Dio vede, sente, partecipa e, soprattutto, ama. E in Gesù Cristo vuole provare come sta l’uomo sotto il peso della croce, come patisce l’uomo per l’amarezza dell’ingratitudine, come risuonano nel petto i battiti del cuore umano e quanto è abissale l’oscurità delle notti dell’anima.
Siamo qui per fare Eucaristia, per dire il nostro grazie, per rinnovare la nostra consacrazione alla Madonna delle Grazie, alla quale abbiamo tanto da chiedere, e per stringere i vincoli della fraternità sacerdotale e universale.

Preghiera con i fratelli e le sorelle dell’Ucraina

Ad un anno dall’inizio della guerra nel cuore dell’Europa la Diocesi desidera vivere un momento di preghiera e di fraternità con le sorelle e i fratelli ucraini presenti fra noi, nelle nostre famiglie e nelle nostre istituzioni.
L’anniversario è stato ricordato con svariate iniziative nelle singole parrocchie e chiese della Diocesi. Ma si invita, per quanto possibile, a partecipare alla solenne liturgia in rito bizantino che si celebrerà sabato 18 marzo alle ore 14 presso il Santuario Madonna della Consolazione in Borgo Maggiore.
Sarà un’Eucaristia per chiedere il dono della pace, per ricordare le vittime, per sostenere la popolazione.
Presiederà l’Eucaristia il Vescovo Andrea con la guida di padre Viktor, parroco cattolico degli Ucraini che sono a San Marino e in Romagna.

Giornata internazionale della donna

LA DONNA: QUALE SPERANZA?
Veglia per la Festa Internazionale della Donna

Alla vigilia della loro festa addolora constatare quanto ancora nel mondo le donne siano soggette a discriminazioni e violenze che si manifestano in molteplici forme, dall’aspetto più visibile e inqualificabile a quello più insidioso e incosciente. A parole si affermano certe cose, ma l’organizzazione delle società in tutto il mondo è ancora lontana dal rispecchiare con chiarezza che le donne hanno esattamente la stessa dignità e identici diritti degli uomini.
Se da un lato questo è vero, è anche vero che la realtà ci consegna la speranza di un futuro diverso verso il quale ci guidano le donne stesse, attraverso il genio femminile non soltanto delle donne grandi e famose vissute nel passato o nostre contemporanee, ma anche di quelle semplici, che esprimono il loro talento femminile a servizio degli altri nella normalità del quotidiano.
La comunità diocesana rifletterà, si confronterà e pregherà per questo nella Veglia per la Festa della Donna presieduta dal Vescovo Andrea, che si svolgerà il 7 marzo alle ore 21.00 presso la chiesa parrocchiale di Macerata Feltria. L’appuntamento è aperto alla partecipazione di tutti.

Ufficio diocesano di Pastorale Sociale e del Lavoro

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